tronco (sost.)
Ricorre quattro volte nell'episodio di Pier della Vigna: colsi un ramicel da un gran pruno; / e 'l tronco suo gridò: " Perché mi schiante? " (If XIII 33). Come osservò per primo F. D'Ovidio (Nuovi studi danteschi, Milano 1907, 208 e 210), il vocabolo non designa il fusto di un albero, ma " il ramo troncato ", il moncone della fraschetta (v. 29) che D. aveva spezzato; e così ai vv. 55, 91 e 109. Il Bosco, accettando questa spiegazione (cfr. D. vicino, Caltanissetta - Roma 1966, 258), se ne avvale per confermare la sua interpretazione del ‛ bosco ' dei suicidi, che sarebbe una sterpaglia e non un bosco di alberi d'alto fusto.
Analogamente, l'accrescitivo ‛ troncone ' ha il significato di " moncone " nell'accenno fatto da Bertram dal Bornio alla pena cui è condannato, di portare il capo diviso dal resto del corpo: If XXVIII 141 partito porto il mio cerebro... / dal suo principio ch'è in questo troncone, cioè dal midollo spinale chiuso in questo " busto mozzo del capo ".