(gr. Τροϕώνιος) Figura della religione greca con culto oracolare a Lebadea in Beozia. Il mito lo presenta come ‘eroe’, con molte varianti circa la paternità (Zeus, Apollo, Ergino re di Orcomeno), e come architetto con il fratello Agamede (avrebbe costruito celebri edifici come il tempio di Apollo a Delfi); nel culto molti tratti lo presentano quale divinità: è chiamato Zeus T. in iscrizioni del suo santuario.
L’oracolo, famoso dall’età arcaica all’età romana, era consultato secondo un cerimoniale complesso: dopo un periodo di purificazione rituale e alcuni sacrifici preliminari, l’interpellante era condotto al mantèion (il luogo dove si esplicava l’attività oracolare) vero e proprio, costituito da un crepaccio aperto sul fianco di una montagna, che immetteva in una grotta sotterranea artificiale; qui aveva la sensazione di essere travolto da una corrente e mediante visione o audizione riceveva la rivelazione, secondo un modo della mantica diretta, per poi trovarsi di nuovo al di fuori dell’antro. Secondo la tradizione, chi consultava T. non era più capace di ridere.
A Lebadea si celebravano in onore di T. feste dette Trofonie.