tumulto
Due sole occorrenze; il senso proprio, da ricollegarsi al latino tumultus (" confusione ", " rumore di folla in sommossa ", " agitazione popolare ") è in Cv IV XIII 12 A quali tempii o a quali muri poteo avvenire, cioè non temere con alcuno tumulto, bussando la mano di Cesare? (trad. di Phars. V 529-531 " Quibus hoc contingere templis / aut potuit muris nullo trepidare tumultu / Caesarea pulsante manu? "). Valore traslato in If III 28 Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d'ira, / voci alte e fioche, e suon di man... / facevano un tumulto..., dove il sostantivo vale " confusione " (Boccaccio), " rumorem multum et confusum " (Benvenuto), " voce e suono confuso e perturbato " (Landino), naturalmente senza più accenno a una " sommossa ", anche se, come osserva V. Rossi, " questa immagine... par diffondere una strana foschia di tumulto nell'oscuro aere dell'inferno ".
La parola (posta dai commentatori in connessione col plangor di Aen. VI 561) riassume e comprende, con suggestiva genericità, il " caos di rabbia e di dolore, in cui ogni voce è presa e trascinata... dalla forza rapace del turbine " (Grabher); si passa dalla descrizione di una sensazione auditiva a una visiva, dovuta al confronto del tumulto, il qual s'aggira con la rena quando turbo spira.