TURCHIA
(turco Türkiye)
Stato dell'Asia occidentale e in piccola parte dell'Europa sudorientale, il cui territorio è suddiviso in due regioni peninsulari, l'una europea, la Tracia, l'altra costituita invece dall'Asia Minore, o Anatolia (v.), separate dal canale del Bosforo, dal mar di Marmara e dallo stretto dei Dardanelli.
L'importanza strategica della regione pianeggiante della Tracia fu determinata fin dall'Antichità dalla conformazione delle coste, ricche d'insenature - tra le quali il Corno d'Oro, che costituì il porto dell'antica Bisanzio e poi di Costantinopoli (v.) -, che facilitavano i collegamenti con la sponda asiatica, ma anche il passaggio degli eserciti invasori. Numerose sono infatti le opere fortificate che dal sec. 4° vennero progettate e realizzate per arginare la dilagante avanzata delle popolazioni barbariche, che a più riprese devastarono il territorio: la più importante è senz'altro il muro che Procopio di Cesarea (De Aedificiis, IV, 9) attribuisce all'imperatore Anastasio I (491-518), una possente difesa concepita per proteggere le aree di approvvigionamento idrico di Costantinopoli e la città stessa.
Questo muro, distante due giorni di marcia dalla capitale, taglia la parte terminale della penisola di Tracia, sviluppandosi per km 45 da Silivri (l'antica Selymbria), sul mar di Marmara, al villaggio di Karacaköy, dove termina sul ciglio di una scogliera a picco sul mar Nero. Recenti indagini, concentrate soprattutto nel settore nord, hanno potuto accertare che il muro, rinforzato da salienti triangolari e da torri di diversa forma - rettangolari, semicircolari, poligonali -, era preceduto da un antemurale. Nel baluardo vi erano inoltre fortilizi destinati ad alloggiare le guarnigioni. Il muro riuscì ad arginare il pericolo delle invasioni per tutto il sec. 6°, ma venne facilmente oltrepassato dagli Avari, che nel 619 e nel 626 giunsero fin sotto le mura di Costantinopoli, e ancora nei secc. 9° e 10° dai Bulgari.Dal sec. 6°, a protezione della penisola di Tracia furono costruite numerose altre fortificazioni, soprattutto lungo i principali percorsi stradali che collegavano la capitale all'entroterra balcanico. Sulla strada che conduceva ad Adrianopoli sorsero vari castelli e borghi fortificati, come Çorlu (l'antica Tzurulos), che conserva ancora consistenti tracce delle sue mura più volte restaurate, sino al tempo dei Paleologhi, come avvenne del resto per il possente castello di Vize e per le fortificazioni di Pınarhisar (l'antica Brysis), e di Lüleburgaz. Sulla strada costiera che in antico collegava le foci del Danubio al Bosforo, si segnala invece Kıyıköy (l'antica Medeia; turco Midye), le cui mura vennero tra l'altro restaurate dai Genovesi.L'incastellamento del territorio è inoltre documentato lungo le coste del mar di Marmara e del Mediterraneo dalle fortificazioni di Selymbria e di Eraclea Perintho (turco Marmara Ereğli) e da quelle di Eno di Tracia (la bizantina Ainos, turco Enez); alla foce della Marizza, che nel 1384 divenne possesso della famiglia dei Gattilusio, i cui blasoni si stagliano nel paramento esterno delle mura che recingono con andamento ellittico la sommità di una collina collegandola alle attrezzature portuali.Lo sviluppo urbano di Eno, come in altre colonie genovesi, fu concentrico, reso evidente dalle successive recinzioni, dal castrum della cittadella bizantina all'ampliamento in civitas prima e in borgo fortificato nel corso dei secc. 12°-15°; le fasi sono d'altra parte ben riscontrabili nelle diverse tessiture murarie. La tipologia delle torri è varia nel peribolo murario, il tipo poligonale è concentrato nell'area più elevata e lo schema planimetrico delle fortificazioni che circondano la chiesa di S. Costantino sembrerebbe articolato come un vero e proprio fortino, con fossati, rivellini e bastioni. Tra i principali monumenti ancora esistenti all'interno delle mura emerge la chiesa bizantina (od. Fatih Cami), datata al sec. 12°, ormai in completa rovina. L'edificio mostrava un impianto cruciforme cupolato particolarmente allungato, caratterizzato da una raffinata tecnica muraria con decori in laterizio.Nella principale città della Tracia, Adrianopoli, divenuta la turca Edirne nel 1360, sono scomparse all'inizio del Novecento le ultime vestigia della chiesa della Santa Sofia (edificio protobizantino con pianta centrale tetraconca) e le testimonianze bizantine sono costituite per lo più da materiali di spoglio riutilizzati nelle fondazioni ottomane.Alla fine del sec. 5° o agli inizi del successivo risale anche la grande basilica scavata recentemente a Marmara Ereğli, che era tra l'altro decorata da uno splendido mosaico pavimentale. Di notevole interesse è pure la chiesa della Santa Sofia a Vize, il cui attuale impianto cupolato, basilicale al piano terreno e cruciforme a livello della galleria, è frutto di vari rifacimenti che si sono probabilmente succeduti dall'8° secolo. Eccettuate le sostruzioni, resta invece ben poco della sontuosa chiesa fondata intorno al 1325 a Selymbria dal mégas dúx Alessio Apokauko, figura di primo piano nelle vicende storiche dell'impero bizantino. Si segnala anche il suggestivo complesso monastico interamente scavato nella roccia nelle vicinanze di Midye, con decori pittorici e scultorei di notevole qualità, che ne collocano la datazione all'8°-9° secolo.
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