BERNARD, Tristan
Commediografo francese, il cui vero nome è Paul Bernard. Nacque a Besançon, di famiglia ebraica, nel 1866. È stato ed è uno degli autori più acclamati nei teatri boulevardiers di Parigi; i suoi personali motti di spirito, e di salace commento alla vita contemporanea, lo hanno reso popolare non meno delle sue numerosissime commedie in uno o più atti.
Fra queste ricordiamo: L'inglese come lo parlano, Il vero coraggio, I piedi nichelati (1895), Il fardello della libertà (1898), Il solo bandito del villaggio (1898), L'affare Mathieu (1901), Daisy (1902), Prigioniero (1904), Triplepatte (in collaborazione con Gotfernaux, 1905), La sorella (1907), Alla ribalta (1908), I gemelli di Brighton (1909), Il ballerino sconosciuto (1909), Il pittore esigente (1910), Il piccolo caffè (1911), Schiavi si nasce (con Schlumberger, 1912), L'automobilista (1913), Jeanne Doré (1913), La fiaccola e il faro (con Athis, 1914), Il pollaio, La moglie di Loth (1918), La cravatta del Bon Marché (1919), L'idea del signor Dumorel (1920), Il cordon bleu (1920), Abbracciatemi (1923), Anche lei (1924). Scrisse anche romanzi, come: Mémoires d'un jeune homme rangé; Un mari pacifique, e un libro umoristico di psicologia sullo sport, Autour du ring.
Scrittore esclusivamente comico, il B. risale talvolta, se non sempre, dalle note meramente piacevoli a quelle di significazione umoristica vera e propria. Egli non è un creatore di caratteri, ma di situazioni e di macchiette: come nel Piccolo caffé dove pone il caso di un cameriere arricchito che, per tener fede a un contratto, di giorno deve far servizio mentre di notte fa il viveur o ne La fiaccola e il faro, dove un giornalista che scrive articoli rivoluzionarî, con pseudonimo, in un giornale del mattino, e articoli reazionari, con altro nome, in un giornale della sera, dopo una furiosa polemica, finisce col doversi battere con sé stesso; o nei Gemelli di Brighton, dove riprende per l'ennesima volta il tema dei Menechmi di Plauto; o in Triplepatte, o nel Fardello della libertà, o nei Piedi nichelati, ecc., dove ripresenta con compiacimento, ridotto a una sorta di nuda essenza, un tipo marionettistico d'essere istintivo, debole, sbandato e irresoluto, una specie di maschera in cui si confessano gl'istinti umani più comicamente elementari, ma con una sorta d'obiettiva nettezza e di distaccato vigore sì da elevare l'ignara amoralità delle sue ridevoli avventure al disopra del livello della comune pochade.
Opere: Théâtre de T. B., Parigi, 1908 segg.
Bibl.: Sul B., vedi H. Bordeaux, La vie au théâtre, I (che contiene un saggio sul Teatro del B.), Serie 2ª, 3ª e 4ª, Parigi 1910 segg., e in genere le cronache drammatiche francesi degli ultimi trent'anni.