Tunisi
Capitale della Tunisia. Fondata nel 699 dagli arabi con una funzione di difesa dalle incursioni bizantine dal mare, sul sito di un precedente insediamento berbero nell’entroterra di Cartagine, distrutta nello stesso momento. Dal 13° sec., con gli Almohadi, divenne capitale dell’Ifriqiya, superando in importanza Kairouan. T. fiorì sotto gli Hafsidi (secc. 13°-16°), che l’arricchirono di palazzi e monumenti. Durante l’ottava crociata, subì l’assedio di Luigi IX re di Francia (1270). Caduta T. nel 1534 in mano a Khair al-din Barbarossa, Carlo V intervenne alla testa di una flotta e riuscì a conquistare la città (1535) restaurando il sultano hafside suo alleato. Definitivamente conquistata dagli ottomani nel 1574, T. rimase un centro attivo di pirateria; alla fine del sec. 16°, il governo effettivo vi era esercitato dai capi dei giannizzeri (➔ ) assistiti da ufficiali delle milizie e dei corsari. Nel secolo successivo, anche T., come l’intera regione, ricadde sotto il potere dei bey, Muradidi e poi Husainidi. La città conobbe, all’inizio del sec. 19° una grande affluenza d’immigranti europei (fortissima la presenza italiana), ulteriormente accresciuta con l’inizio del protettorato francese (1881), che conferì a T. l’aspetto di una moderna città coloniale. Occupata durante la Seconda guerra mondiale dalle forze dell’Asse (1942-43), T. subì gravi distruzioni; nel dopoguerra e più ancora dopo l’indipendenza (1956), la città perse in gran parte la sua popolazione europea, sostituita dall’afflusso di popolazione rurale, in un generale movimento di recupero dell’identità locale che ha profondamente trasformato le strutture urbanistiche coloniali.