Lisbona, Trattato di
Lisbóna, Trattato di. – Entrato in vigore il 1 dicembre 2009 a conclusione di un lungo cammino di riforma istituzionale, il testo del Trattato di L. si articola intorno ad alcuni obiettivi prioritari: costruire un’Europa più democratica ed efficiente; potenziare il ruolo dell’UE sulla scena internazionale; promuovere e difendere i valori e i principi comunitari (libertà e sicurezza dei cittadini; solidarietà tra gli stati membri). Con l’entrata in vigore del Trattato anche la Carta dei diritti fondamentali dell’UE è stata integrata nel diritto primario comunitario, acquisendo un’efficacia giuridica identica a quella dei trattati. Tutte le istituzioni europee e gli stati membri sono tenuti al rispetto dei diritti sanciti dalla Carta (dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia), sulla cui corretta applicazione vigila la Corte di giustizia. Tra le novità introdotte per rendere più democratico il processo decisionale, il Trattato di Lisbona conferisce maggiori poteri al Parlamento europeo che acquisisce una posizione paritaria rispetto al Consiglio dell’UE nell’esercizio del potere legislativo in ampi ambiti disciplinari (tra cui governance economica, agricoltura, immigrazione, trasporti, ambiente, energia). Il numero massimo di deputati al Parlamento è fissato in 751, con un minimo di 6 e un massimo di 96 eurodeputati per Stato membro, calcolati approssimativamente in base alla popolazione dello Stato che rappresentano. Viene istituita, inoltre, la figura del presidente del , organismo diventato con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona una delle sette istituzioni ufficiali dell’UE. Per la prima volta è riconosciuta espressamente la possibilità per uno Stato di uscire dall’Unione. Per assicurare coerenza, continuità e forza all’azione esterna dell’UE nasce la nuova figura dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza con il duplice incarico di vicepresidente della Commissione europea. Viene altresì introdotta una base giuridica specifica per gli aiuti umanitari, anche con l’istituzione di un corpo di volontari. Una nuova forma di partecipazione popolare alla vita comunitaria è stata promossa attraverso la creazione dell’Iniziativa dei cittadini, uno strumento di intervento diretto sulla politica dell’Unione che consente a un milione di cittadini di almeno un quarto degli Stati membri di chiedere alla Commissione europea la presentazione di una proposta legislativa in uno dei settori di sua competenza (per esempio salute pubblica, ambiente, trasporti, agricoltura).