TRENTA TIRANNI (οἱ τριάκοντα)
TIRANNI Governo instaurato ad Atene, nel 404 a. C., a seguito delle lotte violente scoppiate fra oligarchici e democratici dopo la stipulazione della pace: v. atene: Storia; crizia; teramene.
Roma. - Sotto il titolo di Tyranni triginta sono riunite nella Storia Augusta le biografie di usurpatori veri o presunti del sec. III d. C. Nel titolo, data la sua evidente derivazione dal ricordo dei trenta tiranni ateniesi, sono così confusi due significati diversi della parola tyrannus, quello cioè proprio delle scuole retoriche di signore dispotico e l'altro che la parola aveva assunto di usurpatore o antimperatore. Lo scopo delle biografie appare chiaro, anche per esplicite dichiarazioni dell'autore: questi, in conformità alla regola retorica dell'antitesi, per esaltare maggiormente l'imperatore Claudio il Gotico mira a diminuire la figura del suo predecessore Gallieno, contrapponendogli gli usurpatori presentati come benefattori dell'impero e definiti alle volte salvatori dello stato romano, messo in pericolo da quell'indegno imperatore che sarebbe stato Gallieno, al cui confronto avrebbero governato meglio perfino le donne. Ma, affinché il numero delle biografie corrispondesse al titolo, l'autore fu costretto a non rispettare i limiti cronologici entro i quali doveva essere mantenuta la sua opera, ricorrendo a usurpatori di tempi diversi da quelli di Gallieno, come egli stesso talvolta riconosce, e, quel che è peggio, arrivando al punto di attribuire a molti arbitrariamente il potere imperiale o d'inventare addirittura l'esistenza di personaggi, che sono parto della sua fantasia; siccome inoltre, come egli dichiara, i critici lo avevano schernito perchè aveva accolto fra i tiranni due donne, tyrannae vel tyrannides decise di aggiungere le biografie di altri due uomini. I tiranni risultarono così 32 e precisamente i seguenti, indicati con i nomi che hanno nella Storia Augusta e disposti secondo l'ordine delle loro biografie: Cyriades; Postumus; Postumus iunior; Lollianus; Victorinus; Victorinus iunior; Marius; Ingenuus; Regilianus; Aureolus; Macrianus; Macrianus iunior; Quietus; Odenatus; Herodes; Maeonius; Ballista; Valens; Valens superior; Piso; Aemilianus; Saturninus; Tetricus senior; Tetricus iunior; Trebellianus; Herennianus; Timolaus; Celsus; Zenobia; Victoria; Titus; Censorinus. Essi possono dividersi in 3 categorie.
I. Personaggi immaginari o dubbî. - Sono da ritenere senz'altro inventati per il tempo di Gallieno Trebelliano, Postumo il Giovane e Saturnino; lo stesso si può ripetere per Celso; molto dubbio appare Pisone. Certamente inventato è Censorino per il tempo di Claudio. Si è dubitato inoltre dell'esistenza di Erenniano e Timolao, figli di Odenato e di Zenobia, come pure di quella di Erode, figlio di primo letto di Odenato; il dubbio è legittimo per i primi due, ma non appare giustificato per l'ultimo, che ad ogni modo deve esser cancellato dalla lista degli usurpatori. Lo stesso si deve fare per Meonio, a proposito del quale bisogna anche dire che manca la certezza che l'uccisore di Odenato si chiamasse proprio così. Quanto a Vittorino il Giovane non sarebbe strano considerarlo frutto di invenzione; in ogni caso non risulta che egli fosse Cesare o tanto meno Augusto.
II. Personaggi reali, che però non rivestirono la porpora imperiale. - Cyriades, il Mareades di altri autori (il suo nome aramaico suonava Mârjâd'a) un cittadino di Antiochia, che tradì la sua città in farore di Sapore I, il quale lo fece giustiziare. Odenato, Ballista, che contribuì decisivamente all'usurpazione dei Macriani e fu vinto e ucciso da Odenato (lo stesso autore dei Tyr. trig. esita nell'attribuirgli la qualità di usurpatore). Vittoria, madre di Vittorino, donna di grande potenza, a cui si dà una parte decisiva nel passaggio del potere a Tetrico.
III. Autentici usurpatori. - Quartino (così si chiama in Erodiano il Titus della Storia Augusta) che gli arcieri osroeni contrapposero a Massimino nel 235. Valente (Julius Valens Licinianus, il Valens superir della S. A.), ribellatosi a Decio nel 251 a Roma. Contro Gallieno: Ingenuo (Ingenuus) e Regaliano (P. C.... Regalianus), ribellatisi successivamente nella Pannonia e nella Mesia; i Macriani in Oriente (è però più che dubbio che Macriano padre rivestisse la porpora); Valente (Valens) nella Penisola Balcanica; Emiliano (L. Mussius Aemilianus) in Egitto; Aureolo (Aureolus) a Milano. Quelli che governarono in Gallia al tempo di Gallieno, di Claudio e di Aureliano: Postumo; Leliano (Ulpius Cornelius Laelianus); Mario (M. Aurelius Marius); Vittorino; Tetrico. Quanto a Tetrico il Giovane (C. Pius Esuvius Tetricus) figlio dell'omonimo usurpatore gallico, fu associato al padre come Cesare e ne divise interamente la sorte.
Si può aggiungere infine Zenobia, che portò il titolo di Augusta e governò non in nome di Erenniano e Timolao, come vuole il biografo dei Tyr. trig., ma di Vaballato, che invece nei Tyr. trig. non è nominato.
Bibl.: H. Peter, Die römischen sogen. dreissig Tyrannen, in Abhandlungen der königl. sächsischen Gesellschaft der Wissenschaften, phil.-hist. Kl., XXVII (1909), pp. 181-222; cfr. P. H. Webb, The Roman Imperial Coinage, V, ii, Londra 1933, pp. 310-425, 571-78, 580-89. Per Trebelliano, cfr. E. Hohl, in Klio, XIV (1914-15), pp. 380-83; XXVII (1934), p. 158; per Postumo il Giovane, v. A. Stein, in Prosopographia Imperii Romani (2a ed.), II, Berlino e Lipsia 1936, p. 111, n. 467; per Saturnino, id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col. 213; per Celso, Pisone, Censorino, id., in Prosop. Imp. Rom. 2a ed., II, p. 146, n. 646; p. 72 n. 298; p. 148, n. 656; per Erenniano, Timolao, Erode, Meonio, id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, coll. 648-49, 920, n. 9; XIV, col. 253: per Vittorino iunior, P. de Rohden e H. Dessau, in Prosop. Imp. Romani, III, Berlino e Lipsia 1898, p. 38 n. 303; per Mareades, Stein, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, coll. 1744-45; per Ballista, id., in Prosop. Imp. Rom., 2a ed., I, Berlino e Lipsia 1933, p. 351, n. 41; per Vittoria, H. Dessau, in Prosop. Imp. Rom., III, p. 432, n. 430; cfr. C. Jullian, Histoire de la Gaule, IV, Parigi 1913, pp. 584-87; per Quartino, v. P. de Rohden e H. Dessau, in Prosop. Imp. Rom., III, p. 114, n. 9, p. 331, n. 211; cfr. Hohl, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, col. 859; per Valente Liciniano, v. Stein, in Pauly-Wissowa, ibid., X, col. 845; cfr. G. Costa, in De Ruggiero, Dizionario epigrafico, II, coll. 1490-1491; Wittig, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XV, coll. 1271-72; per Ingenuo e Regaliano, v. Stein, ibid., IX, coll. 1552-53; I A, coll. 462-64; per Valente, v. H. Dessau, in Prosop. Imp. Rom., III, p. 348, n. 7; per Emiliano, v. Stein, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XVI, coll. 901-902; per Aureolo, id., in Prosop. Imp. Rom., 2a ed., I, p. 341, n. 1672; per Leliano, v. H. Dessau, ibid., III, p. 459, n. 456; cfr. E. Stein, in Fasti des röm. Deutschland unter dem Prinzipat, Vienna 1932, p. 43-44, n. 48; per Mario, v. Henze, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl.; II, coll. 2511-12; A. Stein, in Prosop. Imp. Rom., 2a ed., I, p. 318, n. 1555; per Tetrico iunior, id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, coll. 704-705. Per gli usurpatori gallici, cfr. C. Jullian, Hist. de la Gaule, IV, Parigi 1913, p. 582 segg.; S. Bolin, Die Chronologie d. gallischen Kaiser, Lund 1932.