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TREIA

di G. Annibaldi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)
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TREIA (Trea)

G. Annibaldi

Città del Piceno; collocata dall'Itinerario Antonino lungo la diramazione della Flaminia che da Nuceria Camellaria, varcato l'Appennino, conduceva ad Ancona, sul mare.

Fu istituita colonia per effetto della Lex Manilia nel 135 a. C. Le iscrizioni ci attestano che fu municipium menzionando tra i magistrati duoviri, sexviri augustales ed il pontifex. Plinio e Frontino nominano l'ager Treiensis.

L'antica città sorgeva sulla riva sinistra del fiume Flosis (Potenza) ad un km circa dall'attuale T., già Montecchio, verso N-O in un altipiano chiamato Mura de' Saraceni, nelle adiacenze del Convento dei PP. Riformati.

Ripetuti e proficui scavi protrattisi dalla seconda metà del sec. XVI sino agli inizî del XIX misero in luce, entro un perimetro di m 1400, numerosi avanzi, illustrati dal Benigni in una dettagliata relazione.

Vi si scoprirono, tra l'altro, il Foro con basilica, resti di un tempio e di probabili terme oltre a sculture ed iscrizioni, conservate in parte presso il Comune ed in case private di Treia.

Distrutta la città, come si vuole ad opera di Alarico, si rifugiarono gli abitanti sul colle a circa un miglio, su cui sorse Montecchio che riprese l'antico nome nel 1790 per volere del papa Pio VI.

Bibl.: C. I. L., IX, p. 538, nn. 5644-5678; F. Benigni, Lettera sugli scavi fatti nel circondario dell'antica Treia, Macerata 1812; H. Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1902, II, p. 420; A. Acquaticci, Il mio Paese, Tolentino 1888; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, VI A, 1937, c. 2250, s. v. Trea.

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