tromboembolismo venoso
Patologia (detta anche tromboembolia) caratterizzata dalla formazione di trombi all’interno del torrente circolatorio venoso, associati o meno a embolia polmonare. Il rapporto tra trombosi ed embolia è molto stretto: infatti, circa il 50% dei pazienti con trombosi venosa profonda prossimale degli arti inferiori presenta un’embolia polmonare asintomatica e, d’altro canto, una trombosi venosa profonda, soprattutto se asintomatica, è presente in circa l’80% dei pazienti con embolia polmonare. L’incidenza media del t. v. è di 117 casi/100.000 persone all’anno. Tale incidenza aumenta con l’età del paziente e appare lievemente più elevata nei soggetti di sesso maschile. Le complicanze più importanti del t. v. sono rappresentate dall’elevata incidenza di recidive dopo il primo evento (7% a 6 mesi dalla diagnosi e 30% nei successivi 10 anni) e da elevata mortalità in soggetti non rapidamente diagnosticati e non adeguatamente trattati.
Questa patologia può interessare qualsiasi distretto del circolo venoso, ma in particolar modo colpisce le vene degli arti inferiori. La diagnosi è clinica (evidenza di arto con aumentata temperatura, edema, arrossamento) e strumentale (esame ecocolordoppler). Tale evento si può verificare spontaneamente (soprattutto nei soggetti affetti da trombofilia) o in seguito a interventi chirurgici, traumi, gravidanze, terapia estroprogestinica, neoplasie.
Questa patologia è dovuta all’embolizzazione (in genere a partenza da un trombo presente nelle vene profonde degli arti inferiori) di una delle arterie principali del polmone. La diagnosi si basa sul sospetto clinico (dispnea, dolore toracico) e su esami strumentali (scintigrafia polmonare, TC con mezzo di contrasto, RMN). Dal punto di vista terapeutico, si distinguono la profilassi del t. v. e la terapia dell’evento tromboembolico acuto.
La profilassi antitrombotica si realizza per evitare, in situazioni cliniche di aumentato rischio trombotico, l’insorgenza di un evento tromboembolico. Si distinguono metodi di profilassi meccanica (calze elastiche, compressione pneumatica intermittente) e medica: eparina non frazionata o a basso peso molecolare, antagonisti della vitamina K, inibitore per via parenterale del fattore X attivato (fondaparinux). La terapia dell’evento trombotico acuto si attua utilizzando nella fase iniziale eparina non frazionata o a basso peso molecolare o fondaparinux, che viene continuata per almeno tre mesi con somministrazione degli antagonisti della vitamina K.