TRITTICO
. Si dicevano presso i Romani triptycha (τρίπτυχα) i libri di note composti di tre tavolette articolate, connesse per mezzo di un nastro o di mastietti che permettevano di ripiegarle l'una sull'altra. L'interno dei triptycha aveva un bordo rilevato che limitava lo spazio vuoto entro il quale si spalmava un sottile strato di cera. Su questo si scrivevano le note (v. anche dittico).
Nella terminologia della storia dell'arte, si chiama ora trittico ogni composizione tripartita.