TREVIGLIO (A. T., 24-25-26)
Paese della provincia di Bergamo, situato all'incrocio della grande via di comunicazione Milano-Brescia, con quella che dalla Bassa Lombardia (Lodi) conduce a Bergamo. L'industria vi è rappresentata dalla trattura, filatura e tessitura della seta, dalla tessitura della lana, dai concimi chimici, da officine meccaniche, da fabbriche di mobili e di veicoli, ecc. Il territorio comunale (31,54 kmq.), compreso fra Adda e Serio, è fertile e ben irrigato: produce in abbondanza cereali, vino, frutta e lino. In regresso la coltura del baco da seta, che n'era un tempo una delle più importanti risorse. Il comune, che contava 11.051 ab. nel 1861, ne aveva 14.897 nel 1901, e 19.615 nel 1931 (densità: 622 ab. per kmq.). Di questi, 2703 appartengono alla popolazione sparsa; il centro urbano contava, alla stessa data, 14.443 ab.
Monumenti. - L'arte in Treviglio è rappresentata sopra tutto da un'opera di rara importanza: la pala nel coro della parrocchiale di S. Martino, che nel 1485 dai rettori e dai fabbriceri fu allogata ai due pittori trevigliesi Bernardino Butinone e Bernardino Zenale. Le pitture maggiori rappresentano figure di santi; quelle della predella scene evangeliche; entro la cimasa l'Ecce Homo.
Si può tentare l'identificazione dei due maestri, tenendo presente che il Butinone è più secco e legnoso, e si manifesta più ligio alla scuola padovana, mentre lo Zenale ha più larghezza di forme e si richiama piuttosto alla monumentalità del Bramante.
Storia. - Nel sec. X (964) è indicata come vicus, ma non fu centro di pago e molto tardi divenne chiesa plebana. Prima del 1081 fece spontaneamente atto di commendazione ai monaci benedettini di S. Simpliciano di Milano, passando poi sotto la giurisdizione dell'arcivescovo di Milano: tale fatto portava uno spostamento di giurisdizione, poiché il territorio di Treviglio (e della Ghiara d'Adda) era sempre appartenuto al comitato bergomense. Questo stato di cose rimase sino alla fine del sec. XIII, poiché già nel 1311 Treviglio aveva comperato dall'abate di S. Simpliciano tutti i diritti signorili, divenendo pertanto un comune pienamente autonomo. E in questo tempo si presenta come borgo fortificato; gli statuti sono del 1392. Nelle lotte fra Visconti e Venezia subì l'accavallarsi dell'una o dell'altra dominazione, rimanendo, tuttavia, a Venezia con la pace di Lodi. Scesi i Francesi in Italia, fu nel 1509 assediata prima dai Francesi, poi dai Veneziani: indi, per un certo tempo, rimase a Luigi XII e Francesco I: ma fatta dedizione agl'imperiali e a Francesco II Sforza (1521) fu l'anno seguente minacciata di saccheggio dal Lautrec e salvata dal miracolo della Madonna piangente. Ritornò a Venezia dopo la pace di Bologna e nel 1577 fu eretta a pieve da S. Carlo, che in quell'anno aveva smembrato e soppresso l'antichissima di Pontirolo. Insorse nel 1848 contro le truppe austriache in fuga, e, liberata nel 1859, fece parte della provìncia di Bergamo.
Bibl.: F. Rainoni, Treviglio, Treviglio 1895; A. M. Rinaldi, Treviglio, ivi 1934.