Trenta Tiranni Nella tradizione storica e politica antica, commissione di 30 cittadini (οἱ τριάκοντα «i Trenta»), istituita in Atene dopo la definitiva sconfitta per opera degli Spartani (404 a.C.): principali esponenti furono Crizia e Teramene. I Trenta si segnalarono per la persecuzione dei democratici e degli avversari personali, avvalendosi dell’aiuto della guarnigione spartana di Atene. Furono abbattuti, dopo neppure un anno di dominio, dalla rivolta capeggiata da Trasibulo.
Sotto il nome di Tyranni triginta sono riuniti nella Storia Augusta gli usurpatori veri e presunti del 3° sec. d.C. L’autore di questa storia, per esaltare l’imperatore Claudio il Gotico, diminuisce per antitesi la figura di Gallieno suo predecessore, contrapponendogli gli usurpatori presentati come benefattori dell’Impero. Per raggiungere il numero di 30, l’autore inventò o attribuì il potere imperiale ad alcuni arbitrariamente. Sono incluse anche due usurpatrici, che portano a 32 il numero dei personaggi biografati. Di essi sono immaginari o dubbi Postumo il Giovane, Saturnino, Celso, Pisone, Censorino, Erenniano, Timolao, Vittorino il Giovane; sono personaggi reali, ma non rivestirono la porpora imperiale Ciriade, Odenato, Ballista, Vittoria, Erode, Meonio; sono autentici usurpatori Quartino (o Tito), Valente, Ingenuo, Regaliano, i due Macriani, Quieto, i due Valenti, Emiliano, Aureolo, Postumo, Leliano, Mario, Vittorino, i due Tetrici, Zenobia.