TUAREG
Popolazione berbera dell’Africa sahariana tradizionalmente composta di pastori nomadi, spesso affiliati a confraternite ed essenzialmente di religione islamica, seppure con alcune particolarità, tra cui la monogamia e un’antica cultura matriarcale. Una volta noti come uomini blu, a causa della stoffa di color indaco con cui si coprivano il capo, dati incerti li stimano oggi tra uno e tre milioni, distribuiti su 2,5 milioni di km2: circa la metà vivrebbe in Niger, un terzo in Mali e il resto in Burkina Faso, Libia e Algeria. L’assai gerarchizzata società t. era originariamente strutturata su complessi legami di clientela e parentela, nonché su talune forme di schiavitù e, oltre alla pastorizia, era dedita al commercio transahariano. L’arrivo della colonizzazione francese di fine 19° sec. innescò l’avvio di una progressiva destrutturazione delle relazioni sociali, politiche ed economiche. Al tramonto del progetto di Organizzazione comune delle regioni sahariane (1957-62), il territorio dei t. si trovò diviso dai confini degli attuali Stati sopracitati. In Libia e Algeria, dov’erano meno numerosi, si avviò una maggiore integrazione, mentre in Niger e Mali prevalse la marginalizzazione economica e sociale che, unita alle carestie degli anni 1970-85, indusse a una parziale emigrazione verso le città e i Paesi vicini. La fine degli anni Ottanta vide altresì la rinascita di gruppi ribelli che miravano a una maggiore autonomia dei territori tuareg. In Niger l’Organizzazione della resistenza armata e la Resistenza armata coordinata si opposero alle forze governative tra il 1990 e il 1995, attaccando, in particolare, il centro turistico di Agadez e la zona di Arlit, ove si trovano le importanti miniere di uranio sfruttate dalla società francese Areva. Gli accordi di pace del 1995 non risolsero i problemi e vi furono ancora scontri negli anni successivi, in particolare nel febbraio 2007, quando talune Organizzazioni non governative (ONG) lamentarono la mancanza di istituzioni democratiche e la priorità data agli interessi minerari stranieri dai leader politici del Niger meridionale, a discapito degli interessi delle popolazioni del Nord-Ovest, ove si trovano i tuareg.
Nel febbraio del 2010 gli ex ribelli t. in Niger sostennero la giunta golpista che aveva deposto il presidente Mamadou Tandja portando poi al potere l’attuale presidente Mahamadou Issoufou. In Mali si formò nel 1988 il Movimento popolare di liberazione dell’Azawad, ovvero la parte Nord-Est del Paese, con i suoi centri più importanti – Kidal, Gao e Timbouctou –, che i t. vorrebbero indipendente, benché sia in realtà popolata anche da altre etnie. Nell’ultimo ventennio si sono succedute diverse ribellioni, nel 1990-96, nel 2006, nel 2007-09 e, infine, nel 2012, quando il principale gruppo di ribelli t., divenuto nel frattempo Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (MNLA), prese il controllo dell’area a Nord del fiume Niger. Tale successo fu possibile anche grazie al supporto di combattenti provenienti dalla Libia, a seguito della caduta di Muammar Gheddafi nell’autunno 2011. Negli anni Ottanta Gheddafi aveva integrato nel suo esercito una speciale armata di soldati t. che gli fu sempre fedele e che per questo fu costretta a lasciare il Paese una volta che i ribelli libici presero il potere. Una gran parte di quell’armata raggiunse il Mali e si unì al MNLA, ma anche, in minor parte, a gruppi di ribelli di matrice islamica, quali Anṣār al-Dīn, al-Qā῾ida nel Maghreb islamico e il Movimento per l’unicità e la Jihād nell’Africa dell’Ovest. La presenza di tali gruppi islamici non giovò alla causa dei t. del MNLA, poiché scatenò la reazione della comunità internazionale e, in particolare, della Francia, che nel gennaio 2013 diede supporto bellico al governo del Mali per riconquistare le regioni settentrionali del Paese. La guerriglia del MLNA è rimasta comunque attiva nell’Azawad, ove militari dell’ONU erano ancora presenti nell’estate del 2014, quando ad Algeri ha avuto luogo una serie di incontri per tentare una negoziazione tra gruppi ribelli e governo del Mali.