TRUENTUM (v. s 1970, p. 191, s.v. Castrum Truentinum)
La città di T. è menzionata in numerose fonti antiche (Cic., Att., VIII, 12, Β, 1; Mela, II, 65; Sil., VIII, 433: Truentinas Turres; Geogr. Rav., 431, I, 1) in particolare Strabone e Plinio (Strab., v, 231; Plin., Nat. hist., III, 110) che sottolineano la posizione strategica della città al passaggio del fiume Tronto poco prima della foce, e sul crocevia fra la Salaria e la strada litoranea. Secondo l’Itinerarium Antonini (101; 308; 313,2) la Troento Civitas, detta, nella Tabula Peutingeriana, Castrum Tr(u)entinum (v, 5), era ubicata alla distanza di circa 26 miglia dalla stazione di Castellum Firmanorum in territorio marchigiano e a 20 miglia da Ascoli, distanze che ben si adatterebbero alla localizzazione della città alla foce del Tronto in territorio di Martinsicuro.
Nella zona e in particolare sull'ultima propaggine collinare sopra la foce, Colle Di Marzio, sono stati individuati in passato vari resti di un insediamento databile fra la tarda Età del Bronzo e l'Età del Ferro.
A S del Colle, lungo il fosso di Fonte Ottone, è stato inoltre localizzato il tracciato della Salaria, che qui giungeva a S del fiume (cfr. il miliario augusteo CIL, IX, 5954 da Marino del Tronto) e su cui prospettavano resti di tombe monumentali e sepolture riferibili alla necropoli dell'abitato.
Due sono i punti fermi rilevati negli scavi 1991-95 nella ricostruzione delle trasformazioni dell'area in età postantica, e cioè il forte avanzamento della linea di costa, in antico ubicata ai piedi delle colline, e mutamenti molto più contenuti nel corso del fiume, attualmente ubicato a 60-80 m a N dell'alveo di età romana.
Sul pianoro a S dell'antica foce compreso fra la linea ferroviaria adriatica e la frazione di Case Feriozzi (Via Po) è stato individuato un articolato quartiere commerciale, organizzato lungo un asse viario orientato circa N-S.
La strada presenta un primo livello glareato, databile fra II e I sec. a.C., e un secondo piano dal basolato regolare probabilmente ascrivibile alla prima età imperiale.
L'occupazione di questo bassopiano costiero sembra riferibile a un'epoca abbastanza antica. Anche se le prime fra le strutture murarie rinvenute non sembrano databili a epoca anteriore alla seconda metà del lI-prima metà del I sec. a.C., in alcuni saggi sono stati rinvenuti materiali ceramici inquadrabili fra V e II sec. a.C.
Anche se l'impianto conservatosi si definisce nella tarda età repubblicana, i resti sembrano testimoniare una precoce discesa del popolamento sul pianoro lungo il fiume (sec. V a.C.) dal soprastante abitato d'altura protostorico. Mentre a questa prima fase sembrano riferibili strutture in materiali deperibili, le fasi tardorepubblicane rivelano una serie di edifici, probabilmente a un piano solo, con pavimenti in terra battuta e con strutture in opera incerta.
L'impianto del quartiere appare organizzato lungo il succitato tracciato N-S, su cui si innestano piccoli tracciati viari glareati, a servizio delle strutture che non prospettavano direttamente lungo la strada. Un secondo percorso parallelo appare riconoscibile c.a 60 m a O del precedente: il complesso rettangolare presenta infatti un largo accesso carrabile verso occidente. Altro importante asse viario doveva essere un percorso con orientamento E-0 rinvenuto in un contesto tardoantico, che doveva collegare il quartiere con le zone portuali a ridosso del Tronto.
Nell'organizzazione della maglia urbanistica può notarsi una certa regolarità, con complessi rettangolari probabilmente riconoscibili come magazzini o strutture insediative minori, organizzati in senso N-S secondo modularità di c.a 12 e 24 m, con pavimenti per lo più in terra battuta.
In un punto sono stati parzialmente indagati i resti di un edificio di una certa rilevanza con strutture in opera quadrata, a cui può forse correlarsi il rinvenimento di alcune dita bronzee attribuibili a una figura femminile facente parte di un gruppo statuario monumentale non dissimile per cronologia e fattura da quello di Cartoceto.
A conferma dell'avvenuta riscoperta dell'antica città è stata rinvenuta una lastrina in marmo pavonazzetto, originariamente impiegata come elemento di rivestimento pavimentale e poi riutilizzata per incidervi un testo epigrafico lacunoso: ca[strum]/tr[uentinum]. In età tardoantica (IV-VI sec. d.C.) sono attestate profonde ristrutturazioni dell'assetto antico dell'abitato, comuni a tanti ambiti urbani dell'Italia tardoromana, con il rimaneggiamento della viabilità preesistente, la parcellizzazione di alcuni complessi a probabile uso di nuclei di popolazione povera, l'impianto di superfetazioni anche in legno su molte strutture antiche o la loro totale sostituzione con strutture interamente lignee, il deposito di imponenti livelli di terre nere, e infine l'inserimento nell'ambito di tali interri di numerose sepolture all'interno stesso dell'insediamento ormai parzialmente abbandonato (VI-VII sec. d.C.).
Il quartiere non sembra riconoscibile come il centro dell'abitato antico, essendo le strutture attribuibili per lo più a uso commerciale o residenziale e mancandovi anche apprestamenti portuali di qualsiasi genere. L'insediamento antico proseguiva infatti a Ν in una larga fascia adiacente al fiume.
Il tracciato viario, di cui deve supporsi in un punto anche un assetto tardorepubblicano, doveva consentire il collegamento fra il quartiere messo in luce e l'area portuale, da localizzarsi a O dell'attuale alveo del fosso di Fonte Ottone nell'area del tracciato moderno della Strada Statale Adriatica. Qui sono stati rinvenuti (scavi 1995) i resti del macellum della città, con portico interno e ali porticate; a esso adiacenti sono i resti del porto antico, dove l'abitato dovette perpetuarsi in età altomedievale e medievale con il nome di Turris ad Trunctum.
Bibl.: A. R. Staffa, Scavi a Martinsicuro - loc. Case Feriozzi: la riscoperta dell'antica Truentum, in Atti della Giornata di Studio su Archeologia nell'area del Basso Tronto·, S. Benedetto del Tronto 1994, Tivoli 1995, pp. 111-146; id., . Martinsicuro, loc. Case Feriozzi: resti dell'antica città di Truentum-Castrum Truen- tinum, in AA.VV., Le valli del Salinello e della Vibrata (Documenti dell'Abruzzo Teramano, IV), in corso di stampa; id., Martinsicuro: riscoperta dell'antica Truentum-Castrum Truentinum, in corso di stampa.