TUBERONE
Famiglia romana, assai rinomata per la dottrina giuridica di varî suoi membri. In particolare, Cicerone (citato da A. Gellio,1, 22, 7) attribuiva una solida scientia iuris a un Tuberone che era stato console nel 118 a. C., e che sotto la guida di Panezio aveva abbracciato, come altri giuristi del tempo, lo stoicismo. Ma non se ne sa altro.
Un Lucio T., dal 61 al 58 fu legato di Q. Cicerone, proconsole dell'Asia.
Più noto di tutti è il figlio di Lucio, Quinto Elio, che col padre prese parte alla guerra fra Cesare e Pompeo parteggiando per quest'ultimo. Dopo Farsalo ottennero il perdono del vincitore. Quinto Elio, da giovane, fu avversario di Cicerone come accusatore di Q. Ligario, giunse al consolato l'11 a. C.: in tal qualità propose un senatoconsulto sul matrimonio confarreato, che ci è noto attraverso Gaio (I, 136).
Secondo la tradizione, fu tratto a dedicarsi alla giurisprudenza dal sentimento della propria inferiorità oratoria in confronto di Cicerone; comunque, ebbe a maestro A. Ofilio e nel campo giuridico si distinse come rispondente e come autore. A parte un'opera ad Oppium, della quale s'ignora l'argomento, scrisse più libri de officio iudicis, destinati come guida del giudice privato del processo formulare. Le sue opinioni sono più volte citate con grande riguardo nella dottrina posteriore.
Scrisse poi Historiae in almeno 14 libri, che cominciando dalla distruzione di Troia arrivavano fino ai suoi tempi. Però per lo stile scarno e antiquato caddero presto in dimenticanza: ce ne sono arrivati tredici brevi frammenti. È incerto se Q. Tuberone, citato da Plinio il Vecchio come una delle sue fonti, sia identico col nostro.
Bibl.: A. Klebs, Aelius, 155-56, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, Stoccarda 1893, col. 533 segg.; P. Krüger, Geschichte der Quellen des röm. Rechts, 2a ed., Monaco 1912, pp. 61 e 75; P. De Francisci, Storia del dir. rom., II, i, Roma 1928, pp. 198 e 203; S. Brassloff, Die Erneuerung des Flaminates und die Reform der Konfarreationsehe, in Studi Bonfante, II, Milano 1930, p. 375 segg. Le citazioni presso i giursiti posteriori sono raccolte da O. Lenel, Palingenesia iuris civilis, II, Lipsia 1889, p. 377 segg. I Frammenti delle Historiae in Peter, Historicorum romanorum reliquiae, I, p. 318 (con ottimi prolegomeni, p. CCCLXVI).