TRANSVAAL (A. T., 118-119-120)
Una delle quattro grandi provincie costituenti l'Unione Sudafricana, situata tra il 21° 28′ e il 28° lat. S., e tra il 24° 30′ e il 32° long. E.; fu così denominata quando nel 1848 (v. appresso), i Boeri si stabilirono in parte anche nella regione sulla destra del fiume Vaal.
La provincia del Transvaal ha un'area di 286.054 kmq. - circa il 23% dell'area totale dell'Unione - e confina a O. con la provincia del Capo e col Bechuanaland, dal quale lo separa il corso del Limpopo che segna anche a N. il limite rispetto alla Rhodesia Meridionale, ad E. con l'Africa Orientale Portoghese (Mozambico), con lo Swaziland e col Natal, a S. con la provincia dell'Orange. È un altipiano elevato nella sua parte meridionale attorno a Johannesburg, oltre 1500 metri, e di qui lievemente digradante verso N., mentre ad E. scende ripida la scarpata che versa all'Oceano Indiano e che è nel settore N., inclusa nel territorio della provincia, mentre più a S. è occupata dal territorio dello Swaziland. La massima altitudine è 2659 m.
Il tavolato dell'altipiano è formato alla sua base dalle quarziti, arenarie e conglomerati auriferi del Witwatersrand, col loro basamento di rocce cristalline arcaiche, dalle quarziti e dolomiti del sistema di Nama, detto anche del Transvaal, con intrusioni granitiche e basiche del complesso del Bushveld, e dalle marne carbonifere e arenarie e conglomerati del sistema del Karroo, attraversate e coronate da diabasi e basalti. L'altipiano è anche perforato da diatremi di kimberlite diamantifera, probabilmente del Cretacico.
Il clima del Transvaal è temperato, con temperature medie annue superiori a 26°,6, media estiva (novembre-aprile) fra 26°,6 e 31°, media invernale (maggio-ottobre) tra 17°,8 e 22°,2, le piogge cadendo quasi esclusivamente nei mesi estivi, con quantitativi annui di mm. 762-1000 e, a tratti, di oltre 1 metro. La neve è rara: si ricordano soltanto 11 nevicate negli ultimi 60 anni, ma il gelo notturno non è infrequente.
Tra i corsi d'acqua principali, oltre al Limpopo che, come si è detto, segna i limiti occidentali e settentrionali della provincia, e al Vaal, che ne segna il limite meridionale, è l'Olifants River, che trae origine con due rami principali dalla regione attorno a Joahannesburg e a Pretoria, corre prima a NE. fino al Drachensberg; quivi, ricevute da destra le acque di un affluente, scende con direzione O.-E. nella regione collinosa della scarpata, e penetrato nell'Africa Orientale Portoghese, si getta nel Limpopo. Altro corso d'acqua degno di menzione è il Komati, che ha le sue sorgenti nel Drachensberg non lontano da quelle del Vaal, e passa poi nello Swaziland e finalmente anch'esso nell'Africa Orientale Portoghese, sboccando al mare presso Lourenço Marques.
Nei riguardi della vegetazione il Transvaal è un paese piuttosto squallido, in ragione della non grande abbondanza delle precipitazioni e del loro modo di distribuzione: prevalgono sull'altipiano gli arbusti spinosi e le steppe ad aloe; la vegetazione nei tratti più elevati si fa tuttavia più fiorente, e i rimboschimenti, a base generalmente di eucalyptus, vi dànno buoni risultati. La fauna selvatica è piuttosto scarsa: tuttavia nel Parco Nazionale Kruger (kmq. 22.407), costituito (1926) nel Transvaal orientale, vivono in copia elefanti, rinoceronti, giraffe, ippopotami, bufali, leoni, antilopi, ecc. In alcuni torrenti, specialmente nei distretti di Lydenburg, Machadodorp, ecc., sono state introdotte trote per incremento della pesca.
La popolazione del Transvaal ammontava nel 1931 a 2.556.100 abitanti, il 26% Bianchi - in prevalenza Boeri - il 74% di colore, in gran maggioranza Bantu. È organizzata l'immigrazione temporanea di Negri dall'Africa Orientale Portoghese, per provvedere mano d'opera alle industrie specialmente minerarie. La densità di popolazione risulta di 7 ab. per kmq.
Dato il carattere del clima, il Transvaal è paese più adatto alla zootecnia che all'agricoltura: nel 1934 vi si contavano 3.056.000 bovini, 4.388.000 ovini e 932.000 caprini, 160.000 muli e 270.000 asini. Ragguardevolissima la produzione della lana. Le pecore scendono in gran numero a svernare nelle più temperate pendici dello Swaziland. Anche l'allevamento dei maiali è redditizio (237.000 capi), dando luogo a larga esportazione di prosciutto e lardo. L'allevamento dello struzzo, già fiorentissimo, è in decadenza. L'agricoltura non è trascurata: si producono cereali, medica, teff, agrumi e specialmente tabacco. In molti luoghi è attuata l'irrigazione, con un'area irrigua complessiva (1928) di 18.545 ettari.
L'industria più fiorente e più ricca, nel Transvaal, è quella mineraria: giacimenti di argento, di platino, osmiridio, cromo, asbesto ecc., sono più o meno largamente sfruttati; ma le maggiori produzioni riguardano l'oro, di cui nel 1935 furono prodotte 10.776.684 once, i diamanti, il carbone, il rame e lo stagno.
Capoluogo del Transvaal e capitale amministrativa, sede del governo dell'Unione, è Pretoria, posta a m. 1362 s. m., con 62.138 ab. europei e 28.691 indigeni (1932); Johannesburg, con 339.630 ab. in gran parte inglesi, nel distretto di Witwatersrand, è ricca città industriale e considerata la capitale morale non solo del Transvaal, ma dell'intera Unione. È il centro principale di produzione dell'oro.
Altri centri di qualche interesse sono: Potchefstroom con 15.085 abitanti, il più antico della provincia, essendo stato fondato nel 1839 da Potgieter, capo del trek (colonna migrante boera): fu teatro di azioni militari nella guerra civile boera del 1862 e tra Inglesi e Boeri nel 1882. Oggi è il centro culturale del Transvaal occidentale, con scuole di vario grado, scuola di agricoltura, biblioteca, ecc. La città è provvista di acqua potabile e per irrigazione, onde i dintorni immediati appaiono verdeggianti: un laghetto della lunghezza di 2 km., presso la città, è meta di gite e luogo preferito di sport. Rustenburg con 3200 ab., capoluogo del distretto omonimo, nella parte NO. del Transvaal, è una ridente prospera cittadina in un clima salubre sebbene caldo d'estate, e in una zona fertile per le sue coltivazioni di agrumi, tabacco e cotone: esiste una diga di ritenuta d'acqua per irrigazione nel fiume Olifant, distante 10 km. Le speranze concepite a riguardo dei vicini giacimenti auriferi furono finora deluse. Middelburg con 2608 Europei, capoluogo del distretto omonimo, salubre come clima, provvisto di buona acqua e ricco di giacimenti di ottimo carbone fossile, di rame, ferro e cobalto; il territorio circostante produce mais, grano, patate e tabacco. Il Piccolo Olifants River, pittoresco e pescoso, attraversa la regione, e la cittadina giace su un suo affluente. Standerton (2272 ab.) nel distretto omonimo sul fiume Vaal, è il centro principale del Transvaal orientale. Il territorio circostante ha ottimi pascoli e produce manna; la cittadina ha un'azienda agricola sperimentale e una latteria governativa. Nella zona esistono giacimenti di carbone.
Storia.
Il Transvaal al principio del sec. XIX era abitato da tribù di Bantu, di Boscimani e di Ottentotti ai quali si aggiunsero poi Zulu della tribù Matabele. Nel 1829 la regione fu esplorata da R. Moffat, nel 1836 da un gruppo di commercianti ed esploratori inglesi. I Boeri avevano già tentato di colonizzare la regione, nel 1835: ma la spedizione di L. Trichard e J. van Rensburg non ebbe successo. Nel 1836 si ha il trek guidato da A. H. Potgieter, che dopo un momento di penetrazione pacifica entra in lotta coi Matabele. Nel 1845 il Potgieter abbandonò la regione del Transvaal.
La vera e propria storia del Transvaal comincia contemporaneamente a quella dell'Orange, con l'emigrazione dei Boeri (v. boeri) e la fondazione dei due stati liberi (1848). I Boeri che occuparono il Transvaal erano guidati dall'abile e prudente A. W. J. Pretorius il quale seppe presto ottenere il riconoscimento dell'indipendenza del proprio stato dall'Inghilterra (convenzione di Zand River, 1852); ma le condizioni di non contrarre alleanze con gl'indigeni e di non introdurre la schiavitù implicavano già una serie di interventi dell'Inghilterra, sotto il pretesto dei rapporti dei "burghers" con gl'indigeni. Il periodo del 1852 al 1877 è appunto caratterizzato da continue guerre contro gl'indigeni e da lotte intestine dei Boeri, divisi nei quattro staterelli di Potchefstroom, Lydenburg, Zoutspanberg, Utrecht, poi (1856) uniti nella "Repubblica Sudafricana". Col crescere delle difficoltà finanziarie e col continuare della lotta con gl'indigeni (nel 1868 si dovette abbandonare lo Zoutspanberg), e dopo il fallimento dei tentativi di riassetto delle finanze e di ottenere prestiti in Europa per la costruzione di una ferrovia (di Lourenço Marques) che rendesse il Transvaal indipendente commercialmente dagl'Inglesi, si venne formando un partito anglofilo: approfittando della situazione favorevole, l'Inghilterra proclamò l'annessione del Transvaal. Ma quando le libertà promesse non vennero concesse, i Boeri mandarono una petizione al governo inglese perché revocasse l'annessione. Quando le speranze riposte nel Gladstone si dimostrarono vane, i Boeri si sollevarono, sotto la guida dei generali Kruger, Pretorius, Joubert, e in una serie di combattimenti, culminati in quello famoso di Majuba Hill (27 febbraio 1881), sconfissero le forze inglesi prima che arrivassero i rinforzi dalla madrepatria. Il 23 marzo 1881 fu conclusa la pace e fu riconosciuta l'autonomia del Transvaal, ma venne riservato all'Inghilterra un generico diritto di sovranità e di controllo della politica estera, non abolito dalla convenzione di Londra di tre anni dopo. Le difficoltà economiche, specie finanziarie, e il persistente stato di lotta contro gl'indigeni, rincrudito dopo la lotta contro gl'Inglesi, favorirono l'attività del Kruger, che nel 1883 era divenuto presidente del Transvaal, e che acquistò poteri dittatoriali. La politica del Kruger, che tendeva a conservare al Transvaal il carattere tradizionale di stato agrario dominato dall'oligarchia boera, si trovò presto di fronte a un gravissimo problema, che doveva poi condurre alla perdita dell'indipendenza di quel piccolo e coraggiosissimo popolo. Piccole quantità d'oro erano sempre state raccolte nella regione: ma nel 1883-86 circa si scoprirono ampî giacimenti d'oro al Witwaterstrand, e il paese fu rapidamente invaso da cercatori e minatori innumerevoli, per lo più inglesi. I "Burghers", che dapprincipio avevano ceduto volentieri le loro fattorie spesso poco redditizie ai nuovi arrivati, cominciarono ad allarmarsi quando costoro crebbero di numero fino ad eguagliarli, tanto più che gli immigrati (uitlanders) mal tolleravano la politica di restrizioni e di monopolî del governo del Kruger, che vedeva finalmente il mezzo di riassestare economicamente e finanziariamente lo stato, e di arricchirlo.
L'interesse economico degli uitlanders venne a coincidere così con gl'interessi e le ambizioni che trovavano il loro rappresentante nel Rhodes e la loro espressione nella sua ideologia espansionistica e imperialistica: l'"Afrikander Bond" e la "South African League" furono le organizzazioni attraverso le quali le due potenti personalità del Kruger e del Rhodes combatterono per gl'interessi dei loro gruppi rispettivi, finché non si venne alla guerra. Nel 1884-87 il governo del Transvaal riuscì a far fondare la Netherlands Railway Company, che costruì una ferrovia sboccante nella Delagoa-Bay; i monopolî, specie quello della dinamite, erano sempre più gravosi, i dazî doganali sempre più estesi e pesanti: alle proteste degl'immigrati, il Kruger rispose aggravando le condizioni per la naturalizzazione e per l'acquisto dei pieni diritti di cittadinanza e specie di quello elettorale attivo e passivo. Gl'incidenti si ripetevano: nel 1890 dal palazzo del governo di Johannesburg centro degli uitlanders venne tolta la bandiera del Transvaal e inalberata quella inglese in occasione della visita del Kruger, il quale da allora in poi considerò in pericolo l'indipendenza e la sovranità del suo stato; nel 1894 dovette intervenire l'Inghilterra per l'incidente degli uitlanders comandati a reprimere un' insurrezione di Negri, benché ancora senza diritti politici e civili di cittadini del Transvaal.
Il Kruger tentava anche di raccogliere appoggi in Europa, m-ntre l'Inghilterra continuava a premere; è del 1895 un tentativo di avvicinamento alla Germania; ma dello stesso anno è l'annessione da parte dell'Inghilterra del Tongaland, in conseguenza della quale ogni accesso dei Boeri al mare rimaneva bloccato. La situazione già tesa venne aggravata dal "raid Jameson", alla fine dello stesso anno. In seguito ad accordi della "Transvaal National Union" degli uitlanders con il Rhodes si organizzò una spedizione armata di un corpo di circa 800 uitlanders raccolti al confine fra il Transvaal e la Colonia del Capo, spedizione che doveva esser combinata con una insurrezione degli uitlanders di Johannesburg. Il tentativo (raid Jameson) fallì, come accade, per mancanza di uomini per il corpo di spedizione, e per la mancata corrispondenza dell'azione dell'interno con quella dall'esterno: Johannesburg non si sollevò, per la pronta ed energica azione repressiva del Kruger, e il Jameson fu fatto prigioniero dai Boeri il 2 gennaio 1896, a Doornkop. Larga eco ebbe nella politica europea il telegramma di felicitazioni che Guglielmo II mandò in questa occasione al Kruger per la sua energia. Nel 1897-98 il Kruger riusciva intanto a concludere un'alleanza difensiva con lo stato gemello dell'Orange.
La moderazione del governo boero, che consegnò il Jameson e gli altri prigionieri al governo inglese, rinunciando ad ogni azione punitiva nei loro riguardi, non ebbe però nessun frutto; benché il Rhodes dovesse dimettersi dalla sua carica di primo ministro della Colonia del Capo, l'Inghilterra prese ad appoggiare direttamente il movimento degli uitlanders, che ora parve acquistare carattere esclusivamente costituzionale di rivendicazione della parificazione giuridico-politica, contro la oligarchia conservatrice e la supremazia della razza boera che questa tutelava rigidamente. Verso la fine del 1898 il movimento s'intensificò, e finì culminando in una petizione di uitlanders alla regina d'Inghilterra, perché appoggiasse le loro rivendicazioni politico-costituzionali. Il risultato della petizione fu la conferenza di Bloemfontein che, iniziata il 31 maggio 1899 fra il Kruger e sir A. Milner, s'incagliò subito per l'intransigenza del primo sulla questione dei diritti elettorali. Nel seguito delle trattative il Kruger abbandonò gradualmente ma completamente la sua intransigenza a tale proposito: ma a questo punto il governo inglese sollevò la questione della sovranità inglese, come era posta nelle convenzioni del 1881 e 1884, questione sulla quale il Kruger si mostrò intransigentissimo. Intanto erano cominciati i movimenti militari, e nell'autunno scoppiava la guerra, in seguito a un ultimatum posto dal Transvaal (9 ottobre 1899).
La guerra anglo-boera. - L'entità delle forze contrapposte impiegate in questa guerra si possono così riassumere: oltre ai 20.000 volontarî reclutati all'inizio della campagna, l'Inghilterra dovette provvedere all'invio di truppe fino a raggiungere i 300.000 uomini; le forze boere furono grandemente inferiori e si aggirarono sui 30-40 mila uomini che, all'inizio delle operazioni, erano così dislocati: 15.000, divisi in tre gruppi, ai confini del Natal; 6000 in due gruppi sul fiume Orange; 6000 verso Mafeking, 3000 verso Kimberley e 2000 lungo la frontiera settentrionale.
Il piano inglese d'operazioni comportava tre fasi successive. In un primo tempo dovevasi provvedere alla copertura delle truppe di presidio in colonia; successivamente sarebbe avvenuto lo sbarco di un esercito di 60.000 uomini nei porti di Capetown, Elizabeth, East London; infine si sarebbe iniziata la fase offensiva con l'avanzata su tre colonne nell'altipiano sud-africano, per minacciare con una marcia concentrica l'avversario, raccolto nell'Orange, sopraffarlo e puntare quindi su Pretoria. Da parte boera il piano delle prime operazioni consisteva logicamente nel trar profitto dall'esiguità momentanea dei presidî inglesi, per attaccarli contemporaneamente nelle direzioni di Ladysmith (Natal), e di Kimberley (Orange) e procedere poi in direzione sud per addentrarsi nella colonia del Capo e sollevare i Boeri colà residenti, contro l'Inghilterra.
Lo svolgimento della guerra nel Sudafrica fu la logica conseguenza degli accennati stati di fatto e degli accennati disegni operativi. E cioè, vi fu un primo periodo in cui l'iniziativa delle operazioni fu assicurata ai Boeri (ottobre-novembre 1899); un secondo periodo, in cui gl'Inglesi - realizzata la superiorità numerica - mossero alla controffensiva (dicembre 1899-giugno 1900); infine, un terzo periodo in cui, concluse le operazioni strategiche, i Boeri si diedero a una tenace guerriglia (giugno 1900-maggio 1902).
I Boeri decisero d'invadere col grosso delle loro forze il Natal per attirare gl'Inglesi verso il nord e attaccarli poi sui fianchi e alle spalle con gli altri gruppi. Per neutralizzare questo ardito progetto gl'Inglesi avrebbero potuto tentare una manovra per linee interne. Divisero invece le forze, dando così modo all'avversario di batterli dappertutto.
L'invasione del Natal venne iniziata il 13 ottobre su tre colonne: la prima marciò su Newcastle, la seconda su Dundee e la terza in direzione di Ladysmith. Questa manovra costrinse gl'Inglesi a ritirarsi precipitosamente su Ladysmith, che venne bloccata. Anche negli altri scacchieri l'offensiva aveva avuto successo: i presidî di Mafeking e Kimberley vennero accerchiati e bloccati.
La ferma decisione degl'Inglesi di liberare le tre città assediate li indusse a modificare il piano di attacco stabilito inizialmente. In fretta si costituiscono tre colonne, dirette: la prima, al comando del generale Buller, su Ladysmith; la seconda col generale Methuen su Kimberley e la colonna intermedia, agli ordini del generale Gatacre, su Bloemfontein.
La colonna del generale Methuen si pose in marcia il 21 novembre partendo da Orange-Riverstation, località sul fiume Orange. Il giorno 25 si ebbe il primo scontro a Belmont e i Boeri furono costretti a ritirarsi. Ma al passaggio del fiume Riet, Methuen, trovata un'accanita resistenza dovette fermarsi in attesa di rinforzi. Il 10 dicembre, avuta ragione della resistenza nemica, gl'Inglesi ripresero l'avanzata su Magersfontein, bombardando le posizioni avversarie; all'alba del giorno successivo tre brieate inglesi in formazione serrata attaccarono frontalmente, ma, sorprese e decimate dal fuoco dei Boeri, ripiegarono in disordine su Modder River, dove la colonna sostò in attesa dell'arrivo di lord Roberts.
Il compito della colonna intermedia era invece quello di liberare Stormberg e dirigersi poi su Bloemfontein. Il generale Gatacre, partito da Molteno il 10 dicembre senza avanguardia e senza misure di sicurezza, avanzò su Stormberg. La colonna venne attaccata di sorpresa e, minacciata sul tergo, dovette ripiegare lasciando prigionieri e cannoni in mano al nemico.
Obiettivo della terza colonna era lo sblocco di Ladysmith; il comandante della colonna, gen. Buller, informato verso la metà di novembre che i Boeri erano in ritirata dal fiume Mooi verso Colenso, decise di iniziare la marcia verso il nord. Occupata Frere il 26, giunse il 12 dicembre a Chievely, ove sostò alcuni giorni prima di tentare il passaggio del fiume Tugela. Egli disponeva di circa 15.000 uomini con 44 bocche da fuoco; i Boeri, agli ordini del gen. Botha, ammontavano a circa 5000, e occupavano saldamente le alture di riva sinistra del Tugela e la collina di Hlangwane sulla riva destra a nord-est di Colenso. Dalle loro posizioni dominavano completamente la riva destra la quale era pianeggiante e scoperta.
Giunto il 12 a Chievely, Buller decise di tentare il 15 mattina il passaggio del fiume; nelle giornate del 13 e 14 rimase però inattivo di modo che nessuna notizia poté raccogliere sulla situazione del nemico; malgrado ciò decise di forzare i due ponti di Colenso. Secondo il piano progettato, due brigate avrebbero dovuto avanzare a cavallo della ferrovia, seguite, in seconda linea, da altre due; a protezione del fianco destro truppe montate avrebbero dovuto dirigersi sulla collina di Hlangwane e tentarne la conquista. Senza farsi precedere da elementi esploranti, alle 5,30 le truppe inglesi iniziarono l'avanzata che, malgrado gli ordini dati, si risolse in una marcia di avvicinamento di tutte e 4 le brigate su di una sola linea, avanzata facilitata dalla mancanza di reazione da parte dei Boeri. Giunte però a circa 600 m. dal fiume vennero sorprese da un intenso fuoco di fucileria e artiglieria che le arrestò. La mancanza di riserve e la gravità delle perdite indussero, verso le 10, il gen. Buller a ordinare la ritirata su Chievely, che poté effettuarsi abbastanza in ordine, non avendo i Boeri inseguito.
In soli sette giorni, definiti a Londra "la settimana nera", i Boeri erano così riusciti a stroncare in pieno la prima fase della controffensiva. Il governo inglese, più che mai fermo nella decisione di attuare in tutto il suo programma, inviò nuovi rinforzi e affidò il comando delle truppe a lord Roberts con capo di Stato maggiore lord Kitchener.
Lord Roberts, persuaso che nessun risultato si poteva sperare da operazioni nel Natal, decise, pur lasciando libero il generale Buller di continuare i suoi tentativi per lo sblocco di Ladysmith, di concentrare tutte le truppe disponibili e i nuovi rinforzi sul fiume Modder, per intraprendere poi l'offensiva nell'Orange.
Riorganizzate le truppe e i nuovi rinforzi, che portarono i suoi effettivi a circa 26.000 uomini, Buller decise ai primi di gennaio di ritentare il forzamento del Tugela, a circa trenta km. a monte di Colenso. Divise perciò le truppe su due colonne dirigendo la principale al guado di Podgieter e la secondaria, con compiti dimostrativi, verso il guado di Trichard. Anche questa volta non si fece precedere da esploratori. Il passaggio del fiume venne effettuato nella notte sul 17 e la colonna principale riuscì ad occupare il giorno dopo una linea di colline a circa mille metri dal fiume, dove però fu arrestata dai Boeri. Nulla fu l'azione della colonna dimostrativa. Il 25 venne ordinata la ritirata.
Ai primi di febbraio vennero emanati gli ordini per una nuova avanzata. Anche questa volta Buller costituì due colonne; una diretta, con scopo dimostrativo, al guado di Podgieter, l'altra, principale, a tentare il passaggio 5 km. più a valle. Iniziata l'azione la mattina del 5, dopo un primo successo iniziale le fanterie inglesi vennero nuovamente arrestate dalla resistenza nemica, tanto che il 7 febbraio si dovette dar l'ordine di ripiegamento.
Pochi giorni dopo, il Buller riprese l'azione tentando di passare il Tugela a valle di Colenso, stabilendo come primo obiettivo l'occupazione della collina di Hlangwane, sulla riva destra, ancora in saldo possesso dei Boeri. Precedute da una preparazione di artiglieria durata dal 14 al 17, le fanterie inglesi riuscirono ad occupare il 19 la collina e a passare il fiume il 26. Vinta poi la debole resistenza delle retroguardie nemiche, l'Inglesi poterono marciare su Ladysmith ove entrarono il 28.
Mentre nel Natal si succedevano i tentativi per lo sblocco di Ladysmith, il grosso delle forze inglesi, 40.000 uomini, andava concentrandosi a 35 km. dal fiume Riet. Primo obiettivo di lord Roberts era la liberazione di Kimberley.
Il 12 febbraio, preceduti dalla cavalleria di lord French, gl'Inglesi passarono il Riet nei pressi di Koffiefontein, in modo da aggirare il fianco sinistro dei Boeri, che, agli ordini del generale Cronj e, si erano fortemente trincerati sulle alture di Magersfontein, minacciando di tagliare le loro comunicazioni con Bloemfontein. La minaccia indusse i Boeri a ritirarsi sgombrando Kimberley. Il generale Crony e tentò di prevenire gl'Inglesi a Bloemfontein, ma venne raggiunto dalla cavalleria del French e catturato con 4000 dei suoi uomini. Dopo pochi giorni di guerra ardita e manovrata le truppe di lord Roberts poterono così fare il loro ingresso a Bloemfontein (31 marzo).
Anche i Boeri che presidiavano il Natal, costretti ad accorrere nel Transvaal per difendere Pretoria, dovettero ripassare i confini.
Per oltre due mesi lord Roberts fu costretto a sostare a Blo-mfontein. Durante questo periodo il comando inglese provvide all'apertura delle comunicazioni con la Colonia del Capo; alla raccolta di approvvigionamenti; all'organizzazione del paese conquistato.
Il 3 maggio fu però in grado di riprendere la marcia su Pretoria. Per questa marcia il Roberts distese le sue brigate su ampia fronte e i varî e successivi combattimenti vennero svolti da fanterie montate, appoggiate da artiglieria a cavallo. Caratteristica principale di questa manovra fu l'aggiramento, che fu assai facilitato dalla stragrande superiorità delle forze inglesi rispetto a quelle opposte del generale boero Botha. Il 5 giugno Pretoria cadeva in potere degl'Inglesi.
Il 1° settembre 1900 veniva proclamata l'annessione del Transvaal: così, mentre si mostrava nella sua efficacia il sistema di guerriglia iniziato dai Boeri, che vi potevano far rifulgere le loro doti di grande coraggio individuale e di ottimi tiratori, l'Inghilterra ebbe pretesto legale a un'opera di dura espressione dei tentativi di riorganizzazione e di collaborazione della popolazione boera con il suo esercito - qualificati come congiure e cospirazioni, alto tradimento - mentre continuava spietatamente la guerra, che fu vinta dagl'Inglesi col sistema della devastazione assoluta del paese, dei campi di concentramento per la popolazione civile, e coprendo il territorio con una rete di fortini cui appoggiare le colonne di occupazione. La pace fu conclusa il 31 maggio 1902, con la piena sottomissione dei Boeri. Grande eco destò in Europa questa guerra, per l'eroismo dimostrato dai Boeri da una parte, per la spietatezza inglese dall'altra.
Nella stessa Inghilterra non mancarono le proteste da parte dei liberali contro il governo e il suo imperialismo. Nel trattato di pace, l'Inghilterra aveva promesso lo stanziamento di 3.000.000 di sterline per la prima opera di ricostruzione, che furono spese per il rimpatrio e i primi bisogni della popolazione rinchiusa nei campi di concentramento e i cui beni erano stati distrutti (buona parte dei Boeri preferì emigrare nell'America Settentrionale e Meridionale); per la ricostruzione economica venne concessa l'emissione di un prestito di 35.000.000 di sterline e altri prestiti, che vennero ad effettuazione però solo in parte per la depressione economica dei primi anni dopo la proclamazione della nuova colonia, verificatasi in seguito alla mancanza di forze lavorative, e alla quale solo in parte si poté ovviare aprendo le porte all'immigrazione cinese. Nel 1906 la vittoria del partito liberale in Inghilterra ebbe come conseguenza la concessione dell'autogoverno al Transvaal: la maggioranza schiacciante delle prime elezioni fu boera, ma si ebbe un governo di pacificazione e collaborazione con gl'Inglesi, con a capo L. Botha e J. C. Smuts. I problemi principali affrontati dal nuovo governo furono quello dei lavoratori cinesl'dei quali venne di nuovo proibita l'immigrazione, quello degl'Indiani, l'immigrazione e l'attività dei quali vennero in tutti i modi ostacolate, suscitando lotte e agitazioni, nelle quali si distinse il Gandhi, che venne anche imprigionato; inoltre quelli che avevano già avuto un principio di regolazione nel periodo dell'alto commissariato di sir Milner, cioè dell'insegnamento (lingua boera e lingua inglese, ecc.), dei Negri, ecc. Intanto si faceva sempre più vivo e forte il movimento per l'unificazione dei paesi sudafricani (del resto i problemi ai quali si è accennato da ultimo erano comuni al Transvaal e agli altri paesi), e, costituitasi l'Unione Sudafricana, il 31 maggio 1910, il Transvaal entrava a farne parte.