TREMISSE
. Terzo del soldo d'oro bizantino che divenne la base della monetazione aurea dei Franchi e dei Longobardi. Alcuni di essi, nei quali la figura della vittoria di quelli imperiali si era venuta a poco a poco deformando in quella dell'arcangelo Michele, vennero detti angelati, altri, e sono i più, hanno una stella o fiore a molti petali e furono detti stellati. Col nome dei re longobardi si hanno tremissi di Castel Seprio, Milano, Pavia, Treviso, Vercelli, Vicenza, con quello di Carlo Magno di Bergamo, Castel Seprio, Lucca, Milano, Pavia. Senza nome di sovrano ma con quello dei luoghi, che pure si credono del tempo dei Longobardi, si conoscono di Lucca, Pisa, Pistoia, Pombia e di altre località indicate con monogrammi di non facile interpretazione. Altre poi sono imitazioni pedisseque di quelli imperiali con leggende deformate e inintelligibili e questi pure si attribuiscono alle zecche longobarde dell'Italia meridionale.
Bibl.: G. Castellani, Catalogo della raccolta numismatica Papadopoli Aldobrandini, Venezia 1925, nn. 102, 117, 120, tav. I; Corpus Nummorum Italicorum, II, tav. xli, 8; IV, tavv. iii, ii; viii, 17, 18; xxxviii, 11-27; V, tav. i, 1-3; VI, tav. xxi, 12; xxv, 15, 16; X, tav. xliii, 56, 59; xliii, 2; XI, tavv. iii, 14-19; iv, 1-15; xviii, 3-4; xxii, 1; XV, tavv. 1, 2, 15; ii, 24, iii, 5, 9, 16, 21; F. Jecklin, Il rinvenimento di monete longobarde e carolingie presso Ilanz nel Canton de' Grigioni, Cividale 1907; U. Monneret de Villard, La monetazione nell'Italia barbarica. I tipi e le emissioni, in Rivista italiana di numismatica, XXXIV, Milano 1921, p. 191 segg.; G. Sambon, Repert. gen., ecc., Parigi 1912, tav. IV.