ITO, Toyo
Architetto coreano, nato a Seul il 1° giugno 1941. Ha studiato architettura in Giappone, laureandosi presso il Department of architecture dell'università di Tokyo nel 1965. Dal 1965 al 1969 lavora per Kiyonori Kikutake Architect and Associates. Formatosi all'interno della cultura architettonica giapponese moderna, I. conduce importanti esperienze progettuali con K. Shinohara. Questo tirocinio si rivela fondamentale per lui, al punto che molte sue opere risultano direttamente influenzate dall'opera del maestro. Nel 1971 fonda a Tokyo lo studio Urban Robot, che nel 1979 cambia nome in Toyo Ito & Associates. È stato visiting lecturer in diversi istituti universitari, tra i quali: Tokyo Zokei University (1978); Pratt Institute, New York (1984); Academie van Beeldende, Rotterdam (1985); Tohoku University, Nagoya University (1990).
Ha ricevuto premi e riconoscimenti, tra cui: Japan Architects Association Award (1984); Japan Interior Designers Association Award (1987); Togo Murano Award (1990). Inoltre le sue opere sono state esposte a Londra (1978), Copenaghen (1981), Parigi (1982-89), Minneapolis (1986), Tokyo (1986).
Il lavoro di I. comincia ad acquisire rilevanza internazionale fin dagli anni Settanta, caratterizzandosi sempre più come una tra le più importanti testimonianze dell'architettura moderna giapponese. In particolare, egli sembra cogliere nella sua opera quel carattere di mobilità e fluidità delle contemporanee città giapponesi caratterizzate da una continua condizione di flusso delle comunicazioni, delle luci, degli spostamenti. Nell'opera di I. queste qualità si manifestano in una ricerca sulla smaterializzazione dell'architettura mediante un lavoro sulla trasparenza, sulla luce, sulla scomposizione degli elementi architettonici, accompagnata da una rilettura critica e contemporanea degli elementi dell'architettura tradizionale giapponese.
Tra le sue principali opere si ricordano: White U. Nakano, Tokyo (1976); PMT Building-Nagoya, Nagoya (1978); PMT Building-Fukuoka, Fukuoka (1979); casa Silver Hut Nakano, Tokyo (1984); progetto per un complesso sportivo a Owani (1985); Ristorante Nomad, Minato-ku, Tokyo (1986); Torre dei venti, Yokohama, Kanagawa (1986); progetto per il complesso culturale municipale a Fujisawa, Kanagawa (1986); progetto per il Noh Theatre (1987); progetto per il complesso commerciale MAC, Machida, Tokyo (1987); Museo municipale Yatsushiro, Yatsushiro, Kumamoto (1988); progetto per un giardino pubblico a Francoforte (1989); progetto per la casa giapponese della cultura di Parigi (1990); Japan Air Lines ticket counter nei principali scali aerei di tutto il mondo (1991).
Bibl.: A new wave of Japanese architecture, a cura di K. Frampton, Toyo Ito White U, in The Japan Architect, aprile 1977, New York 1978; Toyo Ito, in GA Document '90, Tokyo, aprile 1990; R. Sophie, S. Sophie, Toyo Ito, Parigi 1991.