TURCHI, Alessandro, detto l'Orbetto
Pittore, nato a Verona nel 1581, morto a Roma nel 1648 o '50. Deve il soprannome o al suo strabisno, o, secondo il Dal Pozzo, perché da giovinetto guidava suo padre cieco.
Ebbe i primi insegnamenti di pittura da Felice Brusasorci a Verona; studiò poi per qualche tempo a Venezia, secondo alcuni presso il Saraceni che era quasi suo coetaneo, secondo altri presso Carlo Caliari; e presto si trasferì a Roma, dove subì l'influsso di quell'ambiente eclettico.
Lavorò moltissimo, oltreché in grandi tele religiose o mitologiche, in quadretti su lavagna o su marmo. Sue opere nelle principali gallerie: alla Galleria Borghese di Roma una Resurrezione di Lazzaro, alla Pinacoteca di Brera una Madonna della Neve, al Louvre una Cleopatra, a Dresda diversi quadretti su lavagna, tra cui un'Adorazione dei pastori e una Presentazione, firmati; a Vienna, quattro scene sacre su pietra e rame. Varie sue opere anche nelle Chiese di Roma e di Verona.
Lo stile del T., più che la derivazione veneta riflette gl'influssi dei pittori bolognesi, quali i Carracci, e dei seguaci del Caravaggio in Roma, principalmente del Saraceni. La sua pittura è dolce e delicata, con passaggi tenui pur nel chiaroscuro accentuato e nelle ombreggiature nerastre.
Bibl.: G. B. Passeri, Vite de' pittori, scultori ed architetti, ecc., Roma 1772, p. 173 segg.; L. Lanzi, Storia pittorica, ecc., Pisa 1816, III, p. 236 segg.; Nagler, Künstlerlexikon, Monaco 1849; D. Zannandreis, Le vite dei pittori, ecc. veronesi, Verona 1891; R. Longhi, in Vita artistica, I (1926), p. 123 segg.