TRIPOLI di Siria (A. T., 88-89), o semplicemente Tripoli, in arabo Ṭarābulus esh-Shām
Città della repubblica libanese, capoluogo del distretto omonimo, sui fiumi Nahr-Abū 'Alī e Qadīsbah, che le offrono acque abbondanti, a 67 km. a NE. di Beirut, su un contrafforte del Monte Libano. A 2 km. da Tripoli è il suo porto el-Mīnà o Iskeleh (scalo), collegato a Tripoli da una tramvia elettrica. Tripoli è sede di un tribunale di prima istanza, di un vescovo maronita e di un vescovo greco-ortodosso. È circondata da agrumeti, oliveti, gelsi. Le sue case sono di arenaria, le strade strette, fiancheggiate da portici; possiede 14 moschee; 13 chiese (la principale è S. Michele dei Maroniti). Delle antiche fortificazioni rimane una serie di torri del sec. XIV, lungo il mare.
Nel sec. XI aveva 20 mila abitanti, nel 1895 sarebbero stati sui 30 mila, verso il 1920 erano 27 mila, di cui 22 mila musulmani sunniti, 3400 greco-ortodossi, 1400 maroniti e i rimanenti ebrei e cattolici; nel 1927 aveva un migliaio di profughi armeni, forse diminuiti negli anni seguenti. Nel 1935 contava 37.000 ab.
Produce seta, olio, sapone, tabacco, frutta, spugne. Nel 1909 importò per 300 mila lire turche ed esportò per 400 mila (100 mila di seta e 90 mila di sapone). Nel 1923 importò per 89 milioni di franchi ed esportò per poco meno di 21 milioni (circa un terzo rispetto al porto di Beirut); nel 1930 le sue importazioni erano rappresentate da 100 mila tonn. di merci, per un valore di 3,2 milioni di lire siriane. Tripoli è collegata dalla ferrovia con Homs (102 km.) fino dal 1911; il progetto di una ferrovia con Caiffa incontra ostacoli finanziarî e specialmente politici. Moderne strade asfaltate uniscono Tripoli a Homs e a Beirut. Nel 1928 fu deciso di far sboccare a Tripoli il tratto della tubolinea che doveva portare al Mediterraneo la quota francese del petrolio di Mossul. L'accordo fra il governo libanese e la Iraq Petroleum Co. fu concluso nel marzo 1931 e l'inaugurazione della tubolinea avvenne il 20 gennaio 1935. Il ramo Āl Bū Kemāl-Tripoli della tubolinea passa per Tadmur e Ḥomṣ ed è lungo 490 km.
Tripoli è città di grande avvenire; nel 1930 fu deciso di costruirvi un aeroscalo, e si parla d' istituirvi una zona franca persiana, quando siano completi, attraverso l'‛IraIq, i raccordi tra le ferrovie persiane e siriane.
Storia. - La città fu fondata in data ignota (forse sec. VII a. C.) da Tiro, Sidone e Arado in comune: la città era divisa in tre quartieri, ognuno circondato da muro. La fondazione va paragonata alla costituzione di Naucrati (v.) in Egitto, servendo allo stesso scopo di un'organizzazione commerciale delle città fondatrici solidale, ma separata nei singoli interessi. Forse più tardi, ma certo nel sec. IV a. C., la città era sede di riunioni dei sovrani delle tre città, per assemblee politiche e giudiziarie: servì, cioè, alle tendenze federative dei Fenici. Il nome greco indica evidentemente la tripartizione della città: ignoriamo quello fenicio. Negli annali di Assurnazirpal sono citate tre città, Mahalata, Maisa e Kaisa, che di regola si identificano con i tre quartieri di Tripoli (D. D. Luckenbill, Historical Records of Assyria, I, Chicago 1924, p. 166). Della storia successiva in età greca e romana sappiamo assai poco. Era dominata al tempo di Pompeo da un tiranno Dionisio, che fu posto a morte da Pompeo medesimo. Un'iscrizione del tempo di Adriano la dice fornita di autonomasia e asilia; ebbe nel sec. III una delle zecche per la monetazione d'argento provinciale.
Fu presa senza resistenza dagli Arabi nel 638; i Bizantini la ripresero per breve tempo sotto il Califfo ‛Abd al-Malik e di nuovo nel 966-69. Sotto i Fatimiti e fino alla conquista crociata vi dominò la famiglia degli ‛Ammār, cui si deve la fondazione di una mádrasah con ricca biblioteca, distrutta nel 1109, quando i crociati la conquistarono dopo lungo assedio, durante il quale costruirono su di una altura prossima alla città la fortezza di Saint-Gilles (qal‛at Singīl). Fu costituita a contea; il suo territorio si estendeva dal forte di Marqab a Giubayl (antica Byblos). Tripoli prosperò sotto i Franchi, ai quali la tolse il sultano d'Egitto Qalāwūn, che la distrusse completamente, costruendo sulle rovine una città nuova. Nel Medioevo fu più volte devastata da terremoti. I Mamelucchi vi stabilirono la dinastia curda dei Banū Saifā. Alla fine del sec. XV era sede di uno dei tre pascialati (bāshāliq) ottomani; il suo porto, profittando della decadenza di quello di Beirut, divenne assai florido nel sec. XVI, ma la rapacità dei Banū Saifā rovinò il suo commercio. Agl'inizî del sec. XVII Alessandretta sostituì Tripoli come porto di Aleppo; il favore che l'emiro Fakhr ad-Dīn I dimostrava a Ṣaidā contribuì alla sua decadenza.
Il 31 agosto 1920 Tripoli col suo cazà e parte del suo sangiaccato fu annessa al Libano al pari di Ṣaidā, Ṣūr, e i quattro cazà dell'interno; annessione che sollevò malcontento nella maggioranza musulmana. Con il nuovo promettente sviluppo del suo porto cresce in Siria l'interessamento per Tripoli, nel quale essa vede il suo sbocco sul mare.