TRUCHSESS von WALDBURG, Ottone
Cardinale e vescovo di Augusta. Nato nel castello svevo di Scheer, il 25 febbraio 1514, morto il 2 aprile 1573. Studiò a Tubinga, Padova, Pavia, Bologna, dedicandosi agli studî teologici, canonici e anche classici. In Italia assimilò le idee della più severa Controriforma, alle quali rimase sempre fedele. Nel 1541 fu nominato consigliere di Carlo V, poi cameriere pontificio, ed ebbe incarichi diplomatici; fu poi nunzio pontificio alla dieta di Norimberga (1543); e nello stesso anno eletto vescovo di Augusta, con l'appoggio del papa, dell'imperatore e di re Ferdinando. Si fece subito consacrare prete e vescovo; nel 1544 fu nominato cardinale. La sua funzione principale fu quella d'intermediario fra la curia e l'imperatore, dei quali godeva la fiducia, agendo sempre nel senso d'un accordo fra le due politiche. Fiero avversario dei protestanti, amico di Paolo IV e del Canisio, la sua influenza cominciò a declinare dopo la "pace religiosa" seguita alla dieta di Augusta del 1555, in seguito soprattutto all'odio dei protestanti contro di lui, odio che indeboliva la sua posizione a corte. Anche le cariche ecclesiastiche e i benefici ch'egli ambiva, come la cattedra episcopale di Colonia, gli rimasero preclusi dopo l'abdicazione di Carlo V: ed egli dedicò la sua attività al trionfo della Controriforma. Sperò sempre che i pontefici dedicassero la massima parte del loro interesse e delle loro preoccupazioni alla Germania, ed operò sempre in questo senso; ma solo troppo tardi ebbe tutta l'assistenza richiesta. La sua attività per la riforma cattolica nella diocesi di Augusta fu spesso intralciata dalla mancanza di mezzi finanziarî, tanto che solo a costo di lotte con il capitolo egli poté mantenere in piedi il seminario di Dillingen da lui creato, elevato a università nel 1554 e nel 1564 affidato ai gesuiti.
Bibl.: H. Duhr, Quellen zu einer Biographie des Cardinals O. Tr. von W. und Reformationsbestrebungen desselben, in Goerres-Jahrbuch, VII; L. v. Pastor, Storia dei papi, trad. it., V, VI, VII passim.