TRICORNO (fr. tricorne; sp. tricornio, sombrero de tres picos; ted. Hut mit drei Spitzen, Dreieckerhut; ingl. three-cornered hat)
Derivato dal cappello a due risvolti in uso presso il clero spagnolo sin dai secoli XVI-XVII, il tricorno fu adottato dagli ecclesiastici in Francia e in Italia sin dalla prima metà del Seicento. Verso il 1660 apparvero in Francia i primi tricorni nel costume civile: i grandi cappelli piumati cominciarono ad essere arrotolati ai tre lati e qualche anno dopo i cavalieri e gli ufficiali portarono il tricorno, orlato di piuma o guarnito di penne naturali: moda, questa, che continuò sin verso il 1710; alla fine del Seicento il tricorno dei soldati è guarnito di galloni d'oro e d'argento, di bottoni e di coccarde. Ai primi del sec. XVIII il tricorno viene adottato in quasi tutta Europa dagli uomini di ogni classe sociale. Sorsero allora a Parigi e a Venezia importanti manifatture di cappelli a tre canti; la fabbricazione era lunghissima e difficile, e le materie prime assai costose (pelo di castoro, di coniglio, di lepre). Alla metà del Settecento il tricorno rimpiccolisce e diviene assai più semplice. Il modo di portarlo diede a questo cappello gli aspetti più svariati: si portò con la rovescia alzata davanti (fine del Seicento), con la punta in avanti, inclinato da un lato (Venezia 1750); più tardi si portò in mano o sotto il braccio (per non sciupare la pettinatura): solo dai mascherati veniva portato in capo. Il tricorno si portò in Francia sino alla rivoluzione e continuò in Italia e a Venezia sino alla caduta della repubblica (1797).
Le donne portarono il tricorno con il costume da caccia e da amazzone (1675-1785); piumato e ornato di fiocchi sino alla fine del sec. XVII e ai primi del sec. XVIII, divenne in seguito un semplice tricorno di feltro orlato di galloni, del tutto eguale a quello degli uomini. Verso il 1750 comparvero piccolissimi tricorni inghirlandati di fiori posati di traverso sulle parrucche bianche. Il tricorno riappare fugacemente nella moda femminile verso il 1900, e a varie riprese negli anni dal 1927 al 1935.
Bibl.: Racinet, Le costume historique, III, Parigi 1885; P. Molmenti, Storia di Venezia, III, Bergamo 1926, p. 395; G. Morazzoni, La moda a Venezia nel secolo XVIII, Milano 1931, p. 79.