TRASIBULO di Siracusa
Era il più giovane dei figli di Dinomene, cioè del capostipite della famiglia che dominò a Siracusa nella prima metà del sec. V. La successione di Gerone sarebbe toccata al figlio di quest'ultimo, ma Tr. agì con lui come altra volta Gelone aveva agito con Polizelo, dando origine a una scissione nella famiglia stessa. Peraltro, Tr. non aveva le qualità dei suoi predecessori e fece di tutto per rendersi inviso al popolo siracusano che finalmente insorse con le armi (461). Non avendo potuto soffocare con le promesse questo movimento, il tiranno, raccolto un gruppo di seguaci e di mercenarî che costituì un esercito di 15.000 uomini, si rinchiuse in Ortigia mentre ì Siracusani, procuratasi l'alleanza di Gelesi e Agrigentini, Imeresi e Siculi lo stringevano d'assedio. Ma poiché la flotta di Tr. fu battuta dagli alleati né miglior successo ebbero le sortite da lui tentate, l'assediato propose di arrendersi purché gli permettessero di ritirarsi come privato a Locri, ciò che gli fu concesso. In tal modo terminava la tirannide dei Dinomenidi, avvenimento che da allora in poi fu commemorato in Siracusa con grandiose ecatombi annue in onore di Zeus Eleuterio, il cui profilo appare nelle monete di quel periodo.
Bibl.: A. Holm, St. d. Sicilia, I, trad. it., Torino 1896, p. 469 segg.; E. Freeman, Hist. of Sicily, II, Oxford 1892, pp. 304, 308.