TREVISO (Tarvisium)
Città del Veneto, sorge in pianura su di un'area definita e difesa da corsi fluviali (Sue e Bottenigo) e facilmente collegabile al mare. La scarsità di fonti scritte e monumentali ha fatto pensare all'inesistenza di un centro romano di qualche rilievo nell'area di una città che comincia ad essere frequentemente ricordata solo col decadere della vicina Altino.
È possibile affermare invece l'esistenza di primi stanziamenti nella zona durante l'Età del Bronzo (stazioni di S. Antonino e di Casièr) con materiale e tipi affini a quelli di Povegliano Veronese, a cui ne successero certamente altri paleoveneti (Not. Scavi, 1888, p. 408) con infiltrazioni celtiche (il toponimo derivante da tarvos lo testimonierebbe) finché dovette gradatamente verificarsi, con la romanizzazione del territorio nel II-I a. C., il sorgere di un centro romano. Fu municipium per attestazione di alcune epigrafi, forse già dal 49 a. C., assieme ad altre città della Transpadana. Nessun documento ci ricorda le sue vicende in età imperiale, salvo una dedica a Salonina, moglie di Gallieno (C.I.L., v, 2111), che potrebbe far pensare ad un inserimento di T. nel piano difensivo gallieniano della X Regione, di cui la ricostruzione delle mura veronesi è il documento più noto e significativo. A prescindere da ritrovamenti sparsi di materiale erratico avvenuti nella parte centrale della città e che ne attestano una certa vita monumentale, vanno ricordati, per una approssimativa conoscenza topografica di T. e del suo agro, alcuni fatti: l'esistenza di un quadruvium entro la cinta muraria (C.I.L., v, 2116), la donazione di una crypta e di un templum nota da una epigrafe ancora medita e, al di fuori dell'area urbana, numerose tracce di strade romane e di centuriazione (a N-O della città). Anche i documenti di scultura scarseggiano: qualche rilievo funerario, qualche ritratto e il singolare e ancora enigmatico rilievo con Menade danzante murato sul lato N del Duomo. La città doveva gravitare, anche culturalmente, su Altino a cui si collegava per via fluviale e per terra. Che la sua posizione tra le città del Veneto fosse di secondo piano è dichiarato dal fatto che le strade che la toccano sono per lo più raccordi con i centri e le strade vicine (Altino, Montebelluna, Vicenza) mentre le grandi vie interregionali (Postumia, Claudia Augusta), pur passando a breve distanza, la evitano. Anche l'agro centuriato trevisano era di dimensioni piuttosto ridotte rispetto agli agri confinanti di Padova, Asolo, Altino e Oderzo. Il suo territorio è ricco di reperti preistorici e archeologici, soprattutto nella zona del Montello e nell'area di Montebelluna, uno dei centri più significativi della cultura paleoveneta del Piave.
Museo. - Una sezione importante del Museo Civico di T. comprende materiale preistorico e archeologico. La collezione è opera prevalente di L. Baiolo, uno studioso locale che dal 1879 al 1932 raccolse materiale (spesso di origine greca e orientale) sul mercato antiquario veneziano e antichità locali dall'agro trevisano e dalle vicine Altino e Oderzo. Pregevole la serie di spade e di asce dell'Età del Bronzo e della cultura di La Tène, recuperate per lo più alla periferia della città, tra le ghiaie del Sile. Ma ben rappresentate sono anche altre culture preistoriche e protostoriche della zona. Ormai celebri i cinque dischi bronzei paleoveneti, lavorati a sbalzo e provenienti, pare, da Montebelluna. Tra il materiale greco e romano, oltre a monumenti funerarî altinati e a qualche frammento trevisano, sono da ricordare alcuni vasi italioti e alcuni rilievi greci, una serie interessante di ritratti romani di varie epoche, ceramiche, vetri e bronzetti (in gran parte da Oderzo).
Bibl.: R. Azzoni, Considerazioni sopra le prime notizie di Trevigi, ecc., Treviso 1840; C.I.L., V, pp. 201 ss., 1070; L. Bailo, Treviso romano e medioevale, in Illustrazione veneta, 1928; Fluss, in Pauly-Wissowa, IV A, 1931, cc. 2452-2453, s. v. Tarvisium; Not. Scavi, 1952, p. 201 ss.; L. Berti-C. Boccazzi, Scoperte paletnologiche e archeologiche nella provincia di Treviso, Firenze 1956; R. Battaglia, Preistoria del Veneto e della Venezia Giulia, Roma 1958-59, passim; R. Cessi-G. Brusin, Storia di Venezia, I, Venezia 1957, passim; B. Forlati Tamaro, in Atti III Congr. epigr. gr. rom., Roma 1959, p. 152. - Per il museo: M. Guarducci, Antichità greche nel Museo di Treviso, in Annuario Atene, 1952-54, p. 175 ss.; G. Fogolari, Dischi bronzei figurati di Treviso, in Boll. d'Arte, XLI, 1956, pp. 1-10; L. Bortolatto, Sette stele funerarie dell'epoca romana nel Museo di Treviso, Treviso 1959; L. Berti-C. Boccazzi, op. cit., passim; R. Battaglia, op. cit., pp. 283 ss.; 304 ss.; L. Coletti-L. Menegazzi, Guida del Museo civico di Treviso, Treviso 1959.