Triplice Alleanza Patto difensivo segreto siglato tra Germania, Austria e Italia (20 maggio 1882), promosso dal cancelliere tedesco O. von Bismarck per isolare la Francia. Prevedeva l’aiuto reciproco tra Italia e Germania in caso di aggressione francese o se uno dei tre contraenti fosse stato attaccato da due potenze e neutralità nel caso che uno dei firmatari fosse indotto a dichiarare guerra. L’Italia, preoccupata per il proprio isolamento politico e per le possibili complicazioni della questione romana che coinvolgeva la Francia, entrò nel sistema degli imperi centrali nonostante le ostilità irredentistiche nei confronti dell’Austria. Il trattato, della durata di 5 anni, era integrato dalla dichiarazione, richiesta dall’Italia, che l’alleanza non potesse essere rivolta contro la Gran Bretagna.
Nel 1887 la T. fu rinnovata con l’aggiunta di un patto italo-austriaco che prevedeva compensi nel caso di mutamenti nello statu quo balcanico e un patto italo-tedesco che garantiva all’Italia la situazione nell’Africa settentrionale. Nel rinnovo del 1891 questi patti furono incorporati nel trattato, costituendone l’art. 7 e l’art. 9. Inaspritisi i rapporti di Guglielmo II con la Gran Bretagna, al rinnovo del 1896 la Germania rifiutò di accompagnare di nuovo il trattato con la dichiarazione del 1882 riguardo alla Gran Bretagna. Nel 1902 l’Italia ottenne che l’Austria s’impegnasse a consentire una eventuale sua azione in Tripolitania e Cirenaica. L’alleanza fu ancora rinnovata nel 1908, quando l’annessione della Bosnia-Erzegovina all’Austria e la ripresa delle istanze irredentistiche italiane creavano le condizioni per un riavvicinamento tra Italia e Russia, conclusosi con l’accordo di Racconigi (1909). La situazione europea risultava ormai rovesciata, in quanto, pur sopravvivendo la T., si era creato un sistema di alleanze anglo-franco-russo, cui l’Italia si era accostata con accordi diretti con quelle potenze. Ma i risultati dell’impresa libica, che, rafforzando la posizione italiana nel Mediterraneo, portarono a un raffreddamento con la Francia e la Gran Bretagna, e la questione balcanica, che impegnava l’Austria, parvero ridare forza alle antiche preoccupazioni e così la T. fu rinnovata nel 1912, aggiungendosi nelle convenzioni il riconoscimento della Libia italiana nello statu quo mediterraneo da mantenersi.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, l’Italia dichiarò la propria neutralità in base all’articolo che stabiliva l’obbligo di aiuto reciproco solo nel caso di aggressione da parte di due potenze. Fallite le trattative con l’Austria per ottenere l’applicazione dell’art. 7, l’Italia denunciò il trattato (1915) motivando la denuncia con la violazione dei patti da parte dell’Austria.