Trentino-Alto Adige
Regione a statuto speciale dell’Italia nordorientale, che comprende le due province autonome di Trento (Trentino) e Bolzano (Alto Adige). Lo statuto speciale fu approvato con l. 5/26 febbr. 1948, modificato con l. costituzionale 1/10 nov. 1971, e con l. costituzionale 21/3 febbr. 1972 (il testo unificato dello statuto è stato approvato con d.p.r. 670/31 ag. 1972). Ulteriori modifiche sono state introdotte con le l. costituzionali 3/12 apr. 1989 e 2/23 sett. 1993. In conformità agli impegni assunti dall’Italia con gli accordi De Gasperi-Gruber (5 sett. 1946), lo statuto, oltre a regolare l’autonomia regionale, prevedeva anche la concessione di una particolare autonomia alle due province di Trento e Bolzano, poi rafforzata con la riforma del 1971, che portò alla definitiva normalizzazione dei rapporti fra le due comunità linguistiche attraverso un’ulteriore tutela della minoranza tedesca e affidò altre competenze legislative e amministrative, già di spettanza della regione e dello Stato, alle due province autonome. Il capoluogo della regione è Trento, ma il consiglio regionale svolge la sua attività in due sessioni di uguale durata tenute alternativamente a Trento e a Bolzano.
(ted. Süd-Tirol). Provincia autonoma di Bolzano. Il nome, proposto da E. Tolomei nel 1906, è diventato comune dal 1919-20. I rapporti linguistici ed economici che collegano questa provincia con il Tirolo austriaco spiegano il nome di Süd-Tirol (nonché quello di Tiroler Etschland, con cui, fino al 1971, era indicata dallo statuto della regione T.-A.A.). Dominio romano dal 1° sec. d.C., l’Alto Adige appartenne successivamente a Odoacre e a Teodorico, a Bisanzio e ai longobardi, ai Carolingi e al Sacro romano impero. Nel 1027 si costituirono i principati vescovili di Trento e di Bressanone, vassalli dell’impero. Dopo aver respinto nel 14° sec. i Wittelsbach, che ambivano al predominio del Tirolo, e aver stroncato le mire veneziane nella battaglia di Calliano (1487), gli Asburgo allargarono i loro possedimenti feudali nell’Alto Adige. Secolarizzati nel 1803 i principati vescovili di Trento e di Bressanone, nel 1805 con la Pace di Presburgo la parte meridionale dell’Alto Adige fu incorporata con il Trentino nel regno italico napoleonico. Dopo la fallita rivolta antifrancese guidata da A. Hofer, nel 1815 l’Alto Adige passò alle dirette dipendenze dell’Austria, la quale soprattutto dopo la perdita, avvenuta nel 1866, degli altri domini italiani, vi iniziò un’intensa opera di germanizzazione. Al termine della Prima guerra mondiale l’Alto Adige passò all’Italia, e costituì, dal 1927 in poi, la provincia di Bolzano. Il regime fascista attuò una politica di italianizzazione della popolazione di lingua tedesca favorendo altresì una massiccia immigrazione di italiani, ciò che provocò una forte reazione locale di stampo nazionalistico. In seguito all’alleanza italo-tedesca tra Mussolini e Hitler nel 1939 fu firmato un accordo sul trasferimento in Germania della popolazione di lingua tedesca che avesse optato per la cittadinanza tedesca. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 l’Alto Adige fu costituito in zona di operazioni delle Prealpi, alle dirette dipendenze di un alto commissario tedesco, un’indiretta forma di annessione al Reich, alla quale pose termine l’occupazione alleata nel 1945. Nel 1946 gli accordi De Gasperi-Gruber, firmati a Parigi, assicurarono all’Alto Adige una larga autonomia amministrativa a tutela della popolazione di lingua tedesca. Dal 1953 incominciò sia in Alto Adige sia in Austria una campagna di protesta contro il preteso mancato rispetto da parte italiana degli accordi. In Alto Adige si giunse a una vasta azione di terrorismo, con gravi danni a linee di alta tensione, ponti, centrali elettriche e attacchi a posti di polizia. Dopo lunghe polemiche, anche dinanzi all’Assemblea dell’ONU, il governo italiano nel 1961 istituì la Commissione dei diciannove, composta da parlamentari e rappresentanti della vita amministrativa ed economica della popolazione di lingua tedesca, con il compito di proporre misure per soddisfare più ampiamente l’esigenza autonomistica della provincia di Bolzano. La svolta verso un’intesa si ebbe soltanto quando l’Austria si rese conto che il suo sforzo di internazionalizzare il problema dell’Alto Adige e di farsi riconoscere il ruolo di garante dell’applicazione delle nuove concessioni che il governo italiano si apprestava a concedere alla popolazione di lingua tedesca non trovava eco né in Europa né all’ONU. Il negoziato si concluse nel 1969 con l’accordo firmato a Copenaghen dai ministri degli Esteri A. Moro e K. Waldheim, cui nel 1971 fece seguito quello in base al quale ogni eventuale controversia in merito fra i due Paesi era demandata alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Il «pacchetto» di misure, con cui si ampliavano i poteri amministrativi della provincia dell’Alto Adige, venne approvato dal Parlamento italiano e fu poi recepito dallo statuto speciale della regione T.-A.A., approvato con l. costituzionale 1/10 novembre 1971, entrato in vigore nel gennaio 1972. Esso estende largamente le prerogative e le autonomie delle province di Trento e di Bolzano in tutta una serie di materie altrove di competenza regionale e stabilisce fra l’altro a favore dell’Alto Adige l’estensione dei poteri d’intervento dei rappresentanti dei gruppi linguistici; il diritto di precedenza nel collocamento al lavoro per i residenti nella provincia; il principio della proporzionalità negli impieghi statali e pubblici in genere con l’introduzione di una riserva di posti (per i tre gruppi tedesco, italiano e ladino); la parificazione formale della lingua tedesca a quella italiana in tutta la regione.
Provincia autonoma di Trento. Abitato in epoca preromana dai , il Trentino venne effettivamente sottoposto al dominio di Roma solo a partire dall’età augustea; nel 15 a.C. Druso sottometteva le valli dell’Adige e dell’Isarco, fino allo spartiacque e oltre. Nella divisione augustea il Trentino fece parte della decima regione dell’Italia (Venetia et Histria). Nel sec. 4° il cristianesimo vi aveva già trovato larga diffusione. Con la fondazione del regno longobardo (569) fu creato il ducato di Trento, con funzione difensiva contro franchi e bavari. Con la successiva occupazione da parte di Carlomagno (774) l’unità amministrativa della regione fu mantenuta e il ducato venne organizzato come «marca di Trento», che gravitò verso la Pianura Padana. Con la formazione dei regni sorti dalla dissoluzione dell’impero carolingio, la valle dell’Adige, quale principale via di comunicazione tra la Germania e l’Italia, assunse nuova importanza. Quando poi Ottone I tolse (952) al regno d’Italia le marche di Verona e di Trento per unirle al ducato di Carinzia, fu deciso il trapasso politico del Trentino dall’Italia alla Germania. Gli imperatori si assicurarono il controllo della via dell’Isarco e dell’Adige unendo il vecchio potere ducale a quello ecclesiastico e dando in feudo la regione a vescovi conti. Si costituì così al principio del sec. 11° il principato ecclesiastico di Trento, che univa in una sola persona il potere religioso e civile per quasi tutto il bacino dell’Adige fino alla Chiusa di Verona. Nel sec. 13° i vescovi, che furono sempre partigiani dell’autorità imperiale, dovettero contrastare le ambizioni dei conti del Tirolo. Dal 1239 al 1255 il Paese fu occupato da Ezzelino da Romano che, fatta alleanza con Alberto del Tirolo, fece in maniera di assicurargli il predominio sul principato. Mainardo II, conte del Tirolo, spezzò la potenza dei vescovi, introducendo nel Trentino un’amministrazione secolare. Nel 1363, estintasi la discendenza maschile di Mainardo II, Margherita Maultasch, duchessa di Carinzia e contessa del Tirolo, cedette i suoi territori e i suoi diritti a Rodolfo IV d’Asburgo: così il principato di Trento, insieme al Tirolo, fu posto sotto predominio asburgico. Nello stesso anno il principato di Trento fu definitivamente secolarizzato, continuando a mantenere formalmente una parvenza di autorità propria. Nel 1516 l’imperatore Massimiliano ottenne dai veneziani Ala, Avio, Brentonico, Mori, Rovereto e Ampezzo. In tale maniera il principato fu chiuso entro zone austriache. La Riforma ottenne adesioni presso i contadini, che presero parte alle rivolte del 1525. All’inizio del sec. 17° si fecero particolarmente palesi i segni della decadenza economica cui il Paese andava incontro. La regione fu direttamente coinvolta nella guerra di Successione spagnola, soffrendo specialmente per le distruzioni dell’esercito di L.-J. Vendôme in ritirata (sett. 1703). Passato nel 1806 alla Baviera, poi nel febbr. 1810 aggregato al regno italico, il Trentino fu rioccupato dalle truppe austriache sul finire del 1813, incorporato nel marzo 1816 alla contea del Tirolo e legato nell’aprile 1818 alla Confederazione germanica. Il Trentino partecipò alle lotte per l’unità del 1848-49; Trento si sollevò il 10 marzo 1848. Nel 1885 i trentini, per contrastare l’azione, mirante a privarli dei caratteri nazionali, del governo austriaco, fondarono la società Pro patria che, sciolta dalle autorità, risorse col nome di Lega nazionale. Al termine della Prima guerra mondiale, in seguito al Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919), il Trentino fu annesso all’Italia come unica provincia di Trento. Suddiviso successivamente nelle due province di Trento e Bolzano (1927), dal 1943 al 1945 divenne zona di operazione delle Prealpi, alle dirette dipendenze di un alto commissario tedesco. Nel 1948 fu costituita la regione autonoma Trentino-Alto Adige.