Vedi TREZENE dell'anno: 1966 - 1997
TREZENE (Τροιζήν, Troezen)
Città della Grecia situata nella parte orientale dell'Argolide. La felice posizione geografica ne favorì fin dai tempi più antichi la prosperità: la tradizione narra di una lotta avvenuta fra Atena e Posidone per il patronato sulla città, analogamente ad Atene. Sottomessa ad Argo, essa partecipò attivamente alla colonizzazione; nella seconda metà del VI sec. a. C., seguendo una politica antiargiva, T. entrò nella lega peloponnesiaca. Partecipò alle guerre persiane e dopo la battaglia delle Termopili accolse gli abitanti dell'Attica che fuggivano dalle loro terre. Nel corso della guerra peloponnesiaca T. perseguì una politica filoateniese, ma, abbandonata nel 446, entrò nella sfera spartana. Ripresa da Demetrio Poliorcete (303), passò in seguito a Sparta e alla lega achea. Entrata nell'orbita di Roma mantenne ancora la sua fioridezza.
Gli scavi condotti all'inizio del secolo nell'area della città hanno portato alla scoperta di numerosi monumenti.
La cinta muraria corre dalla cima del massiccio, su cui si trovava l'acropoli, fino alla pianura, in cui aveva sede la città; alcuni tratti ancora visibili mostrano un apparato poligonale; nella metà del III sec. a. C. la difesa della città fu accresciuta mediante l'aggiunta di un muro trasversale, in opera isodoma, che divideva l'acropoli dal centro: un iscrizione (I.G., iv, 757), attesta che con enorme spirito di sacrificio tutti i cittadini avevano impiegato le loro ricchezze per questa costruzione (anche Paus., ii, 31-32). Pausania (ii, 31, i) nomina importanti monumenti che si trovavano nell'agorà: il tempio di Atena Sòteira, quello di Artemide Lykèia, il teatro, un altare dedicato alle Muse e la stoà. La ricostruzione fatta dal Welter sulla base del testo greco prevede un portico di accesso, alla cui sinistra si trovava il tempio di Artemide Sòteira e alla destra quello di Apollo Theàrios. Di fronte a quest'ultimo il santuario di Artemide Lykeia, mentre il teatro e il Mousèion dovevano disporsi parallelamente di fronte al tempio di Atena Sòteira. Gli scavi sull'acropoli hanno messo in luce nella zona bassa, a E, una terrazza larga m 33, pavimentata, su cui poggiano le fondamenta di un tempio in antis della metà del VI sec. a. C. Sono stati recuperati frammenti della sima dipinta e terrecotte architettoniche decorate da trecce e motivi floreali. Il tempio, che secondo Legrand doveva essere dedicato a Pan, viene invece attribuito dal Welter ad Afrodite Akràia (sulla base di Pausania) o ad Iside. Il tempio di Pan, infatti, doveva trovarsi in un luogo ancora più alto, visto che il culto per tale divinità aveva luogo in sedi montane, come ad Atene e a Dafnì. Fuori dall'area della città, oltre le mura, si trovavano numerosi santuarî: nella zona a S-E del centro, presso l'odierno villaggio di Damala, aveva sede un luogo di culto per Demetra (Paus., Il, 32, 8): i materiali provenienti dalla stipe votiva attestano una vita ininterrotta dal VII sec. (terrecotte dedaliche, ceramica protocorinzia), fino al IV sec. a. C. Notevole era l'Asklepièion nella zona a O del recinto, composto da un pròpylon, da un tempio di modeste proporzioni, probabilmente prostilo, da una fontana monumentale e da un peristilio. Quest'ultimo aveva un aspetto piuttosto grandioso, con una sala maggiore con tre colonne doriche che sorreggevano il trave maggiore e un cortile circondato da colonne. La cronologia del complesso monumentale oscilla fra la fine del IV e l'inizio del III sec. a. C. Il piccolo tempio, in analogia con quello dei Cabiri di Delo e con quello di Larissa è della stessa epoca. Al IV sec. viene datato anche il tempio di Ippolito, un periptero con sei colonne in facciata e dodici ai lati di cui restano le fondamenta in pòros. All'eroe erano dedicati anche il ginnasio (cfr. I.G., iv, 754) e lo stadio, di cui si suppone l'esistenza presso la odierna basilica Episkopi. Intorno alla città sono state scoperte sporadicamente alcune tombe di varia epoca. Le più grandiose sono di epoca romana: la cosiddetta Leftrà, a pianta esagonale con fondamenta in opus incertum e nicchie alle pareti.
Notevole una stele iscritta, trovata nel luogo del santuario di Apollo Theàrios, il cui testo riguarda un decreto ateniese rogato da Temistocle con le disposizioni intorno all'evacuazione dalla città. La paleografia dell'iscrizione data il monumento al III sec. e probabilmente anche il testo va considerato come una falsificazione del IV secolo.
Bibl.: E. Meyer, in Pauly-Wissowa, VII A, 1948, cc. 618-658. Per gli scavi: G. Welter, Troizen und Kalaureia, Berlino 1941 con bibliografia precedente: per le iscrizioni; I.G., IV, 748-852; IV2, 76-77; editto di Temistocle: M. Jameson, in Hesperia, XXIX, 1960, pp. 198-223; L. Moretti, in Rivista di FIlologia e Istruzione classica, XXXVIII, 1960, p. 390 ss.; Chr. Habicht, in Hermes, LXXXIX, 1961, pp. 1-35; M. Guarducci, in Rivista di Filologia e Istruzione classica, XXXIX, 1961, pp. 48-78; M. Jameson, in Historia, XII, 1963, p. 385 ss.; G. Maddoli, in Parola del Passato, XCIII, 1963, p. 419 ss.; per le monete: W. Head, Historia numorum2, Oxford 1911, p. 443.