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TUCUMÁN

di Marina Emiliani - Enciclopedia Italiana (1937)
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TUCUMÁN (A. T., 159)

Marina Emiliani

Città dell'Argentina settentrionale, capoluogo della provincia omonima, a 1157 km. NO. di Buenos Aires. Sorge a 495 m. s. m., in una eccellente posizione, sul margine nord-occidentale della fertile e irrigua piana, che dalla città prende il nome, ai piedi della Sierra Ramada, estrema propaggine meridionale delle catene subandine dominanti a N. la città; a O. di essa s'innalza l'imponente massiccio boscoso dell'Aconquija.

Tipico centro di strada, sul passaggio del Río Salí, deve la sua fondazione e il suo primitivo sviluppo alla storica via Río della Plata-Perù. Infatti, l'antico nucleo di Tucumán, fondato presso Monteros (a SO. della città odierna), fu spostato nell'attuale posizione alla fine del sec. XVII quando la via del Perù cessò di risalire la valle del Calchaqui, attraverso la Cordigliera andina, per seguire la più agevole depressione subandina (valle del Río Salí). Allo sbocco di questa nella pianura, presso la riva destra del Río Salí, sorse la nuova San Miguel de Tucumán, che dovette unicamente a tale via di comunicazione lo sviluppo e la floridezza delle sue industrie. Il grande incremento moderno della città ebbe origine dopo il 1876, quando, terminata la ferrovia Tucumán-Córdoba, nei dintorni della città si estese rapidamente la coltura della canna da zucchero e Tucumán si trasformò in un fiorente centro industriale assumendo tale importanza da essere considerata la capitale del Nord.

La città attuale, a pianta rettangolare, è tagliata da spaziose vie regolari, intersecantisi ad angolo retto.

Il clima è caratterizzato da una temperatura uniforme (media annua 19°), inverni brevi e assai miti, con abbondanti precipitazioni (media annua 974 mm.). La popolazione ha avuto un incremento rapidissimo, essendosi quasi quadruplicata nell'ultimo cinquantennio; nel 1895 la città contava 35.000 abitanti, saliti a 109.218 nel 1921; nel 1935 raggiungeva 130.000 abitanti, ponendosi, come popolazione, al quarto posto tra le città dell'Argentina.

Le antiche industrie caratteristiche, legate al transito della strada per il Perù (fabbricazione di carri, concerie, ecc.), furono sostituite, dopo l'allacciamento di Tucumán a Córdoba (1876) e a Rosario ?(1891), dalla grande industria zuccheriera.

La città è anche un notevole centro culturale con numerose scuole secondarie e una università. Tucumán è servita da numerose e importanti vie di comunicazione, quali: il Ferrocarril Centrale Argentino, Central Córdoba, Nord-ovest Argentina, Nord-Argentina.

La provincia di Tucumán. - Confinante con quella di Santiago ad E., Catamarca a SO., Salta a N., è per superficie (22.830 kmq.) la minore delle provincie argentine, ma la più fittamente popolata (493.903 abitanti nel 1935) con la notevole densità di 21 ab. per kmq. (densità media dell'Argentina 4,3 ab. per kmq.).

Il territorio, costituito nella parte orientale da fertili pianure di alluvioni quaternarie, è limitato ad ovest dalla Cordigliera andina (Ande di Tucumán) formata da una serie di massicci orientati da nord a sud. A tali massicci si affianca, nella sezione nord orientale, una serie di catene subandine che, con altitudini medie intorno ai 1500 m., digradano verso il Chaco. Nella sezione meridionale, invece, l'imponente massiccio dell'Aconquija, che raggiunge i 5500 metri, si drizza gigantesco al limite della pianura non preceduto da alcun contrafforte. Questa barriera, orientata da nord a sud, ha una notevolissima influenza sul clima della regione, poiché, mentre sui fianchi orientali l'umidità, portata dai venti dell'est, si condensa sotto forma di abbondanti precipitazioni (2000 mm. annui), che determinano una lussureggiante vegetazione tropicale (palme, alloro, felci arborescenti), sul versante occidentale, invece, prevale, per la scarsezza delle piogge, l'aspetto desertico con una vegetazione xerofila.

Il clima della provincia è subtropicale (media annua 19°) caratterizzato da temperatura uniforme; brevi e miti sono gl'inverni, rarissime le gelate. La regione è solcata da numerosi corsi d'acqua, quasi tutti tributarî del Río Salí; il maggior numero di essi, e i più ricchi di acqua perenne, scendono dalle pendici dell'Aconquija e formano gli affluenti di destra del Río Salí, il quale da sinistra non riceve che un contributo insignificante. Le caratteristiche della regione, e la notevole copia di acque, sapientemente utilizzate da opere d'irrigazione praticate specialmente sulla riva sinistra del Río Salí, hanno determinato condizioni particolarmente favorevoli all'agricoltura. La coltura principale è quella della canna da zucchero, che ha avuto nell'ultimo cinquantennio un impulso eccezionale, dovuto alle migliorate vie di comunicazione; queste hanno permesso di estendere l'area dedita a tale coltura da 14.800 ettari (1886) a 130.000 ettari (1931). La provincia di Tucumán produce attualmente circa l'80% dello zucchero di tutta l'Argentina. Notevoli sono anche le coltivazioni di agrumi (aranci circa 200.000 piante, limoni, e mandarini) e banani. Importanza limitata ha l'allevamento del bestiame.

Le ricchezze minerarie sono scarsamente sfruttate (pirite, galena argentifera, mercurio, zinco).

L'industria è rappresentata esclusivamente da zuccherifici (31 stabilimenti). La popolazione che nel 1889 era di 202.800 abitanti, 332.933 nel 1914, è salita a 493.903 nel 1935, dei quali 130.000 vivono nel capoluogo (v. sopra). Altri centri notevoli sono Burrujacu, Monteros, Concepción, La Madrid.

Bibl.: A. Conea, Geografía general de la provincia de Tucumán, Buenos Aires 1925; F. Kühn, Estúdio fisiográfico de las Sierras de Tucumán, ivi 1924; G. Bonarelli, F. Pastore, Bosquejo geol. de la prov. de Tucumán, ivi 1918-19; E. J. Shleh, La industria azucarera en su primer centen., ivi 1921.

Vedi anche
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