TURNO (Turnus, Τοῦρνος, Τυρρηνός)
Eroe della leggenda etrusco-romana; la quale lo metteva in relazione con la venuta di Enea in Italia. Difficile è stabilire il suo carattere originario: se sia da considerare come nume locale, o come eponimo di coloni etruschi stanziati nel Lazio. Re dei Rutuli in Ardea, era detto figlio di Dauno e della ninfa Venilia, fratello di Giuturna, la celebre fonte, venerata anche in epoca storica con apposito culto. Si raccontava che Latino, re del Lazio, dopo avere accolto ospitalmente Enea e datagli in sposa la propria figlia Lavinia, si sdegnasse per il saccheggio delle sue terre devastate dai compagni di Enea e stringesse alleanza con Turno, cui già era stata promessa la mano di Lavinia; ma, nella battaglia che seguì, Latino fu ucciso e Turno dovette fuggire presso Mezenzio, principe etrusco, col quale tornò alla riscossa e fu ucciso a sua volta.
Questi gli elementi principali, e più antichi, della leggenda, che era riferita da Catone nelle Origines, e poi più ampiamente trattata da Varrone, da Livio, da Virgilio. Virgilio, nell'Eneide, le diede la più ricca e smagliante forma poetica, con svolgimenti e adattamenti suggeriti dalla tradizione epica greca: fece di Turno l'antagonista tipico di Enea; sviluppò il motivo della gelosia per le nozze di Lavinia; attenuò l'ostilità di Latino contro i Troiani, riversando sulla madre di Lavinia, Amata (Amita in Varrone), il compito di stringere alleanza con Turno e provocare la guerra.
Bibl.: R. H. Klausen, Aeneas und die Penaten, Lipsia 1839, p. 1207 segg.; E. Pais, Storia di Roma, I, i, pp. 133, 183, segg.; R. Heinze, Vergils epische Technik, Lipsia 1915; Standing, in Roscher, Lexikon der griechischen und römischen Mythologie, V, i, col. 1294 segg.