trascrittasi inversa
DNA polimerasi RNA-dipendente che catalizza la sintesi di DNA usando come stampo una molecola di RNA. Questa polimerasi è presente in particolari tipi di virus con genoma a RNA, i retrovirus. Quando una cellula viene infettata da retrovirus, l’RNA viene copiato in una molecola di DNA a doppio filamento proprio grazie alla trascrittasi inversa presente nel virione che entra nella cellula infettata assieme all’RNA. Il DNA formatosi come copia dell’RNA virale circolarizza e si integra nel DNA della cellula ospite grazie alla proteina integrasi. La trascrittasi inversa è usata per ottenere sintesi di molecole di cDNA, ossia di DNA complementare, e richiede un primer per iniziare a polimerizzare i nucleotidi. Nel caso della formazione di cDNA, la presenza della coda di poli-A nel trascritto di mRNA può essere utilizzata per facilitare la reazione di retrotrascrizione attraverso l’utilizzo di un primer del tipo oligo(dT) che si ibriderà alla coda di poli-A. La trascrittasi inversa estenderà questo primer utilizzando l’RNA messaggero come stampo, producendo così una copia di cDNA a singolo filamento. Il risultato è una molecola a doppio filamento, ibrido tra DNA e RNA. L’RNA verrà parzialmente degradato dall’RNasi A, una specifica RNasi in grado di degradare molecole a doppio filamento, che lascia il filamento di cDNA in una forma che è in larga parte a singolo filamento. Tali molecole a singolo filamento tendono a formare strutture secondarie ripiegandosi su se stesse, creando così una forcina (hairpin) all’estremità 3′ che, assieme ai resti del filamento di RNA, sarà poi usata dalla DNA polimerasi I come primer del secondo filamento. Il risultato è una molecola di DNA a doppio filamento con a un’estremità una struttura a forcina che sarà eliminata dalla nucleasi S1, che taglia il DNA a singolo filamento. Anche la telomerasi, l’enzima che mantiene invariata la lunghezza dei telomeri, è una trascrittasi inversa, in quando sintetizza DNA telomerico a partire da uno stampo di RNA.
→ Microarray; Telomeri e stabilità dei cromosomi