(arabo Ṭarābulus el-Gharb) Città capitale della Libia (1.157.746 ab. nel 2017), capoluogo dell’omonima municipalità, coincidente con l’area metropolitana. Situata su una prominenza della costa mediterranea, presso una grande oasi, ha un centro antico (madīna) di forma pentagonale, caratterizzato dall’impronta araba negli edifici, negli animatissimi mercati, nell’impianto topografico con vie strette e tortuose, racchiuso da mura e bastioni. Intorno alla città vecchia si estendono i quartieri più recenti, sorti a partire dall’occupazione italiana (1912-43), con grandi arterie stradali e ampi spazi verdi. Lo sviluppo demografico e urbanistico più intenso si è avuto, tuttavia, nella seconda metà del Novecento (nel 1950 T. contava non più di 130.000 ab.), con forte espansione dei servizi pubblici e delle attività finanziarie. Fra le industrie si segnalano, in particolare, quelle del settore alimentare (molitoria, oleificio, birrificio), tessile e della manifattura dei tabacchi. Importanti sono anche le saline. T. è dotata di un buon porto, dal quale transitano gran parte delle importazioni del paese e di un aeroporto internazionale.
L’antica Oea, fondata da coloni fenici e siciliani nel 4° sec. a.C., in età romana fu colonia. Dalla metà del 3° sec. fu sede episcopale. Occupata per la prima volta dagli Arabi di ‛Amr ibn al-‛Āṣ nel 643, divenne subito un centro di stanziamento e cultura arabo-musulmana. Al dominio di grandi Stati musulmani (Fatimidi, e più tardi Almohadi) si alternarono dinastie locali berbere (Banū Khazrūn nell’11°-12° sec., Banū Maṭrūḥ nel 12° sec.); tra il 13° e il 14° sec. appartenne agli Hāfsidi di Tunisi. Occupata nel 1510 dagli Spagnoli, fu data da Carlo V nel 1530 ai Cavalieri di Malta, che nel 1551 si arresero all’assedio della flotta turca. Il dominio ottomano, come negli altri Stati barbareschi, durò fino al 1911. Nel secondo Ottocento, ristabilitasi la diretta sovranità turca il dominio della famiglia Caramanli, crebbero in numero e attività le colonie straniere, tra cui in primo luogo le italiane. L’attività del Banco di Roma, iniziata nel 1907, fu il preludio dell’azione politica e militare italiana che sboccò nella guerra italo-turca. La città fu occupata dalle truppe italiane il 5 ottobre 1911. Nel corso della Seconda guerra mondiale T. passò nelle mani dell’8ª armata britannica (1943). Dopo un periodo di amministrazione militare, creatosi nel 1950 il Regno arabo di Libia, T. ne divenne capitale, e tale è rimasta dopo la proclamazione della Repubblica (1969).
Nel 2011 la capitale della Libia è stata lo scenario finale dell’insurrezione che, sulla scia dei sommovimenti popolari verificatisi dagli inizi dell’anno in molti paesi dell’Africa settentrionale, ha visto la delegittimazione del potere dispotico del colonnello Mu῾ammar al-Qadhdhāfī (it. Gheddafi), il cui spodestamento nel mese di agosto ha prodotto nella città violenti scontri (genericamente descritti dai quotidiani con il nome di "battaglia di T.") tra i miliziani lealisti fedeli al raìs e le forze ribelli, coordinate da un neoformato Consiglio nazionale di transizione autoproclamatosi l’unico legittimo rappresentante della Repubblica libica.
Dell’epoca romana T. conserva l’arco del 163 d.C. in onore di Marco Aurelio e Lucio Vero, quadrifronte, con cupola ottagonale e piloni ornati di nicchie per statue e di figure di divinità in bassorilievo. Le mura romano-bizantine della città vecchia furono rifatte in epoca araba. L’edificio maggiore di T. vecchia è il castello (es-Serai), costruito come fortezza dagli Arabi nel 7° sec., rifatto dagli Spagnoli e dai Cavalieri di Malta nel 16° sec.; restaurato da A. Brasini, è sede del museo archeologico, con importanti mosaici policromi e sculture, soprattutto da Leptis Magna e da Sabrata. Tra le moschee, notevoli quelle della Cammella (7° o 10° sec., ricostruita inizio 17° sec.), dei Caramanli (1736-37; danneggiata durante la Seconda guerra mondiale), di Gurgī (o Qurgī; 1833-34).