triello
s. m. Duello a tre.
• la thai non sbagliava un colpo, l’americana e la tedesca neanche, Chiara [Cainero] ha fallito presto, quando il calcio del fucile si è impigliato nel giubbino bagnato. A ridosso della conclusione ha mancato un piattello che da solo le avrebbe dato l’oro. Se avesse guardato il tabellone avrebbe visto americana e tedesca affiancarla al suo stesso punteggio. Al 25° piattello erano in tre a pari punti. Sarebbe piaciuto a Sergio Leone il loro «triello», tipo «il buono, il brutto, il cattivo», due colpi per una. L’oro in palio. Chiara non ha sbagliato, le altre sì. (Marco Del Corona, Corriere della sera, 15 agosto 2008, p. 52, Sport) • Siamo rimasti svegli fino a mezzanotte. Abbiamo finto di appassionarci alla saga. Il triello si preannunciava epico, alla Sergio Leone: pollice sulla fondina e aforismi memorabili. Ma gli eroi sono arrivati bolliti e lo spaghetti western era decisamente scotto. (Sara Ventroni, Unità, 12 gennaio 2013, p. 1, Prima pagina) • Scontro senza esclusione di colpi, martedì sera in tv. Era da tempo che non assistevamo a un «triello» di leoniana memoria. Anche se in questo caso si individua bene il buono e il cattivo. Un po’ meno il brutto, almeno che non si reputi brutto (e in effetti lo è) un corpo tutto tatuato, anche se appartiene a una bella ragazza. (Andrea Fagioli, Avvenire, 12 maggio 2017, p. 27, Agorà Televisione).
- Composto dal confisso tri- aggiunto al s. m. (du)ello.
- Già attestato nella Stampa del 7 aprile 1975, Lunedì Sport, p. IV.