Trinacria
Nome che nell'antichità i Greci imposero alla Sicilia, derivato da τρεῖς (tre) e ἄκρα (promontorio); il Buti, nel commento a Pd VIII 67, commette l'errore d'intendere ‛ monti ' anziché ‛ promontori ': " che si chiama Trinacria da ‛ tris ' e ‛ nacros '; cioè da tre monti altissimi che à, cioè Peloro, Pachino e Lilibeo ".
D. usa il termine in VE II VI 5 nell'invettiva contro Carlo di Valois (v.), il secondo Totila: Eiecta maxima parte florum de sinu tuo, Florentia, nequicquam Trinacriam Totila secundus adivit; in Pd VIII 67, nell'episodio di Carlo Martello, ove l'isola è la bella Trinacria, che caliga / tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo / che riceve da Euro maggior briga, / non per Tifeo ma per nascente solfo. L'aggettivo ‛ trinacria ' occorre in VE I XII 3 Sed haec fama trinacriae terrae... videtur tantum in opbrobrium ytalorum principum remansisse.
Per tutto ciò che riguarda l'isola si veda la voce SICILIA.