TERNI, Tullio
Nacque il 21 gennaio 1888, a Livorno, da Moise Maurizio Terni e Cesira Coronei.
Studente del corso di laurea in medicina e chirurgia dell’Università di Firenze, fu allievo interno dell’istituto di anatomia umana diretto da Giulio Chiarugi (1859-1944). Chiarugi fu l’autore di un fortunato Trattato di anatomia umana in tre volumi (Milano 1904-17) e di un Trattato di embriologia (Milano, 1929-44). Nel 1890 fondò con Eugenio Ficalbi (1858-1922) il Monitore zoologico italiano e, nel 1902, l’Archivio italiano di anatomia ed embriologia.
A Firenze, Terni conobbe Giuseppe Levi (1872-1965), aiuto di Chiarugi, divenendone allievo e stretto collaboratore. Nel 1910, dopo la laurea, seguì Levi all’Università di Sassari; nel 1915 fu con lui all’Università di Palermo, e, infine, nel 1919, all’Università di Torino.
Secondo il premio Nobel Rita Levi Montalcini (1909-2012) che lo conobbe a Torino: «Terni era di statura media, di costituzione delicata, con un viso bello e regolare dai tratti tipicamente semiti. Vestiva con ricercatezza e il monocolo incastrato sotto l’arcata sopraccigliare destra accentuava l’eleganza ottocentesca della sua figura sottile […] Terni aveva una profonda ed estesa cultura e una passione per l’arte e la letteratura che si manifestava anche nel corso di brevi conversazioni. Queste erano scintillanti, piene di brio, alla Proust. Malgrado la sua ottima produzione scientifica che Levi apprezzava molto, veniva spontaneo pensare che il suo ingegno così brillante e versatile fosse più adatto per le arti figurative o umanistiche che per la strada che aveva scelto» (Levi Montalcini, 1987, p. 73).
Nel 1916, Terni prestò servizio come capitano medico in zona di guerra sul Carso e venne insignito della Croce di guerra al merito. Nel 1924, divenne professore di istologia all’Università di Padova. Quando, nel 1932, gli venne chiesto di succedere a Chiarugi a Firenze, preferì restare a Padova, dove nel 1933 successe a Dante Bertelli (1858-1956) alla direzione dell’istituto di anatomia; divenne anche presidente della Società medico chirurgica di Padova. In pochi anni creò un centro di ricerca di livello internazionale che ebbe cospicui finanziamenti dalla Fondazione Rockefeller. Nel 1931, Terni passò un mese a Berlino lavorando con Otto Mangold (1891-1962) su aspetti sperimentali dell’induzione embrionale. Nel 1936, fruendo di una borsa della Fondazione Rockefeller, lavorò con il premio Nobel Alexis Carrel (1873-1944) e studiò al Marine biological Laboratory di Woods Hole, Massachusetts, sotto la direzione di Robert Chambers (1881-1957).
Nel 1922, Terni aderì al fascismo. Nel 1938, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, fu allontanato dall’insegnamento ed espulso dalle accademie scientifiche di cui era membro. Carlo Anti (1889-1961), rettore dell’Ateneo di Padova, riuscì a ottenere che potesse continuare a frequentare l’istituto anatomico, per completare le ricerche che aveva ancora in corso.
Nel dicembre 1941, Terni si stabilì a Firenze con la moglie Mary Sforni, dalla quale ebbe due figli, Maurizio e Rachele; si nascose in seguito nella campagna toscana, nel villaggio di Tutignano. Alla caduta del fascismo, l’Accademia dei Lincei, che era stata soppressa da Benito Mussolini nel 1939, decise di ricostituirsi e istituì una commissione di epurazione presieduta da Benedetto Croce e del quale fu chiamato a fare parte Levi. La commissione ritenne che Terni, insieme ad altri 35 membri, dovesse essere epurato, sulla base della sua adesione al fascismo e del suo sostegno al regime («Fervente fascista, ha commesso atti di viltà allo scopo di conservare la tessera quando la legge razziale lo aveva radiato», Nirenstein, 2003, p. 39). Il 25 aprile 1946, Terni si tolse la vita a Firenze, ingoiando il contenuto di una fialetta di cianuro che si era procurato per sé e per i suoi cari ai tempi dell’invasione nazista, con il proposito di un suicidio collettivo qualora fossero caduti nelle mani delle SS. Verosimilmente, l’epurazione fu l’elemento scatenante di una situazione depressiva.
Per la Levi Montalcini «Terni, che era solo un simpatizzante del regime, cadde in uno stato di disperazione che lo spinse a mettere fine alla sua vita» (Levi Montalcini, 1987, p. 78). Secondo Giorgio Israel e Pietro Nastasi, «Essere considerato alla stregua di fascistoni che avevano avuto ben altre responsabilità gli sembrò un’infamia persino più grande di quella del 1938» (Scienza e razza nell’Italia fascista, Bologna 1988, p. 316).
Levi Montalcini nella sua autobiografia ricorda che «la notizia che ci raggiunse la mattina dopo all’istituto, fu un terribile colpo per Levi; troppo tardi si rese conto di quanto ne avesse sottovalutata la grandissima sensibilità e vulnerabilità e quanto immotivata e ingiusta fosse stata la grave misura punitiva adottata dalla commissione nei suoi confronti» (Levi Montalcini, 1987, p. 78). Nel 1946, lo stesso Levi in una lettera al collega Oliviero Olivo (1896-1981) scriveva: «Il mio ritorno da Liegi fu conturbato dalla notizia che qui oggi appresi della morte del povero Terni; come Ella immagina rimasi estremamente scosso anche perché provo una punta di rimorso per non avere cercato di impedire la sua radiazione dall’Accademia dei Lincei: incidente di scarsa importanza ma che offese molto Terni perché si trovava in uno stato di spirito anormale» (Nirenstein, 2003, p. 39).
Terni pubblicò nel corso della sua carriera 120 articoli scientifici in lingua italiana e tedesca. I suoi interessi scientifici furono molteplici, spaziando dalla citologia alla istologia, dalla morfogenesi umana e comparata alla neuroanatomia, dalla embriologia sperimentale alla teratologia e alla medicina rigenerativa. A Sassari, insieme a Levi, si occupò del comportamento tattico dei condriosomi nella meiosi e descrisse grandezza e forma dei neuroni sensitivi spinali nella correlazione con l’ampiezza del loro territorio di innervazione. Si occupò ancora dei condriosomi della cellula nervosa, delle formazioni peridiosomiche, sull’influenza del calore sulla velocità dello sviluppo embrionale. A Torino, sempre insieme a Levi, Terni condusse ricerche sui neuroni sensitivi spinali, i centri pregangliari del sistema nervoso autonomo, sulla sostanza gelatinosa lombosacrale ricca di gliocogeno. Dimostrò l’esistenza di diverse popolazioni cellulari nei gangli spinali dell’uomo e descrisse modificazioni strutturali in rapporto all’età (T. Terni, Ricerche sulla struttura e sull’evoluzione del simpatico nell’uomo, in Monitore zoologico italiano, XXXIII (1922), pp. 63-72). A lui si devono le prime dimostrazioni dell’esistenza in vivodei condrioconti e dei corpi peri-idiosomici. La sua scoperta più importante fu la descrizione nell’embrione di pollo della cosiddetta 'colonna di Terni' a livello della regione toraco-lombare del midollo spinale, ovvero di una colonna longitudinale di cellule nervose tra il primo segmento toracico e il secondo segmento lombare (T. Terni, Ricerche anatomiche sul sistema nervoso autonomo degli uccelli, in Archivio italiano di anatomia ed embriologia, XX (1923), pp. 433-510).
G. Levi, L’opera scientifica di T. T., in Monitore zoologico italiano, LVI (1947), pp. 45-48; R. Levi Montalcini, Elogio dell’imperfezione, Milano 1987; F. Vigliani , T. T. (1888-1946), a biography, in Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, CLVII (1998-99), pp. 375-395; S. Nirenstein, L'ebreo umiliato due volte, in La Repubblica, 9 febbraio 2003; P. Simoncelli, Il dramma di uno scienziato ebreo. Il suicidio di T. T. e l'epurazione ai Lincei, in Nuova storia contemporanea, VII (2003), 1, pp. 101-118; A. Ventura, T. T., L’università di Padova e l’epurazione all’Accademia dei Lincei, in La memoria ritrovata. Giornata in ricordo di T. T. e Mario Camis... 2004, Roma 2005, pp. 13-52; A. Macchi et al., T. T. (1888-1946) the 'column' of spinal cardiovascular regulation, in Clinical anatomy, XXVI (2013), 5, pp. 544-546; G. Thiene et al., T. T. (1888-1946). The life of a neurocardioanatomist with a tragic epilogue, in International Journal of cardiology, LXXXIX (2019), pp. 153-156.