TRICCALA (Τρίκκη e Τρίκκα, etnico Τρίκκαδος, dal sec. XII Τρίκκαλα; A. T., 82-83)
Triccala è stata per lungo tempo la città più importante della Tessaglia, ma oggi è superata da Volo e Larissa. È ancora la città e il mercato maggiore della pianura tessala occidentale, per quanto situata in posizione eccentrica (però favorevole alle comunicazioni), essendo assai vicina al margine nordoccidentale della pianura. L'abitato si stende nel piano (a 110 m. s. m.), all'estremità di un lungo sperone collinoso coronato da un castello medievale, ed è diviso in due parti dal fiume Trikkalinós l'antico Letheo (Ληϑαῖος), affluente del Salambrias, le cui acque di piena provocarono serî danni nel 1907. Il fiume, dall'alveo assai stretto del resto, è attraversato da numerosi ponti e le sue rive sono ombreggiate da grandi platani. L'aspetto della città è quello moderno, senza interesse, di quasi tutte le città greche, essendo già da tempo scomparse le impronte della lunga dominazione turca.
La popolazione, di 18.682 ab. nel 1928, press'a poco stazionaria da un quarantennio, è d'origine in parte valacca, e viene tuttora considerevolmente aumentata nell'estate dagli Aromuni discesi dalle montagne del Pindo. Vi è anche una colonia di Ebrei spagnoli.
Triccala è importante mercato di prodotti agricoli della pianura (cereali, sesamo, bestiame, seta) e dei monti circostanti (Chásia, Pindo); costituisce un nodo di strade, dirette anche verso la Macedonia occidentale e l'Epiro, e possiede una stazione sulla ferrovia Kalampáka-Volo.
La città è sede di un arcivescovato ortodosso ed è capoluogo della provincia (nomo) omonima, estesa kmq. 5766, con 214.748 abitanti (1928).
La città era ubicata, all'epoca della sua fondazione, in una posizione ben difesa, all'incrocio di importanti strade verso Larissa e la Macedonia. Fino dalla sua origine essa è collegata col culto di Asclepio; Omero la dice soggetta a Podalirio e Macaone, i figli del dio, che avrebbero condotto i suoi abitanti alla guerra di Troia, e ne ricorda già un santuario di Asclepio, che era considerato appunto come il più antico di tutta la Grecia, e di cui si sono scoperti ruderi presso alla fonte di Gurna sul Leteo. Nell'editto di Poliperconte e degli altri generali di Alessandro che concedeva agli esiliati di tutte le città greche il ritorno in patria, per un'ignota ragione è esclusa Triccala. All'inizio dell'età bizantina la città fu restaurata da Giustiniano.
Bibl.: W. M. Leake, Travels in Northern Greece, I, Londra 1835, p. 425 seg.; IV, p. 287; Blutsákis, Σύντομος ίστορία τῆς πόλεως Τρικκάλων, Atene 1892; G. M. Columba, Le origini tessaliche del culto di Asklepios, Palermo 1898; A. P. Arabantinós, 'Ασκληπιὸς καὶ 'Ασκληπιεῖα, Lipsia 1907; Fr. Stählin, Das hell. Thessalien, Stoccarda 1924, p. 119 seg.