tratutto (tretutto)
Rafforzativo di ‛ tutto ', formato sul francese antico trestout (" tutto quanto "), usato cinque volte nel Fiore, con funzione espressiva. Due esempi ricorrono nel discorso della Vecchia: non penserebbe il gran dolor ch' i' sento / tratutte l'ore ch' i' ho pensamento / de' be' basciar, che m' hanno dato mano, CLI 3 (un superlativo, tres douces, compare anche nel Roman de la Rose, riferito ad altro termine: " Des douz deduiz, des douz baisiers, / E des très douces acolees ", vv. 12864-65); e che 'l tu' cuor gli s' è tretutto dato, CLXXXII 5 (cfr. Rose 13837-38 " Si cuidera tout erraument / Que cele l'aint trop leiaument ").
E inoltre: Ched i' so la lezion tratutta a mente / per ripeterl' a gente cu' piacesse, XLVI 9; Il fatto suo si tien tratutto a voi, CXXXVIII 12; e che la sua mercè ciascuno attenda, / ch'ell'ha la guarda lor tratutta presta, CCXX 4 (cfr. Rose 20708-10 " Lors se sont tuit en piez levé, / Prest de continuer la guerre, / Pour tout prendre e metre par terre ").
In CLXXXII 5 compare la forma tretutto, più vicina al francese.
Benché non figuri mai in corrispondenza con i passi del Fiore, trestout è molto diffuso nel Roman de la Rose (vv. 29, 321, 1076, ecc.). Per l'uso di altri superlativi formati col prefisso tra-, vedi TRACELATO.