TUN-HUANG
Antico centro artistico e religioso della Cina di N-O, situato nella provincia del Kansu, ai confini del Turkestan cinese. La località era alla confluenza delle vie carovaniere che univano la Cina ai mercati d'Occidente; sin dall'epoca Han (206 a. C.-220 d. C.) si sviluppò come città di frontiera ed emporio commerciale. Si identifica con la città di Durwan dei testi sogdiani e di Throana di Claudio Tolomeo. Centro avanzato delle correnti culturali ed artistiche dell'Asia centrale, acquistò notevole importanza nella diffusione in Cina del buddismo e dell'arte ad esso legata. Sin dal V-VI sec. d. C. numerosi templi in grotta furono costruiti nella zona circostante la città. I templi scavati nelle rocce di T. e di Ming-sha, il monte che sorge a circa 20 km a S-E della stessa T., formavano il cosiddetto Mo-kao k'u o Ch'ien-fo tung (Le grotte dei mille Buddha), il più grande ed in parte il più antico dei complessi monastici in grotta esistenti in Cina. Secondo le fonti letterarie cinesi, il primo tempio fu scavato nel 366 d. C.; ma l'attività si intensificò nei secoli seguenti, fino a che non declinò, almeno momentaneamente, con l'invasione tibetana del 759.
La scoperta e l'esplorazione delle grotte di T. risale ai primi decenni di questo secolo e fu in gran parte opera delle missioni guidate da Aurel Stein e Paul Pelliot, che raccolsero un vastissimo materiale letterario ed artistico (manoscritti, pitture su seta e su tela, stoffe ricamate, ecc.) ed un'ampia documentazione di disegni e fotografie delle grotte, dei dipinti murali e delle statue di questi santuarî. Gran parte del materiale si conserva oggi presso il British Museum di Londra, il Louvre ed il Guimet di Parigi, il Central Asian Antiquities, di Nuova Delhi. Collezioni importanti sono anche quelle cinesi e giapponesi, queste ultime provenienti dalle missioni Otani. Dopo i primi lavori di descrizione delle grotte di T. pubblicati dal Pelliot e dallo Stein e, - per quanto concerne specialmente le pitture - dal Waley e dal Matsumoto, è stato fondato nel 1943 il Tun-huang Research Institute, che ha intrapreso lo studio sistematico del complesso e la pubblicazione dei documenti ivi ritrovati.
La costruzione dei templi in grotta di T. si ricollega ad una pratica architettonica che fu in uso nella Cina settentrionale durante i secoli V e VI, ma si rifà anche direttamente alla tradizione indiana dei templi e monasteri rupestri (chaitya e vihara). Nel complesso, i templi di T. sono composti di centinaia di grotte che si aprono nella roccia friabile. La natura della roccia ed i frequenti terremoti che nel corso dei secoli devastarono la regione, provocarono la distruzione e il danneggiamento di moltissime strutture interne delle grotte alcune delle quali furono successivamente ricostruite o restaurate. Il nucleo più antico è situato al centro della parte montuosa. La costruzione di queste grotte risale al V-VI secolo. Successivamente, nelle epoche Sui (581-618) e T'ang (618-907), lo scavo dei templi fu esteso ai lati N e S della parete del monte, sino a che il complesso raggiunse l'estensione attuale. Le calamità naturali che distrussero parte delle grotte, insieme alla mancanza di spazio per ricavare nuovi ambienti, fecero sì che durante l'epoca Sung (960-1279) prevalessero le attività di restauro, modifica ed ampliamento delle grotte già esistenti. Ciò nonostante nuovi ambienti furono scavati sino all'epoca moderna, anche se in numero non rilevante. Nel complesso, in base ai rilevamenti che sono stati compiuti, le grotte ammonterebbero a 480.
Numerosi interni delle grotte presentano le pareti ornate da affreschi, che riproducono per la massima parte temi di ispirazione buddista. L'esecuzione di gran parte dei dipinti murali sembra si debba assegnare ad un periodo compreso fra i secoli V-VIII. In genere si distinguono due fasi principali: l'una che risale all'epoca delle Sei Dinastie (420-589) ed è contraddistinta da uno stile che, pur risentendo ancora dell'influenza indiana, mostra un'originale rielaborazione dei temi; l'altra, dell'epoca T'ang, che rivela una maniera più appesantita e greve, che denota molte caratteristiche di un'arte di ambiente provinciale, ibrida tra i moduli dell'arte cinese, e le frequenti influenze centro-asiatiche. Una parte dei dipinti risale tuttavia ad un'epoca più tarda e si iscrive in uno spazio di secoli tra il X ed il XIV che cade oltre i limiti di trattazione di questa Enciclopedia. I soggetti degli affreschi sono figure di monaci solitari, personaggi in meditazione, geni, dèmoni, moltitudini di Buddha, di Bodhisattva, di custodi della legge, nonché file di donatrici e di oranti. Spesso sono riprodotti vasti e vividi scenarî, la battaglia di Kushinagasa, paradisi con giardini fiabeschi, paesaggi con palazzi sontuosi.
La statuaria di T. è prevalentemente costituita da una produzione in coroplastica, non prestandosi la pietra locale per la sua friabilità ad essere scolpita. Essa si presenta in forme spesso sontuose e monumentali ed in tipi iconografici ormai definiti nelle loro caratteristiche, le quali sono rimaste pressocché invariate nel repertorio dell'arte buddista del mondo estremo-orientale.
Bibl.: P. Pelliot, Les Grottes de Touen-houang-Peintures et Sculptures bouddhiques des époques des Wei, des T'ang et des Song, Parigi 1912-14; M. A. Stein, Serindia-detailed Report of Explorations in Central Asia and Westernmost China, Oxford 1921; M. A. Stein, The Thousand Buddhas-Ancient Buddhist Paintings from the Cave Temples of Tun-Yiang of the Western Frontier of China, Londra 1921; A. Waley, A Catalogue of Paintings recovered from Tun-huang by Sir Aurel Stein, preserved in the Subdepartment of Oriental Prints and Drawings in the British Museum and in the Museum of Central Asian Antiquities, Delhi, Londra 1931; Delhi, Central Asian Antiquities Museum, Catalogue of Wall-Paintings from ancient Shrines in Central Asia and Sistân, recovered by Sir Aurel Stein, a cura di F. H. Andrews, Delhi 1933; Delhi, Central Asian Antiquities Museum, Descriptive Catalogue of Antiquities recovered by Sir Aurel Stein during his Explorations in Central Asia, Kansu and Eastern Iran, a cura di F. H. Andrews, Delhi 1935; E. Matsumoto, Tonkô-ga no Kenkyû (Studio sulle pitture di Tun-huang), Tokyo 1937; Parigi, Musée Guimet, Manuscrits et Peintures de Touen-houang, Mission Pelliot, 1906-1909, Parigi 1947; F. H. Andrews, Wall-Paintings from Ancient Shrines in Central Asia, recovered by Sir Aurel Stein, Londra 1948; R. Grousset, La Chine et son Art, Parigi 1951; I. Vongehr Vincent, The sacred Oasis-Caves of the Thousand Buddhas Tun-huang, Chicago 1953; H. Maspéro, Les Documents chinois de la troisième Expédition de Sir Aurel Stein en Asie Centrale, Londra 1953; Hsieh Chih-liu, Tun-huang in the British Museum, Londra 1957; Chen Tsu-lung, Tables de concordance des numerotages des Grottes de Touen-houang, in Journal Asiatique, CCL, 1962.