Transilvania
Regione naturale e storica della Romania. Il nome latino compare nel sec. 12° e allude alle foreste che separavano la regione dall’Ungheria. La T. fu soggetta al dominio dell’impero romano nei secc. 2° e 3°; poi le invasioni barbariche modificarono sostanzialmente la struttura etnica del Paese, dove i daci romanizzati furono soverchiati dalle sopraggiunte popolazioni germaniche, slave ecc. Nel 9° sec. vi si affermò la dominazione ungherese, ma la regione godette di una certa autonomia con a capo un voivoda, che prestava l’omaggio feudale al re d’Ungheria. Nei secc. 11° e 12° nuovi gruppi etnici vi presero stabile residenza, gli székely e i sassoni: i primi probabilmente di origine magiara, i secondi immigrati dalle regioni germaniche: con il Privilegium Andreanum (1224) questi ultimi si fecero riconoscere da re Andrea II un’autonomia politica territoriale ed ecclesiastica assai ampia. Il conferimento di particolari privilegi ai sassoni, agli székely e alla nobiltà ungherese insediatasi nella regione dotò queste tre «nazioni» transilvane di una posizione di predominio sulla popolazione agricola, costituita da valacchi. Nel sec. 15° il pericolo turco e l’irrequietezza dei contadini valacchi convinsero le tre «nazioni» dell’opportunità di collegarsi nell’unione fraterna di Kápolna (1437), a difesa dei propri privilegi contro i nemici interni ed esterni delle loro libertà. Acuitasi la minaccia dell’impero ottomano nel sec. 16°, la T. con un’accorta politica di equilibrio, sotto la guida dei suoi voivodi, seppe rescindere i legami che la vincolavano agli Asburgo, successori nei diritti della Corona ungherese, e costituirsi in principato di fatto indipendente, di volta in volta alleato con l’impero o con la Turchia. La difesa delle libertà nazionali, e in particolare dei privilegi della nobiltà magiara, si completò con il riconoscimento di una singolare libertà religiosa, che incluse per lungo tempo anche diverse sette e correnti antitrinitarie. Nel 1661 il sultano fece conferire il principato a M. Apaffy, una propria creatura, che vi regnò come suo vassallo. La nuova decadenza della potenza turca, iniziata con la sconfitta subita sotto le mura di Vienna (1683), decise tuttavia delle future sorti della T., e il diploma del 1691, con cui l’imperatore riconfermò gli antichi privilegi delle tre «nazioni», sancì anche il ritorno di quella regione sotto la Corona di S. Stefano. Il sec. 18° è contraddistinto dal graduale rafforzamento della signoria asburgica e da uno svuotamento progressivo dei privilegi delle «nazioni», infine aboliti da Giuseppe II. Nel medesimo tempo, sempre più vivace divenne la pressione dell’elemento valacco, che irruppe nel 1848 con tutta la violenza propria dei giovani movimenti nazionali. Il compromesso (Ausgleich) del 1867 acuì ancora di più il contrasto tra ungheresi e romeni (valacchi), perché i primi si fecero iniziatori di una accanita politica di magiarizzazione. La situazione non mutò fino al 1918. La sconfitta dell’impero austro-ungarico coronò le aspirazioni dei romeni di T., che proclamarono l’unione al regno di Romania, confermata dal Trattato di pace ungherese del Trianon. Regione contesa tra Ungheria e Romania, la T. divenne causa di contrasto tra i due Paesi nel periodo tra le due guerre mondiali. Con l’arbitrato Ciano-Ribbentrop di Vienna (1940), una parte della T. fu restituita all’Ungheria, che la conservò tuttavia solo fino al termine della guerra; il suo ritorno alla Romania fu sanzionato dal Trattato di Parigi (1947).