ARNULFI, Trofimo
Nato a Scarena (Nizza) il 18 marzo 1803, entrò giovanissimo nel corpo dei Carabinieri reali, percorrendovi rapidamente tutti i gradi della carriera: sottotenente nel 1832, fu capitano nel 1843, maggiore nel 1848. Col grado di luogotenente colonnello, nel 1857 l'A. fu inviato dal Rattazzi, ministro dell'Interno, a Genova, con l'incarico di scoprire le fila di quel movimento insurrezionale che si credeva imminente. Ma, nonostante lo zelo spiegato, l'A. non riuscì a venirne a capo: la rivolta, però, che gli stessi organizzatori, venuto meno l'elemento sorpresa, all'ultimo momento sospesero, si accese fra il 29 e il 30 giugno, in concornitanza con la spedizione a Sapri di Carlo Pisacane, soltanto in qualche focolaio, e fu perciò rapidamente domata.
Dal 30 giugno al novembre l'A. inviò al Rattazzi dettagliati rapporti sui gruppi repubblicani e rivoluzionari genovesi, che egli ben conosceva e giudicava assai forti, e sulla fallita insurrezione; l'A. era fautore di una rigida repressione, trovandosi talora in contrasto con lo stesso Rattazzi. Per l'opera prestata a Genova fu insignito della croce di ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
L'A. prese parte alla campagna del 1859 e, quale comandante dei Carabinieri in Milano dopo l'ingresso dei Franco-Piemontesi, sventò un attentato organizzato, sembra, da alcuni repubblicani contro i due sovrani; partecipò anche alla campagna del 1860-61. Promosso maggior generale, dopo la proclamazione del Regno d'Italia ricoprì la carica di membro della commissione per i Carabinieri reali; per sua iniziativa furono introdotte utili modifiche nell'ordinamento del Corpo e fu istituita la Legione allievi. Dal 1861 al 1866 l'A. resse col titolo d'ispettore il comando dei reparti di carabinieri dislocati nelle province meridionali, contribuendo efficacemente alla repressione del brigantaggio. Col grado di tenente generale comandò successivamente le divisioni militari territoriali di Catanzaro e di Chieti sino a che non fu collocato a riposo nel 1867.
Datosi nell'ultimo periodo della sua vita all'attività politica, fu eletto deputato per il collegio di Cuorgnè nella VIII legislatura (1861-65), e poi ancora nella IX (1865-67), XI (1870-74), XII (1874-76), XIII (1876-80) e nella XIV (1880-82). Alla Camera intervenne in varie discussioni di carattere militare e finanziario. Morì a Valperga il 18 sett. 1880.
Bibl.: A. Luzio, Carlo Alberto e Giuseppe Mazzini, Torino 1923, p. 397; Id., Nuove ricerche mazziniane,in Mem. d. R. Accad. delle scienze di Torino,LXVI (1925), p. 42; P. S. Leicht, Memorie di Michele Leicht, in Rass. stor. del Risorgimento, XXII,2 (1935), pp. 102 s.; U. Barengo, Vicende mazziniane e garibaldine nelle carte dei Carabinieri Reali,Milano 1942, pp. 57-116; T. Sarti, Il parlam. subalpino e nazionale, Terni 1890, p. 63.