tromba e altri ottoni
Il suono più squillante
La tromba è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni: il suono viene cioè prodotto facendo vibrare la colonna d’aria contenuta all’interno dello strumento. La tromba, nelle sue forme più semplici, ha un’origine antichissima; solo nel corso del 17° secolo iniziò a essere perfezionata e trovò un ruolo stabile nell’orchestra insieme ad altri ottoni come il trombone e il corno
Come ogni altro aerofono (strumenti musicali), anche nella tromba la materia vibrante che genera il suono è l’aria. Se riduciamo la tromba alle sue componenti essenziali possiamo descriverla come un tubo cavo. Per emettere il suono non è sufficiente soffiare: il musicista infatti deve appoggiare le labbra a una estremità del tubo – detta bocchino – e, insufflando nello strumento, mettere in vibrazione l’aria con le labbra. La forma e il materiale di costruzione dello strumento conferiscono al suono risultante differenti altezze e intensità.
Il timbro dipende dalla forma del tubo – o, più propriamente, condotto sonoro –, che può essere prevalentemente cilindrico, come nella tromba moderna, ma anche conico (come nei corni), dritto (come nel dijeridoo australiano, ricavato da un arbusto) oppure ricurvo (come in tutti gli ottoni usati nell’orchestra) e può terminare con una dilatazione detta campana. La lunghezza del condotto sonoro determina invece l’altezza del suono: più esso è lungo più la nota risultante sarà grave.
Con il termine tromba solitamente si intende lo strumento in ottone – assai perfezionato e versatile – attualmente in uso nell’orchestra sinfonica o nei complessi jazz. Secondo l’organologia – la disciplina che studia le caratteristiche degli strumenti musicali – possiamo però allargare la definizione a tutti gli strumenti ad aria in cui il suono è prodotto dalla vibrazione delle labbra del musicista, come per il corno e per il trombone.
Nella storia dell’uomo e nelle diverse culture esistenti nel mondo è possibile incontrare una grande varietà di trombe, con differenze che vanno dai materiali utilizzati alla forma dello strumento. Prima di costruire strumenti a fiato attraverso la fusione dei metalli, infatti, l’uomo ricavò le prime trombe rudimentali da elementi cavi già presenti in natura, come grosse conchiglie, lunghe ossa, fusti vegetali e canne di bambù.
Inoltre, la musica non è stata la prima e unica finalità della tromba: la potenza di suono di questo strumento lo rende infatti adatto a comunicare a grandi distanze. Per questo il suono della tromba è stato spesso utilizzato come segnale sonoro durante la caccia o sul campo di battaglia. È anche per questo motivo che in molte civiltà la tromba ha rappresentato un simbolo di potere. Questo strumento infatti non poteva mancare nelle celebrazioni delle corti rinascimentali o nelle parate militari. Infine non va dimenticato il suono più temuto nella storia dell’uomo: quello delle trombe del Giudizio universale.
Nonostante la tromba fosse conosciuta già in epoca egizia e romana, fino al tardo 16° secolo essa non venne considerata al pari di altri strumenti musicali. Le prime trombe, infatti, non permettevano di ottenere una grande varietà di note e avevano notevoli problemi di intonazione. Costruite dapprima in legno e poi in bronzo o argento, nell’antichità le trombe avevano la canna dritta; solo alla fine del Medioevo, per evitare trombe di eccessiva lunghezza, si cominciò a usare la canna ricurva secondo il modello tuttora in uso.
I perfezionamenti tecnici apportati nel Seicento permisero di inserire questo strumento in organici orchestrali più ampi, incentivandone l’utilizzo. Solo nell’Ottocento però venne inventato il sistema di valvole e pistoni che permise finalmente di poter eseguire tutte le note della scala cromatica. Questo meccanismo aggiunse alla tromba tre tasti con i quali fu possibile deviare il flusso d’aria e, di conseguenza, allungare o accorciare la colonna d’aria all’interno dello strumento, cambiando così l’altezza della nota prodotta.
Nei tromboni a coulisse la lunghezza del condotto sonoro viene modificata in un modo molto più visibile, estendendo con il braccio una parte allungabile dello strumento.