tronco (agg.)
Solo nell'Inferno e nel Purgatorio, in accezioni che esprimono l'idea della mutilazione, della separazione o della privazione.
In qualche caso funge da aggettivo verbale, può essere cioè inteso come un participio passato di ‛ troncare ' senza suffisso; quest'uso risulta più evidente quando, con il significato di " reciso ", " mozzato ", è riferito alla parte che è stata asportata, come avviene nella descrizione delle mutilazioni subite dai seminatori di discordia: Pier da Medicina avea... tronco 'l naso infin sotto le ciglia (If XXVIII 65); Bertram dal Bornio 'l capo tronco tenea per le chiome (v. 121).
Nonostante l'apparente analogia della situazione, ha un'accezione diversa in XXX 51 Io vidi un, fatto a guisa di lëuto, / pur ch'elli avesse avuta l'anguinaia / tronca da l'altro che l'uom ha forcuto; mastro Adamo, infatti, sarebbe sembrato un liuto solo che avesse avuto l'inguine " privo " delle gambe.
La difficoltà a determinare se l'aggettivo sia usato in una o nell'altra delle due accezioni finora chiarite è dimostrata dalle interpretazioni non univoche proposte per Pg XIV 32 l'alpestro monte ond'è tronco Peloro; Scartazzini-Vandelli e Casini-Barbi spiegano " l'Appennino dal quale è staccato il capo di Peloro ", e sembrano quindi orientati a considerare t. un aggettivo vero e proprio; al contrario il Porena gli attribuisce una funzione schiettamente verbale chiosando " da cui fu violentemente troncato con una catastrofe naturale il monte Peloro "; il Chimenz, a sua volta, considera possibili entrambe le spiegazioni.
Gli angeli che scendono a guardia della valletta dei principi hanno le spade tronche e private de le punte sue (Pg VIII 27). Qui il dissenso verte soprattutto sul significato allegorico da attribuirsi al fatto che le spade sono " spuntate "; perché l'ufficio commesso agli angeli " è a difensione e non a offensione ", chiosa l'Ottimo, trovando il consenso di Scartazzini-Vandelli, Mattalia, Chimenz e altri. Il Sapegno e il Grabher aderiscono invece alla spiegazione dell'Anonimo, secondo il quale " per le due spade vuole dimostrare la giustizia e la misericordia di Dio... E però descrive le spade senza punta a dimostrare... che non con rigore di giustizia condanna senza misericordia, né con misericordia senza giustizia, ché la sua spada non fedisce per punta, ma sempre per taglio ". Su quest'ultima osservazione, così puntuale nel definire con esattezza il valore anche letterale di tronche, soffermano la propria attenzione Casini-Barbi, che per altro gli attribuiscono un significato allegorico diverso (" l'assistenza degli angeli è a difesa e non ad offesa, e la tentazione può esser contrastata via via e messa in fuga, non già annientata e uccisa una volta per sempre "). Da parte sua, il Porena ritiene che tronche sia un'anticipazione di private de le punte sue ed enuncia l'ipotesi che il poeta abbia voluto significare " che con quelle stesse spade gli angeli combatterono Lucifero e i suoi seguaci, e portano ancora le tracce dell'aspra battaglia ". Il Bosco pensa che le spade sono tronche e spuntate perché la battaglia degli angeli fedeli contro i ribelli è vinta una volta per sempre; esse dunque non debbono essere adoperate contro la biscia-diavolo, che infatti, appena gli angeli appaiono, dilegua.
In due casi è usato in senso estensivo. La parola tronca che D. ‛ trae ' forse a peggior sentenzia che non tenne (If IX 14) è la frase se non... (v. 8) lasciata " incompiuta " poco prima da Virgilio. Dall'alto della sua spelonca nei monti della Lunigiana, Aronta poteva liberamente godere della vista del cielo e del mare o, come dice D., a guardar le stelle / e 'l mar non li era la veduta tronca, cioè " tolta ", " impedita " (XX 51).