TRITUN
Con questa designazione viene indicata, su una kölix etrusca a figure rosse da Volterra, del IV sec. a. C., una figura che suona la buccina. Il vaso è frammentario e della figura si conservano solo la testa, parte del braccio e la tromba. Il campo figurato contiene inoltre una figura femminile che cavalca un mostro marino. Stando al contenuto generale della rappresentazione e all'attributo della buccina, l'indicazione Tritun, corrispondente etrusco del greco Τρίτων (v. nereo e nereidi; tritone), qualifica precisamente la figura. Purtroppo non sono possibili altre puntualizzazioni iconografiche.
In Etruria il Tritone ha un'esemplificazione larga, che va dall'arcaismo all'ellenismo. La tipologia si attiene nelle linee generali, a quella affermata in Grecia (v. tritone; tritopatore). Non sarebbe da escludere, in Etruria, un'influenza della tipologia del Tifone che potrebbe, a sua volta, aver facilitato l'evoluzione del Tritone: ad esempio quello raffigurato su una tazza etrusca a figure rosse della prima metà del IV sec. a. C. al Museo Vaticano rivela nelle zampe intrecciate e nelle pietre strette nelle mani aspetti peculiari al Tifone (v.).
Bibl.: T. Dressler, Triton und die Tritonen in der Litteratur und Kunst der Griechen und Römer, I-II, Programme... zu Wurzen, 1892-1893; id., in Roscher, V, 1916-24, c 1150 s., s. v.; H. Herter, in Pauly-Wissowa, VII A1, 1948, c. 245 ss., per i monumenti etruschi in particolare, c. 265 s.; E. Buschor, Meermänner, in Sitzungsberichte Bayr. Akad, 1941, II, i. Abh., particolarmente p. 29 ss.; T. Dohrn, Etruskische Amphora in Basler Privatbesitz, in Antike Kunst, VI, 2, 1963, p. 62 ss. Per i vasi etruschi a figure rosse: J. D. Beazley, Etr. Vase-Paint., passim. Per la denominazione: E. Fiesel, Namen d. griech. Mythos im Etruskischen, Gottinga 1938, pp. 8, 10, 99.