trasognanza
s. f. Condizione di chi sogna a occhi aperti, di chi si sente trasportato in una realtà di sogno.
• Dall’Università di Syracuse arriva freschissima la ricerca che dice una parola definitiva sul colpo di fulmine: per innamorarsi ci vuole un quinto di secondo. In quel baleno, una scheggia di eternità, si attivano 12 aree cerebrali che lavorano in team per liberare sostanze euforizzanti, dopamina, ossitocina, adrenalina: con effetti simili a quelli della cocaina. Il tutto per produrre quello stato di beata trasognanza che vuol dire buio intorno a te, solo una persona illuminata, quella che è entrata improvvisamente nel tuo campo visivo, batticuore e incapacità di verbalizzare. (Maria Luisa Agnese, Corriere della sera, 26 ottobre 2010, p. 29, Cronache).
- Derivato dal v. intr. trasognare con l’aggiunta del suffisso -anza.
- Già attestato nella Repubblica del 15 marzo 1988, p. 36, Musica (Angelo Foletto).