troll
s. m. inv. Nella rete telematica, chi ha l’abitudine di provocare e di disturbare le normali conversazioni e scambi di idee tra utenti.
• [tit.] Il governo di Sua Maestà dichiara guerra ai «troll» in Rete [testo] [...] Chi è solito frequentare forum e chat pubbliche sul Web sa bene cosa sia un troll, cioè un utente che all’interno di un forum, una chat o in generale una comunità virtuale inizia volontariamente a provocare o insultare gli altri membri, spesso e volentieri toccando argomenti delicati o particolarmente «caldi» con l’obiettivo di far esplodere la «rissa virtuale» all’interno del sito, di distrarre dall’argomento principale. (Anna Rita Rapetta, Sicilia, 17 giugno 2012, p. 26, Noi Oggi) • Resta la grottesca sostituzione della democrazia con il mito di una «democrazia del web» vulnerabile a ogni manipolazione, soggetta a un dispotismo del capo in cui il dissenso è equiparata alle molestie di un «troll» e le scelte vengono prese in un’atmosfera di segretezza e di opacità che consentono qualsiasi orchestrazione oligarchica nei confronti dei discepoli. (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 21 aprile 2013, p. 1, Prima pagina) • Ad aprire le ostilità, un paio di settimane fa, è stato un texano di nome Virgil ‒ con un passato di troll all’attivo ‒ che su Twitter ha scritto di avere rimesso a posto il canone sull’argomento. (Riccardo De Palo, Messaggero, 3 marzo 2017, p. 23, Cultura & Spettacoli).
- Dal s. ingl. troll, nelle leggende scandinave creatura abitante nei boschi simile a un orco.
- Già attestato nella Repubblica del 15 novembre 2006, Napoli, p. XIII (Mario Franco).