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DANDOLO, Tullio

di Renato Giusti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)
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DANDOLO, Tullio

Renato Giusti

Nato a Varese il 2 sett. 1801 da Vincenzo e Marianna Grossi, ebbe un'adolescenza e una giovinezza assai agitate: seguendo il padre, già esponente nel 1797 della Municipalità provvisoria di Venezia e profugo in Francia, poi durante l'età napoleonica provveditore generale in Dalmazia dal 1805 al 1809, senatore del Regno Italico e conte, fu affidato alle cure, come scrive nei Ricordi, primo e secondo periodo (1801/1823) , 2 voll., Assisi 1868, di una cameriera disattenta, di un istitutore collerico, sballottato dal collegio di Varese (dove il padre aveva vaste proprietà) a quello di Zara, quindi da una pensione a Parigi al convitto Longoni a Milano.

Dopo aver frequentato i corsi di legge all'università di Pavia, laureandosi in utroque iure il 12 ag. 1820, ed ereditato un cospicuo patrimonio alla morte del padre, il 12 dic. 1819, passò alcuni anni, dal '21 al '23, tra Parigi, Londra e la Svizzera, conducendo vita mondana, avvicinando personalità della cultura e della politica, compiendo viaggi e incontri, fino a che gli fu ingiunto dal governo austriaco di ritornare in patria, come sospetto di aver partecipato alle congiure negli anni precedenti. Non subì però persecuzioni, si dedicò a ricerche e studi di carattere storico e letterario, e sposò nel '27 Giulietta Bargnani, sorella di Gaetano, più tardi cospiratore mazziniano ed esule politico. Rimasto vedovo nel '35, si dedicò con ansiosa preoccupazione all'educazione dei due figli Enrico ed Emilio, e, pur affidandoli alle cure di un amico e medico di famiglia, Angelo Fava, non mancò di intervenire di continuo nella loro formazione. La giovanissima seconda moglie, Ermellina Maselli, di cospicua famiglia del Canton Ticino (sposata nel 1844, gli diede altri due figli, Maria nel 1848, ed Enrico nel 1850), era di sentimenti liberali ed una delle dirigenti della cospirazione femminile milanese, detta "La Fronda". Mentre stimolava allo studio e alla prudenza i figli, che partecipavano alle speranze e alle attese patriottiche, il D. stesso poi si infiammava per l'importanza degli avvenimenti (le collette di beneficenza, il fermento patriottico in Lombardia, la mozione Nazari alla Congregazione centrale di Milano nel dicembre 1847, la concessione degli statuti, ecc.). I figli presero parte fin dall'inizio alle Cinque giornate di Milano, parteciparono alle successive operazioni belliche, nella colonna Manara, fino all'armistizio Salasco e alla sconfitta di Novara del '49, combattendo poi alla difesa di Roma, dove Enrico morì il 3 giugno ed Emilio rimase ferito. Il D., che a Varese nel marzo del '48 era stato il principale autore della rivoluzione (cfr. il periodico La Fama, 3 apr. 1848), vincendo lo sgomento per la morte del primogenito, ancor più si stringerà al superstite, bisognoso di cure e di affetto, e si darà con maggior lena ai prediletti studi storici e letterari.

Di questa attività il Tommaseo (Colloqui col Manzoni, a cura di T. Lodi, Firenze 1929, p. 189) dette un severo, aspro giudizio: "Tullio ... fin da giovane scarabocchiò librettucci compilati o piuttosto arruffati: né di quelli che scrisse dal venticinque al cinquantacinque sapresti quale sia il più decrepito e il più puerile. Ma fece due ozere buone, un figliolo che morì valentemente in Roma assediata da Galli vendicatori delle oche; e un altro che scrisse la storia, e direi quasi la vita della Legione Lombarda capitanata da Luciano Manara, libro di senno virile e d'affetto pio...". Di sentimenti cattolici, collaboratore di varie riviste (per es. il Giornale euganeo, il Caffè Pedrocchi, la Rivista europea, le Letture di famiglia, ecc.) e socio di varie accademie, cavaliere dell'Ordine pontificio di S. Gregorio Magno e dell'Ordine sardo dei SS. Maurizio e Lazzaro, il D. fu affettuoso custode della memoria dei due figli di primo letto, e su di loro raccolse documenti, lettere e ricordi. "Infaticabile a scrivere senza compicciar molto, riuscendo in ciò non buono scolaro del Montani" (Mazzoni, p. 1231), fu versatile poligrafo. Accanto agli scritti di carattere educativo, familiare, autobiografico, nel suo ampio catalogo risultano evidenti almeno due filoni di compilazioni. Da un lato, stimando la letteratura "un sacerdozio sociale destinato ad illuminare e render migliori gli uomini, ad alleviare co' trastulli della immaginazione i loro guai pur troppo reali..." (cfr. Reminiscenze e fantasie..., I, pp. 81 s.), egli compiva una verifica delle sue idee religiose e morali attraverso schizzi letterari o filosofici, descrizioni di viaggi, città e monumenti; dall'altro, riflettendo intorno alla storia antica o al cristianesimo nascente, all'età del Medioevo e del Rinascimento, agli ultimi due secoli della civiltà europea o americana, pubblicando infine discorsi o documenti inediti, cercava di dare qualche informazione, più che un contributo critico, per la miglior conoscenza del passato.

Non privo di senso storico nel giudicare e di fantasia rappresentativa, il D. tese a ricomporre in un quadro ricco di riferimenti e d'immagini il frastagliato svolgersi degli eventi descritti, da un lato adattando (in uno stile ora aulico, ora facile e popolare) l'erudizione alla comune intelligenza del lettore, dall'altro lasciando talora nei suoi scritti un qualcosa di approssimativo e d'incompiuto e dando al racconto storico l'apparenza di romanzo.

Morì a Urbino il 16 apr. 1870.

Tra i molti scritti del D. si ricordano: Lettere su Roma e Napoli, Milano 1826; Lettere su Firenze, ibid. 1827 e Torino 1830; Saggio di lettere sulla Svizzera. Il Cantone de' Grigioni, Milano 1829; Prospetto della Svizzera, ossia ragionamenti da servire d'introduzione alle lettere sulla Svizzera,ibid. 1832,voll. 2; La Svizzera considerata nelle sue vaghezze pittoresche, nella storia, nelle leggi e ne' costumi. Lettere, ibid. 1829-1834,voll. 10; Lettere su Venezia, 2edizione, ibid. 1834; Studii sul secolo di Pericle,ibid. 1836, voll. 2; Schizzi di costumi, ibid. 1836; Studii sul secolo d'Augusto, ibid. 1837; Semplicità o rapidi cenni sulla letteratura e sulle arti, in Album storico poetico morale, compilato per cura di V. de Castro, Padova 1837, I, pp. 1-15; Reminiscenze e fantasie. Schizzi letterari, Peregrinazioni. Schizzi artistici e filosofici, Torino 1841, voll. 3; Roma e l'Impero sino a Marco Aurelio. Studi, Milano 1842-1843, voll. 6; Firenze sino alla caduta della Repubblica, ibid. 1843; Il Medio Evo elvetico (secc. XIV e XV). Racconti e leggende, ibid. 1844; La Svizzera pittoresca, o corse per le Alpi e pel Jura a commentario del Medio Evo elvetico, ibid. 1846; I secoli dei due sommi italiani Dante e Colombo, ibid. 1852; Il Settentrione dell'Europa e dell'America nel secolo passato sin 1789, ibid. 1853,voll. 2; L'Italia nel secolo passato sin 1789, ibid. 1853; Il Cristianesimo nascente, ibid. 1854; La Signora di Monza. Le streghe del Tirolo. Processi famosi del secolo decimosettimo per la prima volta cavati dalle filze originali, ibid. 1855 (rist. anast., Milano 1967); Il pensiero pagano ai giorni dell'Impero. Studii, ibid. 1855,voll. 2; Il pensiero cristiano ai giorni dell'Impero. Studii, ibid. 1855; Il pensiero pagano e cristiano ai giorni dell'Impero. Studii, ibid. 1855, vol. 3; Monachesimo e leggende. Saggi storici, ibid. 1856,voll. 2; Roma e i papi. Studi storici, filosofici, letterari ed artistici, ibid. 1857, voll. 5; Il secolo di Leone Decimo. Studii, ibid. 1861, voll. 4; Lo spirito della imitazione di Gesù Cristo esposto e raccomandato da un padre ai suoi figliadolescenti (corrisp. di lettere famigliari). Ricordi biografici dell'adolescenza d'Enrico e d'Emilio Dandolo, Milano 1862; La Francia nel secolo passato, ibid. 1862, voll. 2; Corse estive nel Golfo della Spezia, ibid. 1863; Il secolo decimosettimo, ibid. 1864,voll. 4; Ragionamenti preliminari ed indici ragionati degli studi del conte Tullio Dandolo su Roma pagana e Roma cristiana pubblicati ad annunzio e prospetto dell'opera, Assisi 1865 (estr. da Stella dell'Umbria, s. d.); Ricordi di Tullio Dandolo, secondo periodo. 1521-23. Lettera a D. Sensi. Indice della materia, Assisi 1867; Ricordi, primo e secondo periodo. 1801-23, ibid. 1868, voll. 2; Ricordi inediti di G. Morone gran cancelliere dell'ultimo duca di Milano..., 1520-30, a cura del D., Milano 1855 (2 ed., ibid. 1859); Alcuni brani delle storie patrie di Giuseppe Ripamonti per la prima volta tradotti dall'originale latino dal conte T. Dandolo, ibid. 1856; Il potere politico cristiano. Discorsi pronunciati dal Ventura diRaulica P. R. P., a cura del Dandolo, Milano 1858; Vicende memorabili dal 1659 al 1501 narrate da Alessandro Verri precedute da una vita del medesimo di G. A. Maggi, a cura del D., ibid. 1858; [A. F.] Roselly de Lorgues, Cristoforo Colombo...,tradotto dal D., ibid. 1892, voll. 2.

Fonti e Bibl.: Milano, Museo del Risorg., Carte Bertani, cart. 13, n. 154; Ibid., Arch. generale del Risorgimento, il D. al rev. Calandri; Forlì, Bibl. civica, Raccolte Piancastelli (ventinove lettere e tre documenti); Brescia, Bibl. Quiriniana (sette lettere del D.); Venezia, Civico Museo Correr, lettere del D. a Leopoldo Cicognara; Roma, Museo centr. del Risorgimento, varie lettere del D. a Brofferio e ad altri; G. Canevazzi, Autografi inediti (lettere di vari tra cui il D.), Modena 1911; Per nozze Giulietta Bargnani- T. D. Biblioteca di Apollodoro Ateniese. Volgarizzamento del cav. Compagnoni, Milano 1826; I. Cantù, L'Italia scient. contemporanea, Milano 1844, pp. 160 ss.; Gazz. ufficiale di Milano, 28 apr. 1855, n. 102, p. 154; Riv. comense. Manuale della provincia di Como per l'anno 1854, decade II, a. VII, p. 10; G. Carcano, E. Dandolo, Torino 1860, passim; G. Visconti Venosta, Ricordi di gioventù. Cose vedute e sapute…, Milano 1904, pp. 366 s., 473, 475; G. Spellanzon, Storia del Risorg. ital., III, Milano 1936, p. 381; K. R. Greenfield, Economia e liberalismo nel Risorg., Bari 1940, p. 286; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, pp. 582, 975, 1231 s., 1242; I. Lana, Agli albori del '59. I funerali di E. Dandolo…, in Miscell. di studi e doc. inediti per la storia del Risorg. a Brescia, Brescia 1959, fasc. I-II, pp. 5-14; C. Cattaneo, Opere, a cura di L. Ambrosoli, V (Archivio triennale delle cose d'Italia), Milano 1974, pp. 1012, 1014, 1016, 1579 s.; C. V. Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, III, pp. 147s.

Vedi anche
Giobèrti, Vincenzo Giobèrti, Vincenzo. - Filosofo e uomo politico (Torino 1801 - Parigi 1852). Sacerdote, fu ministro (1848) e presidente del Consiglio (1848-49) del Regno di Sardegna e sostenitore del processo di unificazione dell’Italia sotto l’egida sabauda, come espresso in una delle sue maggiori opere (Del rinnovamento ... Manzóni, Alessandro Manzóni ‹-ʒ-›, Alessandro. - Scrittore italiano (Milano 7 marzo 1785 - ivi 22 maggio 1873). Autore tra i massimi della letteratura, con I promessi sposi realizzò, anche per l'uso di una lingua nazionale, un modello fondamentale per la successiva letteratura, che costituì inoltre l'esito supremo della ... filosofia Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento. 1. Definizioni La filosofia può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande ... Venezia Comune del Veneto (415,9 km2 con 268.993 ab. nel 2008, detti Veneziani), capoluogo di regione e di provincia. L’insediamento storico della città, posta al centro dell’omonima laguna, è tradizionalmente suddiviso in sei ‘sestieri’ (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce) e ...
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