Vedi TROPAEUM TRAIANI dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
TROPAEUM TRAIANI (v. vol. vii, p. 1022)
In due metope del monumento traianeo si è proposto di riconoscere la scena del suicidio di Decebalo e la sua decapitazione.
P. Speidel vede la prima scena nella metopa iv che raffigura un cavaliere al galoppo contro un Dace barbato, che si copre con lo scudo e che starebbe per sgozzarsi con la sica. L'arma non è peraltro molto leggibile e potrebbe interpretarsi come l'orlo del costume. Un'altra metopa (xxviii) con un Dace a terra all'angolo inferiore sinistro dinanzi ad un cavaliere romano irrompente, sembrerebbe meglio corrispondere a quella del suicidio di Decebalo sul fregio della Colonna Traiana, nelle ultime sequenze della seconda guerra dacica, e a quella scolpita nella parte superiore di una stele funeraria del cavaliere romano che catturò il re Dace. Questa stele è stata trovata nel villaggio di Grammeri a N-O di Filippi in Macedonia ed è conservata nel museo di Kavalla. Dall'iscrizione sulla stele conosciamo il nome del cavaliere Tiberio Claudio Massimo, che aveva partecipato alla spedizione dacica di Domiziano ricevendo dona militaria nell'89 a. C.; aveva poi partecipato alle guerre daciche di Traiano durante le quali fu fatto duplicarius in ala secunda Pannoniorum ed explorator in bello Dacico et Parthico et ab eode(m) factus decurio in ala eade(m) quod cepisset Decebalu(m) et caput eius pertulisset ei Ranisstoro.
Ti. Claudio Massimo fu dunque uno dei cavalieri che raggiunsero Decebalo nel momento in cui egli si suicidava e ne portò poi la testa mozza a Traiano nel campo di Ranisstorum. Anche la scena della presentazione della testa di Decebalo ai soldati romani in questo accampamento di Ranisstorum è raffigurata nel fregio della colonna traianea.
In tutti e tre i monumenti avremmo dunque rappresentato lo stesso episodio della cattura di Decebalo nell'esperto e pittorico stile del Maestro delle imprese di Traiano sulla Colonna, nello stile più schematico e popolareggiante sulla stele funeraria, e in quello barbarico provinciale sulla metopa. In un'altra metopa (v) del mausoleo traianeo L. Rossi ha proposto di riconoscere il trasporto della testa mozza di Decebalo da parte di Claudio Massimo. La scena mostra un cavaliere romano al galoppo verso destra che reca nella mano sinistra sollevata il macabro trofeo della testa mozza barbata di un Dace, il cui corpo, acefalo, è raffigurato su un asse obliquo ribaltato sul piano di fondo della metopa, secondo la prospettiva convenzionale di questo stile locale. È probabile che lo scultore abbia inteso di rappresentare non una scena generica di decapitazione di un Dace, ma far più preciso riferimento all'episodio della fine di Decebalo e al trasporto della testa nel campo romano. Questa metopa dovrebbe allora seguire quella con il suicidio nella sequenza del fregio e ambedue sarebbero da ricostruire fra quelle dell'ultima parte della serie, imponendo una revisione del problema ricostruttivo di questo fregio. L. Rossi vede nella metopa ix una adlocutio e propone di collocare alla fine le metope i-xvii.
Bibl.: M. Speidel, The captor of Decebalus, a new inscription from Philippi, in Journ. Rom. Stud., LX, 1970, pp. 142-153; id., The suicide of Decebalus on the tropaeum of Adamklissi, in Rev. Arch., 1971, pp. 75-78; L. Rossi, Nuova evidenza storico-iconografica della decapitazione di Decebalo in monete e monumenti traianei con proposta di riordino della metope del Tropaeum Traiani di Adamklissi, in Riv. Ital. di Numismatica, XIX, serie V, LXXII, 1971, pp. 78-100; id., Trajan's Column and the Dacian Wars, Londra 1971, pp. 55-65; 229-230.