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TREZENE

di G. Napolitano - Enciclopedia dell' Arte Antica (1997)
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Vedi TREZENE dell'anno: 1966 - 1997

TREZENE (v. vol. VII, p. 981)

G. Napolitano

A O dell'antica T., in località Lakkomata, è stata scoperta la parte principale di una basilica paleocristiana a tre navate, con abside, di 40 m di lunghezza (col nartece) e 20 m di larghezza.

La navata centrale è impreziosita da un pavimento a mosaico, probabilmente della fine del V sec. d.C., appartenente alla seconda fase della basilica. Risale allo stesso periodo lo stilobate in marmo della balaustra del presbiterio, conservatosi insieme a una piccola parte del pavimento originale in marmo rosso. Nei muri della basilica sono state riutilizzate parti di colonne, epistili dorici e stele funerarie in marmo.

Il monumento paleocristiano, di importanza notevole, è il primo di quest'epoca a T., e si trova nella zona di Episkopì, l'antica sede vescovile, la cui istituzione potrebbe quindi essere retrodatata ai primi secoli del Cristianesimo.

Per quanto riguarda l’Asklepièion, il grande edificio a peristilio appartenente al santuario è ora riconosciuto come hestiatòrion (Welter lo aveva interpretato come «Inkubationshaus»). La sua struttura è complessa: nella lunga sala a colonnato assiale, le klìnai conservate, del tipo continuo con basi in pietra, erano disposte in quattro quadrati giustapposti, ognuno dei quali con un ampio spazio al centro. La sala poteva contenere quarantasei tràpezai, delle quali rimangono oggi solo le basi in pietra, ma Legrand aveva trovato anche alcune lastre marmoree orizzontali in situ, alle quali si saranno aggiunte quelle nelle sale minori, che si aprivano sul peristilio. A S dell’Asklepièion , il Tempio di Ippolito (?) è stato oggetto di un recente studio di Knell; l'edificio, appartenente alla serie dei «Kurztempel più volte documentati per il IV sec. - per la rinuncia all'opistodomo il modello più illustre e immediato è l’Asklepièion di Epidauro - viene datato a non prima della seconda metà del IV sec. a.C.

Tre tombe ellenistiche, due delle quali a cappuccina e una a cassa, scoperte nel 1984 a 2 km dall'incrocio con la strada Galatas-Epidauro, hanno fornito i primi indizi per la localizzazione di una necropoli di quell'epoca a NE della città antica. In particolare la tomba a cassa era- caratterizzata da diversi blocchi architettonici reimpiegati nelle pareti e conteneva tre elementi ornamentali in oro appartenenti a un diadema.

Nello stesso scavo sono state trovate altre otto tombe di epoca cristiana; varie testimonianze (tombe a cassa, un peribolo funerario, un ipogeo) provengono dalle zone della necropoli.

Fra i ritrovamenti casuali è da segnalare una base di tavola marmorea in cui Dioniso è effigiato secondo il tipo, largamente diffuso nell'età imperiale, dell’Apollo Liceo attribuito a Prassitele (v.).

Un'iscrizione, proveniente da Lakkomata, è forse da porre in relazione col Tempio di Zeus Sotèr, l'ultimo edificio che Pausania descrive prima di lasciare la zona e di giungere all'Hippolyteion attraversando il Crisorroe; l'iscrizione fa menzione di «ginnasi», perciò è probabile che il ginnasio di Ippolito non fosse l'unico a Trezene. L'esistenza di altre due necropoli, una a SE e un'altra a N del centro antico, è testimoniata dal ritrovamento di una tomba a cassa e di un períbolo.

Tra alcune iscrizioni inedite trovate nell'area di Damala vi è anche una base con dedica a Eracle, del I sec. a.C.; il culto dell'eroe a T. è conosciuto anche attraverso un'altra iscrizione più antica (IG, IV, 760).

Non è nota la provenienza di una coppa, ad alto piede, databile alla media Età del Bronzo (1800-1650 a.C.), variante locale del tipo Alt-Ägina III.

Bibl.: In generale: E. Kirsten, W. Kraiker, Griechenlandkunde, ι. Athen und die Landschaften um den korinthischen und saronischen Golf, Heidelberg 1967, p. 308 ss.; N. Pharaklas, Τροιζηνια, Καλαυρεια, Μέθανα (Ancient Greek Cities, 10), Atene 1972. - Notizie di scavo: ADelt, B' Chron., XXXIV, 1979, pp. ééï-ééé; XXXV, 1980, pp. 98-99; XXXVI, 1981, p. 73; XXXVII, 1982, pp. 49-51; XXXVIII, 1983, pp. 63-64; XXXIX, 1984, pp. 57-58.

Sull'Asklepiêion: M. S. Goldstein, The Setting of the Ritual Meal in Greek Sanctuaries: 600-300 B.C. (diss. Berkeley 1978), Ann Arbor 1982, pp. 262- 274; B. Bergquist, Sympotic Space, in O. Murray (ed.), Sympotica. A Symposium on the Symposion, Oxford 1990, pp. 37-65 e passim-, P. Schmitt-Pantel, La cité au banquet. Histoire des repas publics dans les cités grecques, Roma 1992. - Tempio di Ippolito: H. Knell, Trotzen, Tempel des Hippolytos (?). Zur Interpretation des Tempelfundaments, in AA, 1978, pp. 397-406, 675-676; N. Robertson, The Decree of Themistocles in Its Contemporary Setting, in Phoenix- Toronto, XXXVI, 1982, pp. 1-44.

(G Napolitano)

Vocabolario
ardàlide
ardalide ardàlide agg., letter. – Di Ardalo, mitico figlio di Efesto, che si diceva avesse costruito in Trezene un tempio alle Muse (dette perciò anche Ardàlidi, gr. ᾿Αρδαλίδες) e avesse inventato il flauto: lasci La cetera di Dedalo pel...
litobòlie
litobolie litobòlie s. f. [dal gr. (τὰ) Λιϑοβόλια, comp. di λίϑος «pietra» e βολ- di βάλλω «scagliare»]. – Antica festa greca in onore delle dee Damia e Auxesia, consistente in uno scontro fittizio di donne che si gettavano sassi; traeva...
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