TROPEA (A. T., 27-28-29)
Antica cittadina calabrese della provincia di Catanzaro, situata, a 61 m. s. m., sul primo gradino della quadruplice serie di terrazzamenti della costa NO. dell'altipiano vibonese (v. poro). L'abitato occupa pittorescamente una vasta rupe di arenarie mioceniche strapiombante a N., a S. e a O., sopra un lembo sabbioso di spiaggia in continuo aumento, che da almeno due secoli ha catturato due grossi frammenti insulari dell'orlo terrazzato, lo scoglio di San Leonardo a N., dal quale si stacca in direzione di NE. un piccolo molo formante un porto frequentato da barche da pesca e da piccolo carico, e la cosiddetta Isola di Santa Maria, sormontata da un santuario e già sede di monaci benedettini. La costa si prolunga alta e rotta in piccoli seni e scogliere orlate di sabbia a NE. e a SO. Il clima è singolarmente mite (temperatura media annua circa 18°, gennaio 11°,4, agosto 25°; pioggia annua 600-700 mm.), e favorisce una folta vegetazione di ulivi, agrumi, vigneti, piante da frutti. La superficie del comune è di soli kmq. 4,24, quasi tutti intensamente coltivati. Vi è qualche attività peschereccia e qualche piccola industria agricola; assai decaduta è l'industria delle pelli e dei cuoiami, per cui un tempo Tropea era famosa. La popolazione, quasi tutta raccolta nel centro cittadino, era di 5332 ab. nel 1861, 5386 nel 1881, 5096 nel 1901, 5694 nel 1911, 5684 nel 1921, 5687 nel 1931.
Tropea, poco distante dal Portus Herculis ricordato da Strabone e da Plinio, fra Hipponium e Medma, era sede vescovile già nel sec. VIII (dal 1094 sede del vescovato di Tropea e Amantea). È uno dei centri più notevoli della Calabria per interesse monumentale artistico (i terremoti non vi fecero mai danni molto gravi). Monumento principale è la cattedrale, costruita nel sec. XII, sul posto di una "cattolica" bizantina, in forme latine basilicali (con forti influssi di tarda arte normanno-siciliana) già completamente obliterate nei rifacimenti del sec. XVI e dei successivi e recentemente (1928-32) restituite da restauri e rifacimenti, specialmente nel fianco sinistro, nelle tre absidi del tergo e nella struttura interna a pilastri ottagonali. Vi si conservano notevoli pezzi di scultura marmorea dei secoli XV e XVI, di provenienza toscana e siciliana, e di scultura lignea (un grande Crocifisso nero del sec. XVI), una tavola di tarda influenza bizantina, forse del sec. XIV, con l'effigie della Madonna e del Bambino (la "Madonna di Romania", assai venerata), oreficerie e argenterie sacre, preziosi paramenti, libri corali miniati, ecc. Notevoli resti di architettura archiacuta dei periodi svevo e angioino sono nel fianco sinistro dell'antico episcopio sul sagrato della cattedrale, nella chiesa dell'Annunziata (a SO. dell'abitato) nella cappella di S. Demetrio, ecc. Interessanti sono pure altre chiese (Il Gesù, i Cappuccini, ecc.) con sculture marmoree e lignee, tarsie marmoree barocche, ecc. In un piccolo Antiquarium civico sono radunati oggetti di scavo (trovati durante i lavori di restauro della cattedrale) analoghi a quelli della grande necropoli italica di Torre Gallo, sull'altipiano a 8 km. dalla città. Tropea ha stazione della ferrovia Napoli-Reggio a 400 m. a S. dell'abitato.
Bibl.: V. Capialbi, Mem. della S. Chiesa Tropeana, Napoli 1852; N. Scrugli, Not. st. ed arch. di Portercole e Tropea, ivi 1891; M. Paladini, Mem. st. sulla città di Tropea, Catania 1930; F. Adilardi, Cenno st. sulla chiesa vesc. di Tropea, Napoli 1849, 2a ed.; F. Toraldo, Il sedile e la nobiltà di Tropea, Pitigliano 1898; E. Galli, La cattedr. normanna di Tropea restituita al suo pristino aspetto, Roma 1932; A. Galluzzi, La cattedrale di Tropea, in L'Arte sacra, 1933.