TRALICCIO
. Architettura. - Per quanto si riferisce all'architettura s'intende per traliccio un insieme di canne, di liste o di tondini di legno incrociati e fissati in maniera da formare una serie di maglie generalmente a forma quadra o romboide, riunite spesso in pannelli e incorniciate mediante elementi di legno sagomato. La facilità di disporre queste strutture leggiere, rivestite o meno di piante rampicanti, lungo perimetri anche frastagliati, è di valido ausilio per definire e rendere più raccolti gli spazî dei giardini. Ne deriva che spesso alcune più complesse disposizioni di questi tralicci abbiano assunto vera e propria importanza di motivo architettonico e ciò oltre che per la disposizione d'insieme anche perché nelle composizioni più vaste di questo genere è possibile distinguere spesso, più o meno stilizzati, elementi caratteristici della decorazione architettonica quali: cornici, medaglioni, timpani, nicchie e talvolta fin anche le parti costitutive dell'ordine architettonico.
L'origine di questi elementi decorativi dei giardini è assai remota come dimostrano le numerose raffigurazioni pittoriche di tralicci nelle case di Pompei (casa di Livia, di Sallustio, ecc.). Come nella pittura romana, la rappresentazione dei tralicci è frequente nelle raffigurazioni pittoriche del Rinascimento. Si rammenta, tra altre, la raffigurazione del traliccio in una delle illustrazioni del Breviario Grimani, alluminato forse da Hans Memling, dove il traliccio sia a definire il breve spazio dell'hortus conclusus. Così nel libro d'ore di Giovanna di Castiglia, illustrato da Gerardo David di Bruges, verso la fine del sec. XV, si ha la rappresentazione di un traliccio a maglie larghe elevato sopra una zoccolatura piena di pietra e mattoni. E ancora appare il traliccio nelle illustrazioni dell'Hypnerotomachia di Poliphilo e nei Ruralium commodorum Libri di Pietro de Crescentis, entrambi del sec. XV, nonché in una miniatura che illustra uno dei tanti manoscritti nel Gabinetto delle Stampe della Biblioteca nazionale di Parigi, datato al 1526. Nella miniatura appare raffigurato in un primo piano Enrico d'Albret e, sullo sfondo, il recinto a traliccio delimita il giardino basso a scacchiera. La serie delle citazioni potrebbe prolungarsi fino a tempi molto prossimi a noi, ma basti rammentare ancora il chiosco a traliccio ligneo che appare nello sfondo del ben noto Suonatore di flauto del Watteau.
Le possibilità decorative dei tralicci sono state particolarmente sfruttate dagli architetti giardinieri francesi, in specie dei secoli XVII e XVIII, in sistemazioni grandiose, in parte conservate, se pure rinnovate completamente in seguito ai continui inevitabili restauri, fino a noi, in parte riprodotte nelle stampe illustranti numerosi testi francesi specializzati nella materia. Tra i quali si ricordano quelli dovuti a La Quintine, contemporaneo del Le Nôtre, a Jean Lepautre (1617-1682), a Gabriel Pérelle (morto nel 1675), a Marie-Michel Bondel (nato nel 1621), e ancora a Pierre Betin che ostentava la qualifica di "giardiniere", a Jacques Boyceau, intendente dei giardini reali, fino al d'Argenville.
In Italia questo bizzarro tipo di costruzioni usato, oltre che nei recinti, anche in temi più vasti e più organici quali: chioschi, padiglioni, uccelliere,, ecc., ha avuto forse minor fortuna; non ne mancano peraltro esempî fino a quello del recinto disegnato dal Koch per la villa che fu in origine dei Boncompagni Ludovisi nell'omonimo quartiere romano. Per i tralicci intesi come strutture, v. reticolari, sistemi.
Bibl.: C. Riat, L'art des jardins, Parigi s. a., con bibliografia; Traité de la composition et de l'ornement des jardins, ivi 1839; L. Dami, Il giardino italiano. V. anche le opere degli architetti giardinieri francesi citati.